Von der Leyen rieletta presidente della Commissione Ue
L'imperialismo europeo avrà il suo esercito. I migranti "irregolari" saranno respinti, il diritto d'asilo più ristretto

Nel pomeriggio del 18 luglio la presidente uscente della Commissione europea, la popolare tedesca Ursula von der Leyen, è stata rieletta nella carica dall'europarlemento e guiderà l'organo della Ue imperialista per altri 5 anni. La Von del Leyen ha avuto il voto favorevole di 401 deputati, superando la maggioranza richiesta che era di 360; 284 i voti contrari, 15 astenuti e 7 schede nulle dei votanti che sono stati 707 sui 720 aventi diritto.
Un risultato scontato sulla base della già ampia maggioranza che ha fatto la sua parte alla guida dell'imperialismo europeo nei cinque anni precedenti, ossia l'asse costruito nel 2019 da Macron e Merkel tra liberali e popolari coi socialdemocratici, e che avrebbe dovuto dare alla Von del Leyen già 401 voti. Quelli che ha avuto ma solo grazie al patto definito dalla candidata col gruppo dei 53 delegati dei Verdi, compresi gli italiani. Altri consensi li ha raccolti persino da belgi e cechi del gruppo dei cosiddetti conservatori, quello guidato dalla neofascista Meloni che solo a urne chiuse sosteneva di aver dato indicazione di votare contro ai delegati di FdI, lo stesso voto contrario già annunciato dai camerati della Lega di Salvini e del gruppo dei neofascisti europei raccolto attorno all'ungherese Orban. Fra gli eurodeputati italiani hanno votato contro anche quelli del gruppo della Sinistra, Ilaria Salis e Mimmo Lucano, e la delegazione del Movimento Cinque Stelle.
La costruzione di una ampia maggioranza a sostegno della propria rielezione è stata acclerata dalla Von del Layen, candidata dal gruppo dei popolari, subito dopo l'insediamento del nuovo europarlamento e la conferma che l'aumento dei seggi conquistati delle formazioni di destra non minacciava più di tanto l'egemonia dell'asse di centro-destra che poteva replicare la formula vincente del 2019 con pochi aggiustamenti.
Nel suo discorso di fronte agli europarlamentari prima delle votazioni a scrutinio segreto la Von del Layen ripresentava il progetto del Green Deal, del piano Ue dagli ambiziosi obiettivi di “ridurre le emissioni del 90% in 15 anni” con nuovo piani di investimento per le “aziende pulite”, una nuova lista di promesse finora fallite e tutte da verificare tantopiù che sarebbero da definire in un negoziato tra i padroni delle aziende manifatturiere e delle grandi aziende agricole, ossia tra gli inquinatori che non hanno intenzione di intaccare i loro profitti. Tanto gli è servito però per sigillare l'intesa coi Verdi.
La politica della nuova Commissione non sarà molto diversa da quella precedente, magari lo sarà ma in peggio. Cinque anni fa sulla la questione dell'immigrazione il dibattito era partito da come suddividere i migranti che arrivavano ed era finito su come costruire il muro che impedisse il loro arrivo. Chi arriva lo decidiamo noi sosteneva la Von der Leyen dagli scogli di Lampedusa nel settembre dello scorso anno, schierandosi a fianco della neofascista Meloni e impegnate nella costruzione di un sodalizio antimmigrati e di una possibile alleanza che si è dissolta di lì a poco, schiacciata dai giochi di potere fra le cosche capitaliste impegnate a contendersi la guida dall'Ue imperialista. Questa volta la Von der Layen riparte dall'impegno di rafforzare le mura della "fortezza Europa". “Triplicheremo i controlli alla frontiera” col potenziamento di Frontex, assicurava, e dopo anni di annunci a vuoto prometteva di rafforzare i confini esterni dell’Ue aumentando i controlli con nuovi strumenti di digitali e il triplo degli agenti, fino a 30 mila. Annunciava la politica di tolleranza zero contro gli “attacchi ibridi” perpetrati da “attori ostili che spingono le persone attraverso i confini Ue per fini politici”. E citava come esempio il fatto che "il nostro confine orientale, in particolare, è diventato un bersaglio di attacchi e provocazioni ibridi. La Russia attira i migranti dallo Yemen al nord e li spinge deliberatamente contro il confine finlandese", ma è altrettanto evidente che il fenomeno delle migrazioni non è semplicemente un complotto dei paesi imperialsti concorrenti, quanto una diretta conseguenza delle poltica di rapina dei paesi imperialisti e quello europeo tenta di salvarsi la faccia e si autoassolve dalle sue altrettanto pesanti responsabilità.
