Esultano i cementificatori e gli speculatori: Salva casa, condono mascherato

Il 18 luglio la Camera ha convertito in prima lettura e con voto di fiducia il decreto legge Salva casa, firmato dal ministro delle Infrastrutture e trasporti Salvini e dalla premier neofascista Meloni, che sotto il titolo accattivante di “misure urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica”, nasconde in realtà un vero e proprio condono edilizio, il quarto dopo quello di Craxi del 1985 e i due di Berlusconi del 1994 e del 2003.
Grazie a questo provvedimento, infatti, costruttori e proprietari d'immobili potranno sanare, oltretutto con sanzioni molto ridotte, parecchie tipologie di abusi commessi, anche in aree protette, mentre vengono allargati o addirittura aboliti tutta una serie di vincoli edilizi attualmente in vigore, dai cambiamenti della destinazione d'uso alle tolleranze nelle difformità costruttive in corso d'opera, dall'aumento delle cubature e delle superfici alla riduzione delle condizioni di abitabilità, superficie e altezza minime dei locali, dal recupero dei sottotetti e dei seminterrati all'aumento dei tempi concessi per le demolizioni degli abusi non sanabili, e così via. Il tutto con la comoda agevolazione del “silenzio-assenso” che renderà la stragrande maggioranza delle richieste di sanatoria approvate automaticamente dopo 45 giorni, vista l'impossibilità pratica dei Comuni di poterle esaminare in tempo per la nota mancanza di personale e di mezzi.

La demagogia del condono per risolvere l'“emergenza abitativa”
Il provvedimento era stato varato dal Consiglio dei ministri del 24 maggio, giusto in tempo affinché Salvini lo potesse sventolare come un trofeo alle elezioni europee dell'8-9 giugno, ed ora deve essere convertito senza modifiche anche dal Senato entro la scadenza del 28 luglio; cosa che avverrà sicuramente con un altro voto di fiducia, come ormai è prassi normale da quando questo governo neofascista si è insediato, nonostante abbia una maggioranza schiacciante in parlamento.
Naturalmente il governo neofascista si guarda bene dall'ammettere che si tratta di un condono mascherato, un altro bel regalo per fidelizzare il suo elettorato già abbondantemente foraggiato con ogni sorta di condoni tributari e agevolazioni fiscali, e nel comunicato del Cdm che lo aveva varato lo presentava come un provvedimento di “semplificazione” e di “buon senso”, preso “anche al fine di far fronte al crescente fabbisogno abitativo, supportando allo stesso tempo gli obiettivi di recupero del patrimonio edilizio esistente e di riduzione del consumo del suolo: Insomma, a sentir loro, un provvedimento per i piccoli proprietari e solo per i piccoli abusi, anzi addirittura un toccasana per l'emergenza casa, per gli affittuari meno abbienti e per la difesa dell'ambiente.
Nell'esultare per la “bella vittoria della Lega, una promessa mantenuta”, anche il caporione fascioleghista ha definito il Salva casa una misura “che vuole semplificare la vita a milioni di italiani”, perché “vuol dire mettere in circolo migliaia di immobili e far scendere i prezzi”. Ma si tratta di una menzogna spudorata e di una sporca giustificazione demagogica. Prima di tutto perché se il mercato degli immobili è fermo è soprattutto a causa dell'aumento degli interessi sui mutui, e questo senza contare la speculazione privata che da sempre preferisce tenere fermi gli immobili in attesa di rialzi piuttosto che abbassare i prezzi. A maggior ragione adesso che con questo condono i proprietari e le società immobiliari potranno aumentare più facilmente il valore degli immobili in loro possesso. In secondo luogo perché ai lavoratori, agli sfrattati, agli studenti, ai migranti e alle masse povere in generale non serve a nulla un condono su case che non posseggono e che comunque non potranno mai comprare, ma investimenti pubblici per la costruzione di alloggi popolari e studentati, e interventi decisi per sbloccare e regolamentare il mercato degli affitti e per sostenere le famiglie con reddito insufficiente. Ricordiamo che il governo Meloni ha tagliato invece il fondo affitti da 300 milioni già con la sua prima Finanziaria del 2023. Il Salva casa non c'entra quindi nulla con l'emergenza abitativa, esso è in realtà un salva rendite e un salva abusi, nonché una manna per cementificatori e speculatori.

