Solo il 50% vota i partiti del regime
Strepitosa vittoria dell'astensionismo in Abruzzo
La destra batte la "sinistra" borghese

Le elezioni regionali in Abruzzo del 14 e 15 dicembre 2008, indette dopo lo scioglimento anticipato del consiglio regionale a seguito dello scandalo che ha coinvolto il governatore del PD Ottaviano Del Turco e altri esponenti e amministratori del "centro-sinistra" e del "centro-destra", è stato il primo test elettorale significativo dopo le elezioni politiche dell'aprile 2008. Un test che ha registrato una strepitosa vittoria dell'astensionismo pari al 50% dell'intero corpo elettorale, ben il 13,7% in più rispetto alle precedenti regionali del 2005 e del 22,5% in più rispetto alle politiche 2008. Ben 603.975 elettori su 1.209.079 che avevano diritto al voto hanno disertato le urne, votato scheda nulla o bianca, delegittimando così i partiti del regime capitalista e neofascista sottraendo loro coscientemente la propria fiducia e il proprio consenso. L'hanno fatto in maniera ancor più esplicita e netta. Infatti è proprio la diserzione alle urne a determinare l'avanzata astensionista, mentre le schede nulle e bianche sono significativamente diminuite. La diserzione alle urne è infatti stata del 47% con un incremendo del 15,6% rispetto alle precedenti regionali, mentre le schede nulle sono passate dalle 44.046 del 2005 alle attuali 23.481, e le schede bianche delle 15.144 del 2005 alle 11.846 attuali.
Stesso discorso vale per chi, pur andando alle urne ha espresso solo la preferenza per il presidente di regione mentre ha snobbato le liste di partito. I voti ai soli candidati presidenti sono infatti quasi raddoppiati: da 32.813 sono passati a 62.527.

Puniti i partiti del regime
Questa massiccia avanzata dell'astensionismo che non ha precedenti nella regione Abruzzo ma neanche in altre omologhe elezioni regionali, ha così determinato che il neo governatore del "centro-destra" Gianni Chiodi risulta eletto solo dal 24,4% dell'elettorato e può contare su una coalizione di maggioranza che in realtà rappresenta poco più di un quinto dell'elettorato e cioè il 21,3%. Nel 2005 Ottaviano Del Turco era stato eletto col voto del 37,1% dell'elettorato e la sua maggioranza rappresentava il 35,3%.
Ha pesato su questo risultato straordinario la bufera giudiziaria che ha investito la regione e in particolare la coalizione di maggioranza di "centro-sinistra", oltre alla catena di scandali abbattutisi come un sisma sul PD anche in altre regioni e in tutta Italia, ma anche la politica economica, interna e internazionale del governo del neoduce Berlusconi che sta producendo anche in Abruzzo un vero e proprio macello sociale con migliaia di posti di lavoro a rischio, disoccupazione e cassaintegrazione crescenti.
Altro che risultato del "buongoverno", come l'ha definita il vicecapogruppo del Pdl Italo Bocchino.
L'astensionismo ha infatti punito entrambi gli schieramenti anche se la mazzata più grossa l'ha inflitta alla "sinistra" borghese.
La destra batte la "sinistra" borghese ma non ha di che ridere. Il PdL del neoduce Berlusconi si attesta al 15,8% sul corpo elettorale rispetto al 17,1% del 2005 e al 32,2% rispetto alle politiche, che equivalgono rispettivamente a -14.904 e -153.210 voti.
L'intera coalizione di "centro-destra" che sosteneva il candidato Gianni Chiodi e che comprendeva oltre al PdL, la lista Rialzati Abruzzo, Movimento per l'Autonomia e Liberalsocialisti, guadagna appena 9.926 voti rispetto alle passate elezioni regionali, ammesso che l'UDC di Casini si sia portata fuori dalla coalizione tutti i consensi ricevuti nel 2005.
Un vero e proprio tracollo investe il PD che passa dal 21,5% del corpo elettorale del 2005 all'8,8% attuale con una perdita percentuale del 12,7% che sale addirittura al 17,1% rispetto alle politiche di aprile. L'intera coalizione del "centro-sinistra" che sosteneva il candidato dipietrista Carlo Costantini e che comprendeva oltre al PD anche Italia dei Valori di Di Pietro, PRC, La Sinistra, PdCI, Partito socialista e Democratici per l'Abruzzo perde addirittura ben 147.815 voti rispetto al 2005, pur sottraendo dal totale tutti i voti ricevuti nel 2005 dall'UDEUR che quest'anno si è presentata insieme all'UDC.
Significativa è stata l'avanzata della lista dell'Italia dei Valori di Di Pietro che è passato dai 17.982 voti del 2005 agli attuali 81.557. Meno clamorosa se la si raffronta alle politiche 2008 dove già Di Pietro aveva raccolto 58.036 voti. Evidentemente costui ha semplicemente intercettato una parte di voti di protesta di un elettorato sostanzialmente di destra e di centro proveniente da entrambi gli schieramenti e dall'UDC.
L'UDC e l'UDEUR peraltro tracollano dai 96.496 voti intascati nel 2005 ai 30.452 attuali. Alle politiche ne avevano ancora 48.534.

