75° anniversario dell'alleanza atlantica imperialista
La Nato si allarga nell'Asia orientale
La Cina: “È un bullo sulla scena mondiale”

I Capi di Stato e di Governo presenti il 10 luglio alla riunione del Consiglio Nato a Washington per celebrare il 75° anniversario della principale alleanza militare dell'imperialismo dell'Ovest, nella dichiarazione ufficiale del vertice, hanno voluto anzitutto ribadire che "siamo uniti e solidali di fronte a una brutale guerra di aggressione nel continente europeo e in un momento critico per la nostra sicurezza", e che "il nostro impegno a difenderci a vicenda e a difendere ogni centimetro del territorio alleato in ogni momento, come sancito dall’articolo 5 del Trattato di Washington, è ferreo", ossia l'impegno a entrare automaticamente in guerra l'uno a fianco dell'altro. Una posizione bellicista che viene estesa non solo alle aggrressioni dirette ma a tutti i campi, "continueremo a garantire la nostra difesa collettiva contro tutte le minacce e da tutte le direzioni, sulla base di un approccio a 360 gradi, per adempiere ai tre compiti fondamentali della NATO: deterrenza e difesa , prevenzione e gestione delle crisi e sicurezza cooperativa". Va da se che con la formula della "prevenzione" delle crisi l'articolo 5 può essere invocato in ogni momento ritenuto utile dai paesi imperialisti dell'Ovest, sfidati dai paesi imperialisti dell'Est; dalla Russia di Putin in Europa a partire dall'invasione dell'Ucraina e in Africa ma soprattuto dal socialimperialista Xi su tutto il globo. Quella della Cina, che inizia a comparire nei documenti dei vertici nel 2019, già al vertice Nato del giugno 2021 era stata definita una "sfida sistemica" e aveva portato tra le contromisure l'invito alla partecipazione ai vertici, divenuto nel frattempo permanente, di Giappone e Corea del Sud ingaggiati con la firma di documenti bilaterali di partnership.
Avvertiva il segretario generale uscente Jens Stoltenberg prima dell'inzio dei lavori del vertice durati dal 9 all'11 luglio, "come abbiamo visto in Ucraina, la nostra sicurezza non è regionale, è globale" e diventa importante "lavorare a stretto contatto con i nostri amici nell’Indo-Pacifico". Quelli già coordinati dalle varie organizzazioni guidate dall'imperialismo americano come il Quad (Usa, Giappone, Australia, India), l'Aukus (Usa, Regno unito, Australia) e l'ultima Squad (Usa, Giappone, Filippine). Quello di Stoltenberg era anche un messaggio tipo da passaggio delle consegne al prossimo segretario generale, l'olandese Mark Rutte, scelto da Biden per proteggere la missione della Nato dagli effetti della possibile vittoria del concorrente alle presidenziali di novembre, così come gli era riuscito al tempo della prima presidenza Trump.
Salutato con un cordiale benvenuto l'ingresso "del trentaduesimo e più recente alleato, la Svezia", una "storica adesione" assieme a quella della Finlandia che rafforza la Nato nell’estremo Nord e nel Mar Baltico. Una diretta risposta all'aggressività dell'imperialismo russo, "l'invasione su vasta scala dell'Ucraina da parte della Russia ha distrutto la pace e la stabilità nell'area euro-atlantica e ha gravemente minato la sicurezza globale. La Russia rimane la minaccia più significativa e diretta alla sicurezza degli alleati", recita il documento che pone al primo posto la sfida della Russia. Senza dimenticare i paesi imperialisti delal cordata rivale che vengono elencati a seguire, "le azioni destabilizzanti dell'Iran stanno influenzando la sicurezza euro-atlantica. Le ambizioni dichiarate e le politiche coercitive della Repubblica popolare cinese (RPC) continuano a mettere a dura prova i nostri interessi, la nostra sicurezza e i nostri valori. L’approfondimento del partenariato strategico tra Russia e RPC e i loro tentativi di rafforzamento reciproco di indebolire e rimodellare l’ordine internazionale basato su regole, sono motivo di profonda preoccupazione. Ci troviamo di fronte a minacce ibride, informatiche, spaziali e di altro tipo e ad attività dannose da parte di attori statali e non statali". E qui ritorna il passaggio del pericolo a 360 gradi da affrontare con l'articolo 5 se necessario.