Valanga di emendamenti per forzare le regole e aumentare gli abusi
La cosa ancor più vergognosa, dopo queste sporche menzogne per nobilitare un provvedimento così sfacciatamente classista e che premia gli abusi, è che durante l'esame in commissione Ambiente, ancor prima di arrivare in aula, è stato pure ulteriormente peggiorato con raffiche di emendamenti della maggioranza, la maggior parte della Lega, allargando ancor di più le tipologie di abusi sanabili e le maglie dei vincoli costruttivi.
Cosicché, per esempio, il perimetro della sanatoria alle sole “difformità parziali” stabilito nel decreto, è stato allargato anche alle “variazioni essenziali”: il che vuol dire che ora comprende anche aumenti consistenti di cubature e superfici. Tutto ciò grazie ad un emendamento firmato da tutta la maggioranza che ha esteso l'abolizione della doppia conformità anche alle variazioni essenziali, con la scusa di “uniformare” (in alto, naturalmente) le diverse normative Regionali: “Altro che piccole difformità. Qui si parla di variazioni essenziali: interi piani, nuovi volumi. Siamo ormai alla sanatoria ammessa sempre e comunque. Uno stravolgimento totale. Nemmeno Berlusconi si era mai spinto così in là”, ha dichiarato in aula la capogruppo del PD, Chiara Braga.
Un altro emendamento della maggioranza ha stabilito che tutte le varianti in corso d'opera in parziale difformità dal titolo rilasciato prima del 1977, anche se non rientrano nelle tolleranze già disciplinate dal Salva casa, possono essere regolarizzate presentando una Scia (un'autocertificazione di inizio attività) e pagando una sanzione. Quelle successive, se non sono state contestate dal Comune in sede di rilascio di abitabilità, potranno essere sanate come tolleranze costruttive, quindi nemmeno soggette alla sanzione. Oltretutto le tolleranze costruttive introdotte col decreto, sono state aumentate dal 4% al 6% per i locali fino a 60 metri quadri, e a scalare fino al 2% per quelli oltre i 500 metri quadri, per tutti gli interventi fino al 24 maggio 2024.
Un altro intervento in commissione ha ulteriormente semplificato, rispetto al decreto originale, i cambi di destinazione d'uso, permettendoli non solo “senza opere” ma anche “con”, e precisando che in quelli senza opere sono compresi anche quelli in edilizia libera. La procedura semplificata si applica anche ad immobili con vincoli artistici, storici e ambientali, purché le difformità siano “lievi”, qualunque cosa ciò voglia dire. Cambiano anche le regole igienico-sanitarie per l'abitabilità di un immobile, per cui l'altezza minima scende da 2,70 metri a 2,40, e i monolocali potranno scendere dagli attuali 28 mq per una persona fino a 20 mq, e i bilocali dagli attuali 38 mq a 28 mq, a condizione che siano assicurate “idonee condizioni igienico-sanitarie”. Per la gioia dei locatari di loculi per studenti e di affitti brevi per turisti. E va anche aggiunto che con le tolleranze costruttive questi limiti potranno essere erosi ulteriormente. Rientreranno nella sanatoria pure le mansarde e i mini appartamenti ricavati da abitazioni più grandi.