L'ennesima sconfitta dei falsi partiti comunisti
Incredibili sono i commenti della segreteria del PRC che valuta quasi come una vittoria il risultato del proprio partito. Ferrero infatti ha sostenuto che "la sinistra d'alternativa e d'opposizione va bene, a partire da Rifondazione, quando è divisa, non quando è unita". La verità è che queste elezioni segnano un'ulteriore sonora sconfitta del PRC e degli altri partiti a sinistra del PD. Non si può che definire una sconfitta l'essere stati incapaci di intercettare l'elettorato di sinistra che si è liberato a sinistra del PD in queste elezioni e non essere nemmeno riusciti a recuperare il proprio elettorato che massicciamente si è riversato nell'astensionismo. Un elettorato che ha voluto punire l'inconsistente "opposizione" al governo del neoduce Berlusconi e anche l'ennesima alleanza col "centro-sinistra" operata da questi falsi partiti comunisti.
Il PRC perde rispetto al 2005 ben 20.573 voti, passando da 36.008 a 15.435 voti, molto meno che la metà. Il PdCI perde 11.686 voti passando da 21.641 a 9.955 voti. La sinistra (Verdi e Sinistra democratica) passa da 14.728 a 12.054 voti. Solo rispetto alle politiche si può registrare un lievissimo aumento. Complessivamente infatti La Sinistra-L'arcobaleno, che comprendeva tutti i suddetti partiti, insieme al PCL di Ferrero e a Sinistra critica di Cannavò e Turigliatto, nell'aprile 2008 avevano ottenuto 36.870 voti. Nelle attuali elezioni, presi complessivamente, hanno ottenuto 39.462 voti, +2.592. Ben poca cosa anche considerando il vero e proprio salasso subito alle elezioni politiche, l'assenza della falce e martello nel simbolo dell'Arcobaleno e il ricatto del "voto utile" che aveva pesato su quelle elezioni.
Anche il PCL di Ferrero sembra aver esaurito in un batter di ciglia le sue batterie. Infatti raccoglie solo 2.018 voti rispetto ai 6.243 registrati nelle elezioni politiche 2008.
Il PMLI, attraverso i suoi generosi militanti, ha fatto quello che poteva per propagandare anche in Abruzzo, specie nel teramano, la nostra linea elettorale astensionista, nonostante l'esiguità di forze, mezzi e risorse economiche e nonostante il black out dei media della destra e della "sinistra" borghese. Siamo tuttavia consapevoli che la crescita massiccia dell'astensionismo di sinistra pone al nostro Partito l'obbligo di intensificare gli sforzi affinché questi elettori maturino fino in fondo una coscienza anticapitalistica e per il socialismo e sposino l'astensionismo elettorale marxista-leninista e le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo che rappresentano dei contraltari delle istituzioni rappresentative borghesi su tutte le questioni politiche, economiche, sociali, culturali, ambientali, urbanistiche, ecc. che sono in discussione su scala nazionale e locale.
Al contempo dobbiamo insistere per convincere quella parte dell'elettorato di sinistra che ancora continua a votare i partiti della "sinistra" borghese, compresi i falsi partiti comunisti PRC e PdCI, che è l'ora di impugnare l'astensionismo elettorale marxista-leninista e le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo liberandosi una volta per tutte delle ancora radicate illusioni elettorali, parlamentari e governative. Che è l'ora di unirsi al PMLI nella lotta per l'Italia unita, rossa e socialista.


7 gennaio 2009