All'Assemblea nazionale dei delegati di Bologna aperta ai precari, disoccupati, inoccupati e agli studenti
La Fiom chiede lo sciopero generale di tutte le categorie
Landini: anche se il parlamento approva la "riforma" del lavoro continueremo la lotta. Un operaio di Pomigliano: portare la protesta sotto Camera e Senato
Diffuso l'editoriale di Scuderi "Uniamoci contro il capitalismo, per il socialismo" e il volantino "Vergognosa intesa sull'Art. 18"
Dal nostro inviato
"Contro vecchie e nuove precarietà. Per un futuro di diritti e lavoro". Questa la parola d'ordine che ha animato l'Assemblea nazionale dei delegati giovani metalmeccanici convocata dalla FIOM il 14 aprile a Bologna, aperta a studenti, precari, disoccupati e inoccupati. Un'assemblea importante, alla vigilia del voto sulla cosiddetta "riforma" del "mercato del lavoro" che cancella l'art. 18, instaura relazioni industriali mussoliniane, demolisce gli "ammortizzatori sociali" e aggrava la precarietà, specialmente giovanile.
Tante le realtà che hanno risposto alla chiamata della FIOM prendendo parte all'Assemblea: gli studenti della Rete della Conoscenza e dell'Assemblea di Medicina della Sapienza di Roma, il coordinamento giornalisti precari "Errori di stampa", centri sociali, il coordinamento precari della FLC-CGIL, fra gli altri.
Il PMLI, presente con una squadra di propaganda diretta dal compagno Federico Picerni di cui faceva parte anche un generoso giovane compagno delle Marche, ha distribuito volantini con estratti dall'Editoriale del Segretario generale Giovanni Scuderi per il 35° Anniversario della fondazione del PMLI e dell'articolo Vergognosa intesa sull'art. 18 che viene cancellato, nonché copie de Il Bolscevico, sottolineando ancora una volta che solo la piazza può respingere la controriforma del lavoro e cacciare il governo della grande finanza, dell'UE e della macelleria sociale. I volantini sono stati presi anche da Landini e Rinaldini.
Nel suo discorso introduttivo, il segretario generale della FIOM, Maurizio Landini, ha fatto appello a compattare tutte le "opposizioni sociali" al governo Monti, installato per seguire i dettami della Banca Centrale Europea e per fare gli interessi dei lavoratori e delle masse popolari.
Landini ha stigmatizzato la controriforma del lavoro, che la FIOM giudica "inaccettabile", perché punta a demolire lo Statuto dei lavoratori, cancellare gli "ammortizzatori sociali" e aggravare la precarietà. "Il lavoro", ha detto, suscitando l'applauso dell'assemblea, "o ha diritti o non è lavoro, e questo non è mediabile". Ha denunciato come il governo stia seguendo alla lettera l'esempio di Marchionne, il quale non a caso ha definito il proprio incontro con Monti del 16 marzo "perfetto". E ha assicurato: "Non abbiamo intenzione di fermarci: anche se il Parlamento approva la legge continueremo la nostra battaglia e la nostra lotta". Il segretario della FIOM ha anche richiamato l'attenzione sulla controriforma delle pensioni, dicendo che si va verso l'abolizione del sistema pensionistico pubblico, ovvero alla negazione del diritto alla pensione.
Per tutti questi motivi, Landini, fra gli applausi, ha chiesto lo sciopero generale di tutte le categorie e si è impegnato a portare questa richiesta al direttivo della CGIL previsto per il 19 aprile. E intanto ha lanciato una mobilitazione nazionale per il 20 maggio, anniversario dello Statuto dei lavoratori. Obiettivi: difendere ed estendere l'art. 18 e gli "ammortizzatori sociali" e ridurre l'orario di lavoro. Ma dovrà essere solo l'inizio: "noi non accetteremo mai una menomazione dei diritti fondamentali", assicura Landini, "noi non ci fermeremo".
I successivi intervenuti hanno appoggiato la mobilitazione del 20 maggio e descritto la difficile situazione delle proprie realtà. Ci preme segnalare il combattivo ed entusiasmante intervento di un operaio Fiat di Pomigliano, che ha gridato che bisogna portare la protesta fin sotto i palazzi di Camera e Senato (come sostiene anche il PMLI), affinché la borghesia e i suoi governi sappiano che "dovranno sempre fare i conti con i lavoratori", sommerso dagli applausi. E ha aggiunto: "Il giorno del direttivo voglio andare a guardare negli occhi i miei segretari e vedere con che faccia mi diranno: questo è il meglio che potevamo ottenere. (...) In questo Paese sono morte delle persone sulle piazze ammazzate per conquistare quello che oggi ci stanno portando via".
Sui propositi di lotta, specialmente sullo sciopero generale che il PMLI chiede da tempo, ma con manifestazione nazionale sotto Palazzo Chigi, i marxisti-leninisti italiani non faranno mancare il proprio appoggio. È però sulle rivendicazioni strategiche che Landini dimostra i propri limiti riformistici. Per cominciare, nonostante le giuste critiche che gli rivolge, non lancia mai la rivendicazione chiara e netta di cacciare il governo del tecnocrate liberista borghese Monti, che eppure sta già facendo troppo male ai lavoratori, ai pensionati, ai disoccupati, ai precari, alle masse giovanili e femminili perché gli si possa permettere di andare avanti. Inoltre ha rilanciato il "reddito di cittadinanza" di matrice liberaldemocratica, che di fatto è una rinuncia del lavoro per tutti a tempo pieno, a salario intero e sindacalmente tutelato a favore di un'elemosina da parte dello Stato borghese a precari e disoccupati. Infine l'"altra idea di società" da lui auspicata si fonda su un "nuovo modello di sviluppo" che non esce dai limiti del capitalismo poiché non ne prevede l'abbattimento.
Intanto comunque diamo forza alle prossime mobilitazioni e lotte e uniamo le voci per gridare forte e chiaro: L'art. 18 non si tocca! FIOM in Fiat! Monti vattene!

18 aprile 2012