La Von der Layen prometteva di condurre la lotta all’immigrazione irregolare nel rispetto del diritto internazionale, assicurando “soluzioni sostenibili e giuste“ per i migranti: “rispetteremo sempre i diritti umani e assicureremo che quelli che hanno il diritto di soggiornare potranno farlo e potranno ricevere il supporto essenziale per integrarsi nelle comunità”, ossia l'opposto di quanto l'Ue imperialista mette in pratica, come singoli Stati ma anche come approccio comunitario, che può essere certificato dai risultati del famigerato accordo con la Tunisia. Per i migranti che riescono a sbarcare sulle coste europee ci saranno nuove norme sui rimpatri, più veloci, semplici ed efficaci. In altre parole i migranti "irregolari" saranno respinti più rapidmente e il diritto d'asilo sarà ancora più ristretto.
Intanto la Von der Layen annunciava la nomina di un commissario europeo per la regione del Mediterraneo che lavorerà a stretto contatto con Kaja Kallas, l’Alto Rappresentante per la Politica estera comune designata dal Consiglio europeo.
Un altro capitolo importante del programma di lavoro del prossimo quinquennio della Commissione sarà quello della difesa. Sosteneva la Von der Leyen che è "giunto il momento di costruire una vera Unione europea della difesa", anche se "gli Stati membri manterranno la responsabilità della propria sicurezza nazionale e dei propri eserciti. E la Nato rimarrà il pilastro della nostra difesa collettiva" e annunciava l'istituzione di una nuova figura, un commissario creato appositamente per guidare l'Unione europea della difesa. Alla nuova carica il compito di seguire la realizzazione dell'esercito dell'imperialismo europeo di cui si parla da tempo ma ancora tutto sulla carta, di seguire il riarmo europeo a partire dalla realizzazione di un sistema di difesa aerea globale contro gli attaacchi missilistici. Uno "scudo aereo europeo" come "simbolo forte dell'unità europea in materia di difesa", ossia del riarmo e della preparazione a una guerra sempre meno ipotetica dopo l'aggressione dell'imperialismo russo rivale all'Ucraina.
Proprio in merito alla guerra in corso in Europa la Von der Leyen ha ribadito il fermo sostegno dell'Ue al paese aggredito: "la Russia è ancora all’offensiva nell’Ucraina orientale. Contano su una guerra di logoramento, sul rendere il prossimo inverno ancora più duro del precedente. La Russia conta sul fatto che l’Europa e l’Occidente si indeboliscano. E alcuni, in Europa, stanno al gioco. Due settimane fa, un primo ministro dell’UE si è recato a Mosca. Questa cosiddetta missione di pace non era altro che una missione di pacificazione. Solo due giorni dopo, gli aerei di Putin puntarono i loro missili contro un ospedale pediatrico e un reparto di maternità a Kiev. Abbiamo visto tutti le immagini di bambini coperti di sangue e di madri che cercavano di portare in salvo i giovani malati di cancro. Quell'attacco non è stato un errore. Era un messaggio. Un messaggio agghiacciante dal Cremlino a tutti noi. Quindi, onorevoli deputati, la nostra risposta deve essere altrettanto chiara. Nessuno vuole la pace più del popolo ucraino. Una pace giusta e duratura per un Paese libero e indipendente". “E l’Europa starà al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario", ribadiva.

24 luglio 2024