Siamo impegnati in "una nuova era di difesa collettiva", ripetono i partner imperialisti, e chiariscono che "non possiamo escludere la possibilità di un attacco contro la sovranità e l’integrità territoriale degli alleati. Abbiamo rafforzato la nostra deterrenza e la nostra posizione di difesa per negare a qualsiasi potenziale avversario ogni possibile opportunità di aggressione. Continuiamo a rafforzare la deterrenza e la difesa della NATO contro tutte le minacce e le sfide, in tutti i settori e in molteplici direzioni strategiche in tutta l'area euro-atlantica. Abbiamo dispiegato forze pronte al combattimento sul posto sul fianco orientale della NATO, rafforzato le difese avanzate e rafforzato la capacità dell'Alleanza di rinforzare rapidamente qualsiasi alleato che si trovi in pericolo. Disponiamo di una nuova generazione di piani di difesa della NATO che rendono l’Alleanza più forte e più capace di scoraggiare e, se necessario, difendersi da qualsiasi potenziale avversario, anche con breve o nessun preavviso".
Intanto i partner dell'imperialismo americano ribadiscono il loro appoggio all'aggredita Ucraina: "Riaffermiamo la nostra incrollabile solidarietà con il popolo ucraino nella difesa eroica della sua nazione, della sua terra e dei nostri valori condivisi. Un’Ucraina forte, indipendente e democratica è vitale per la sicurezza e la stabilità dell’area euro-atlantica. La lotta dell’Ucraina per la sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale contribuisce direttamente alla sicurezza euro-atlantica. Accogliamo con favore gli annunci degli alleati volti a fornire all’Ucraina ulteriori sistemi critici di difesa aerea e altre capacità militari", quali l'impegno preso dalla Polonia di partecipare direttamente alla difesa antimissilistica. E ribadiscono che "il futuro dell'Ucraina è nella NATO. L’Ucraina è diventata sempre più interoperabile e politicamente integrata con l’Alleanza. Accogliamo con favore i progressi concreti compiuti dall’Ucraina dopo il vertice di Vilnius riguardo alle necessarie riforme democratiche, economiche e di sicurezza. Mentre l’Ucraina continua questo lavoro vitale, continueremo a sostenerla nel suo percorso irreversibile verso la piena integrazione euro-atlantica, compresa l’adesione alla NATO. Riaffermiamo che saremo in grado di estendere un invito all'Ucraina ad aderire all'Alleanza quando gli alleati saranno d'accordo e le condizioni saranno soddisfatte".
I paesi imperiasti della Nato esortano "tutti i paesi a non fornire alcun tipo di assistenza all'aggressione della Russia" e condannano "tutti coloro che facilitano e quindi prolungano la guerra della Russia in Ucraina", a partire da Cina e Iran. La Cina in particolare "è diventata un fattore determinante nella guerra della Russia contro l'Ucraina attraverso la sua cosiddetta partnership 'senza limiti' e il suo sostegno su larga scala alla base industriale della difesa russa. Ciò aumenta la minaccia che la Russia rappresenta per i suoi vicini e per la sicurezza euro-atlantica. Chiediamo alla RPC, in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con una particolare responsabilità di sostenere gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite, di cessare ogni sostegno materiale e politico allo sforzo bellico della Russia". La Cina "continua a porre sfide sistemiche alla sicurezza euro-atlantica" e la Nato tiene il punto sul continente europeo per rispondere all'aggressività dell'imperialismo russo ma comunque conferma la già avviata politica militare che tiene sotto attenzione l'area dell'Indo-Pacifico, dal Mediterraneo "allargato" all'Oceano Pacifico, lungo la Nuova via della Seta. Il vertice Nato per la prima volta accusa apertamente Pechino di essere un “facilitatore decisivo” e di sostenere l’aggressione russa all'Ucraina con l’invio di materiale bellico e lanciare un monito: la Cina “non può facilitare il più grande conflitto in Europa della storia recente, senza un impatto negativo sui suoi interessi e la sua reputazione”.
Per i paesi imperialisti dell'Ovest il contenimento dell'espansionismo cinese è una missione nata per difendere la libertà di navigazione nell'Indo-Pacifico che nel tempo è esplicitamente diventata una missione, che per la Nato è una missione militare, per rispondere all sfida sistemica, alla guerra a 360 gradi e in tutto il globo per il dominio assoluto, una sfida che l'imperialismo crescente dell'Est ha lanciato a quello decadente dell'Ovest.
Ovviamente il socialimperialismo cinese respingeva ogni accusa e anzi contrattaccava, liquidando la ridda di dichiarazioni scritte sui documenti o ripetute nelle conferenze stampa del vertice di Washington con una dichiarazione del portavoce del ministero degli Esteri che definiva la Nato "un residuo della Guerra fredda che agisce come un bullo sulla scena mondiale". A dire il vero i bulli di primo livello che agiscono sulla scena mondiale sono almeno due, Cina e Usa, se non tre se si allarga alla Russia, con quelli imperialisti dell'Est all'attacco.

17 luglio 2024