Dopo essere stati sgomberati dalla Torre Galfa dei Ligresti
Gli artisti di Macao occupano palazzo Citterio a Milano
Respinto il tentativo della giunta Pisapia di riassorbire l'esperienza autogestita nel progetto dell'"Officina della Creatività"

Redazione di Milano
Dalla Torre Galfa a Palazzo Citterio. Sabato 19 maggio, il collettivo Milano Arte Cultura Adesso Ora (MACAO) ha lasciato la piazza antistante il grattacielo nell'area del Centro Direzionale per spostarsi a Palazzo Citterio, nell'edificio settecentesco di Brera (centro storico di Milano), proprietà del ministero dei Beni Culturali.
MACAO, nato ad inizio mese su iniziativa di un gruppo di lavoratori della cultura e dello spettacolo con la volontà di creare luoghi di creatività aperti alla città, prosegue nel suo intento, ma nello scegliere il nuovo obiettivo opta per una proprietà pubblica, Palazzo Citterio appunto, perché non ci siano più pretesti di sgombero per "occupazione abusiva di proprietà privata" e quindi per portare le giuste istanze degli artisti progressisti in lotta su un piano politico.
La nuova iniziativa del collettivo MACAO ha trovato netta ostilità da parte della giunta del neopodestà Pisapia e dal suo assessore alla cultura, il PD archistar di EXPO2015 Stefano Boeri, che avevano espresso parole di stima verso MACAO nel tentativo ruffiano di cingerlo in un abbraccio peloso. L'assessore aveva infatti provato a integrare MACAO nel suo progetto dell'"Officina della Creatività" (presso gli ex stabilimenti Ansaldo), un progetto promosso dal Comune ma totalmente sponsorizzato ed egemonizzato dai privati. Questa mossa della giunta comunale è stata contrabbandata come apertura verso gli artisti in lotta per uno spazio autogestito i quali hanno invece giustamente rinviato al mittente questo goffo tentativo di strumentalizzazione.
"È in atto a MACAO un processo costituente, che ha tempi di elaborazione e modalità decisionali non compatibili con quelli proposti dalla giunta - affermano gli artisti di MACAO in un comunicato del 18 maggio -. La proposta dell'ex Ansaldo rischia di innescare una modalità verticistica e competitiva, che è incompatibile con la pratica e la metodologia orizzontale e partecipativa che è nella nostra natura. L'amministrazione dall'alto di spazi e risorse è cosa diversa dall'autogoverno dal basso, diretto e partecipato".
Nello stesso comunicato inoltre si afferma: "La lotta che MACAO sta perseguendo nasce e si sviluppa attorno alla Torre Galfa, un simbolo fisico degli accumuli di rendita e della speculazione finanziaria, che mette in luce l'impossibilità di distinguere la separazione fra poteri pubblici e privati. Dentro e attorno alla Torre si stanno sperimentando forme di democrazia reale" per poi sottolineare che "in antitesi alle politiche di austerità e all'attuale sistema economico e politico in piena crisi, MACAO apre uno spazio pubblico di discorso, un processo di costruzione dal basso che riconosce centralità e dignità alle questioni sociali e alle pratiche artistiche e culturali".
Lungi dal farsi serio interlocutore di queste giuste istanze, a preoccupare Palazzo Marino è soprattutto lo stop forzato imposto dall'occupazione di MACAO a un altro "progettone" di Boeri, quello della "Grande Brera" che nel marzo scorso aveva ottenuto uno stanziamento di 23 milioni di euro per la messa in sicurezza dei locali nell'ex Caserma Mascheroni, la revisione e il rifacimento delle coperture del complesso di Brera e di Palazzo Citterio.
"L'occupazione di Palazzo Citterio - afferma stizzito Boeri - mi sembra piuttosto figlia di un vecchio modo di far politica quello che porta a bloccare un progetto che riguarda tutti (tutti chi? gli sponsor privati coinvolti o gli appalti privati ai quali andranno i finanziamenti pubblici?, ndr), forse perché si ha timore di non esserne coinvolti; a esibire la propria voglia di protagonismo, anche a costo di compromettere un'esperienza che ha insegnato molto a tutta la città".
Da falso amico della prima ora, ora contro MACAO si mette anche il "Premio Nobel" Dario Fo (grande supporter di Pisapia) che sul rifiuto degli artisti di MACAO a farsi strumentalizzare da logiche di profitto capitalistico proposte da Boeri, ha affermato: "È un atto di presunzione! Se non lasciano questo atteggiamento e non diventano umili e curiosi di sapere e conoscere le idee degli altri è difficile che crescano".
Al nuovo MACAO nel frattempo proseguono le assemblee pubbliche nelle quali il collettivo tematizza le criticità della Grande Brera e il ruolo di Palazzo Citterio all'interno del progetto.
La Cellula "Mao" di Milano del PMLI è solidale con la giusta lotta degli artisti di MACAO per l'autogestione tramite democrazia assembleare dal basso degli spazi pubblici e per la libertà di espressione e di associazione artistica contro gli angusti limiti imposti dalla società capitalistica e dal suo imperante regime neofascista. Il PMLI rivendica che il ministero dei Beni Culturali dia in concessione gratuita e perpetua Palazzo Citterio a MACAO che deve poter usufruire di finanziamenti pubblici da parte del Comune, visto che per la "Grande Brera" Pisapia e Boeri i soldi li hanno subito trovati!

23 maggio 2012