Ulteriori sanatorie, sanzioni abbattute e più tempo per le demolizioni
Potranno cambiare destinazione anche primi piani e seminterrati, nei casi in cui sia consentito dalla legislazione regionale anche se le regole urbanistiche non lo consentirebbero. Un altro emendamento consente il recupero dei sottotetti, in deroga anche ai limiti di distanza tra gli edifici. Un altro ancora consente al proprietario di iniziare lavori nel proprio appartamento anche se nel condominio ci sono degli abusi, e viceversa: questo per superare i problemi che si erano verificati col superbonus. Saranno comprese nell'edilizia libera anche le vetrate panoramiche e altre coperture amovibili di porticati interni o esterni (Vepa), che non necessiteranno più di alcun permesso. Se poi l'abuso non è proprio sanabile, si potrà comunque contare sull'aumento dagli attuali tre a otto mesi di tempo per la demolizione, anche se ciò vale solo per “serie e comprovate esigenze di salute” o di “gravi situazioni di disagio socio-economico” dei soggetti residenti all'epoca dell'ordinanza.
La maggioranza è riuscita anche a stralciare, dall'elenco dei lavori di adeguamento che i Comuni possono richiedere per concedere la sanatoria, quelli relativi a “igiene, salubrità, efficienza energetica degli edifici e degli impianti” e alla “rimozione delle barriere architettoniche”, mantenendo solo quelli ai fini della sicurezza dell'edificio. Anche le sanzioni scendono rispetto allo stesso decreto, e anche di parecchio, arrivando a poche decine di euro il mq, o ai massimi livelli poco sopra i cento euro al mq. Per la Scia in sanatoria si pagherà due terzi in meno di quanto era stato stabilito. Come già detto, ogni possibilità di verifica e controllo da parte dei Comuni è subordinata alla tagliola del “silenzio-assenso”, che scatta dopo appena 45 giorni: una manna per gli abusivi, perché saranno ben pochi i casi di contestazioni in un così breve arco di tempo da parte dei Comuni.
Insomma, il giochino è chiaro: partire con un decreto contenuto al massimo, affinché Salvini potesse proclamare che “non è un condono, perché se uno si è fatto 3 piani in più di casa, o la piscina dove non doveva, la risposta è l’abbattimento. È rivolto a chi non può vendere o rogitare per 30 centimetri di difformità in un appartamento da 100 metri quadri”. Salvo poi, grazie all'egemonia di ferro di cui la maggioranza gode in tutte le commissioni parlamentari, aggiungere emendamento a emendamento fino a rendere il provvedimento quel che si voleva fin dall'inizio, e cioè un vero e proprio condono edilizio tombale.

Il “Salva Milano” di Salvini e Sala per sbloccare la cementificazione
Il vicepresidente del Consiglio fascioleghista si conferma essere un maestro in questo gioco al rialzo sui provvedimenti più infami da lui stesso escogitati, come dimostra quel che sta facendo la Lega neofascista e razzista in commissione Giustizia sul ddl Sicurezza firmato dal suo can mastino Piantedosi. Aveva tentato perfino di inserire nel Salva casa anche un emendamento “Salva Milano”, per sbloccare i 10 nuovi cantieri di grattacieli in costruzione messi sotto inchiesta dallo scorso dicembre dalla magistratura. Glielo aveva chiesto in maniera informale lo stesso sindaco PD Sala, secondo il quale sarebbero ben 150 i cantieri con caratteristiche simili che potrebbero finire nel mirino degli inquirenti. Un esempio sfacciato di come fondi di investimento e speculazione edilizia, con la complicità dello stesso Comune interessato solo ad attrarre più capitali possibili e facendo pagare oneri di urbanizzazione tra i più bassi d'Europa, operino in totale spregio delle regole, costruendo grattacieli di 15-20 piani facendoli passare per ristrutturazioni. E tutto ciò senza preoccuparsi dell'impatto devastante che l'aumento consistente di utenti crea sul verde e sui servizi a disposizione della popolazione e dell'aumento esponenziale provocato sui prezzi degli alloggi e sugli affitti in città.
In questo caso l'operazione di Salvini non è riuscita per problemi nella maggioranza, ma il governo ha già annunciato che l'emendamento “Salva Milano” verrà ripresentato in un altro provvedimento, viste anche le “ulteriori proposte giunte dal Comune di Milano”. Per Angelo Bonelli (AVS) il decreto legalizza “un condono edilizio sfrenato, consentendo la sanatoria di costruzioni abusive, incluse quelle in aree protette”. E le norme sugli interventi in parziale difformità realizzati prima del 1977 spalancheranno le porte “a una sanatoria che potrà coinvolgere oltre la metà del patrimonio edilizio privato”. Anche secondo Legambiente il provvedimento rappresenta un “via libera al quarto condono nazionale edilizio, firmato Meloni-Salvini, dopo quelli del governo Craxi e dei governi Berlusconi. Gli abusivi ringraziano ma per il Paese il bilancio sarà pesantemente negativo”.

24 luglio 2024