Per un bilancio della vittoria referendaria e un confronto sulle prospettive della lotta contro la privatizzazione dell'acqua e dei beni comuni
Assemblea del movimento a Roma: "La battaglia per l'acqua è ancora lunga"
Calorosi applausi per i "No Tav" e la "Freedom Flottilla". Sonori fischi al rappresentante SEL di Vendola


Il 2 e 3 luglio al teatro Vittoria di Roma, il "Forum italiano dei movimenti per l'acqua", ha svolto una 2 giorni di assemblea nazionale che ha coinvolto delegazioni di "comitati per i beni comuni" provenienti da tutto il Paese, per condividere la soddisfazione per la vittoria referendaria, e interrogarsi su come proseguire la lotta affinché sia riconosciuta effettivamente l'universalità dell'acqua come bene comune e siano ripubblicizzati concretamente i servizi idrici e le infrastrutture in tutta Italia. Articolato è stato il bilancio del lavoro svolto, tante le informazioni condivise e le proposte scaturite dagli oltre 70 interventi che hanno animato il dibattito.
L'intervento introduttivo è stato affidato a Paolo Corsetti della "Segreteria Operativa del Comitato Referendario 2 Sì per l'Acqua Bene Comune" che tra l'altro ha affermato: "abbiamo vinto una battaglia ma la guerra sarà ancora lunga"... In primo luogo abbiamo la responsabilità di rendere attuabili immediatamente i risultati delle norme abrogate dai due quesiti referendari, di tenere fermo l'obiettivo della ripubblicizzazione dell'acqua e dei beni comuni".
Calorosi applausi hanno accolto il movimento NO TAV, a nome del quale è intervenuto Claudio Giorgio, figlio di ferroviere, che ha riassunto 22 anni di lotta per la difesa del "territorio comune" e la "campagna denigratoria imbastita dai mass-media", nonché "l'opera di criminalizzazione da parte dei vertici del PD". Ha significativamente affermato: "non abbiamo riscontrato tanta severità da parte del Partito di Fassino e Bersani per amministratori favorevoli alla ndrangheta".
A seguire grandi applausi anche per Paola Mandato (Coordinamento italiano Freedom Flotilla), che ha informato i presenti che "l'assedio israeliano a Gaza è arrivato in Grecia dove 10 barche della flottiglia, nonostante le ispezioni, sono ancora bloccate con 500 attivisti a bordo". "Il ministro degli esteri greco ha vietato a tutte le barche di partire, come contropartita di accordi economici firmati da Papandreou e Netanyahu", per cui ha concluso "attualmente il Mediterraneo è nelle mani dello Stato d'Israele".
Tanti davvero gli interventi che si sono susseguiti fino a sera alcuni combattivi e interessanti che hanno ampiamente argomentato i motivi alla base delle lotte passate e future non facendo sconti a nessun governante, nazionale o locale, di qualsiasi schieramento e casacca.
Gli interventi dei partiti istituzionali, sono stati espressi più per marcare la presenza che per dare un contributo disinteressato e fattivo al dibattito. In effetti M. Rossi (Federazione della sinistra), V. Calzolaio (SEL), A. Bonelli (Verdi), E. Viti (SinistraCritica), M. Ferrando (PCL) sono stati accolti con notevole diffidenza, perché serpeggia tra gli attivisti il sospetto che vogliano "sfruttare il torrente referendario a fini elettorali". Preoccupazioni legittime visto che costoro non hanno detto una parola sull'imperialismo e sul capitalismo, non una parola sul fatto che siamo in pieno regime neofascista, non una parola sulla mobilitazione di piazza che occorre organizzare contro le decine di miliardi di euro di tagli della finanziaria ai beni comuni, men che mai hanno avuto il coraggio di chiamare le masse popolari al fronte unito per buttare giù il nuovo Mussolini che continua impunemente a calpestare la volontà popolare insieme al suo governo che va avanti come un carro-armato sulla via della privatizzazione, della devastazione ambientale e della macelleria sociale!
Uno tra gli ultimi a intervenire è stato il rappresentante della SEL di Vendola, Calzolaio, sommerso di fischi quando ha tentato di difendere l'inganno del governatore pugliese. Egli è poi andato su tutte le furie quando ha annusato nell'aria proposte di espulsione di SEL dal movimento.
Il 3 luglio si sono riuniti i tre gruppi di lavoro sulla "legge di iniziativa popolare di ripubblicizzazione alla luce dei referendum e sistema di finanziamento della gestione pubblica dell'acqua"; sulle "vertenze e percorsi territoriali di ripubblicizzazione, come passare dalla gestione Spa ad Enti di diritto pubblico, quali modelli per un governo pubblico e partecipato, riduzione delle tariffe, difesa della qualità dell'acqua"; sulle "iniziative globali (Genova 2011, Europa, Marsiglia 2012)" . Quindi sono state presentate le conclusioni: 1) la stragrande maggioranza dei partecipanti si sono detti ben coscienti che occorre non mollare la mobilitazione per fare fronte alla riorganizzazione post-referendaria delle forze politiche ed economiche che vogliono completare il processo di svendita delle ex-municipalizzate, come governo, finta opposizione, Federutility e Confindustria, che in questi ultimi vent'anni hanno promosso la privatizzazione a tappeto del nostro paese. 2) tra le proposte condivise all'unanimità quella di "rilanciare la legge di iniziativa popolare per il governo pubblico e partecipato dell'acqua, dimenticata da 4 anni in Parlamento", ma anche quella di "Creare comitati di lotta in ogni Comune, e in ogni Ato, per costringere le istituzioni a passare subito dalle Spa a società di diritto pubblico e partecipate", quella di inventarsi tutte le forme di pressione possibili "per ottenere le riduzioni tariffarie, i rimborsi del profitto del 7%, le moratorie, i risarcimenti sui distacchi illegali dell'erogazione, la trasparenza sulla qualità dell'acqua"; Tutti d'accordo anche nell'"affossare la legge del PD e il decreto-legge del governo sull'Authority, entrambi funzionali alla privatizzazione dell'acqua".
Quello per l'acqua pubblica è dunque un movimento di lunga durata, destinato a radicarsi ulteriormente a livello territoriale e che andrà avanti con tutta probabilità ad ondate a livello nazionale, come sta avvenendo con il movimento studentesco. Il PMLI continuerà ad aderirvi nello spirito del fronte unito per la ripubblicizzazione dei beni comuni.
Uno dei suoi compiti è quello di far maturare, nel confronto-scontro dialettico, la coscienza di massa che la via legislativa, che dev'essere imposta ai governanti affinché sia rispettata la volontà popolare espressa nei referendum, è solo una tappa, uno dei mezzi con il quale porre un argine al processo di privatizzazione e non il punto di arrivo. In generale però, se non si abbattono con le rivolte popolari i governi nazionali e locali borghesi in camicia nera, al servizio dei grandi pescecani capitalisti, se non si abbattono, in ultima analisi, il capitalismo e l'imperialismo stesso, che producono solo depredazione di risorse collettive, scarsità, morte, ingiustizie e barbarie, non sarà possibile riappropriarsi in maniera duratura delle risorse idriche, non sarà possibile sottrarle al selvaggio sfruttamento della legge del massimo profitto, non sarà possibile garantire un reale diritto all'acqua alle generazioni attuali e future italiane e del mondo intero.

20 luglio 2011