Risultato senza precedenti nel comune in provincia di Cosenza
L'astensionismo sfiora il 48% al ballottaggio a Paola
Il "centro-destra" con Ferrari strappa la massima poltrona al "centro-sinistra"

Al secondo turno delle elezioni amministrative a Paola (Cosenza) trionfa l'astensionismo con il 47,67% ottenuto con la diserzione dalle urne (43%) a cui si aggiungono le schede nulle e bianche (quasi il 4%) fino ad arrivare a questo risultato senza precedenti nelle amministrative (e non solo) della città del Tirreno cosentino.
L'astensionismo aumenta di quasi 18 punti rispetto al primo turno e di ben 13 punti rispetto al secondo turno delle amministrative precedenti.
Segno inequivocabile della scelta dell'astensione come voto consapevole usato dall'elettorato che esprime un dissenso, una sfiducia nei confronti delle istituzioni e dei partiti borghesi di destra e di "sinistra", e tanto più significativo se si considera che la partecipazione è sempre superiore nelle comunali rispetto alle elezioni provinciali, regionali ed europee (ma inferiore alle politiche). Un successo clamoroso, i numeri parlano da soli!
Se l'astensionismo è il vincitore certo, lo sconfitto è chiaramente il sindaco uscente, il bandito di "sinistra" Roberto Perrotta, e il suo burattino candidato sindaco Carlo Gravina, che proviene da 17 anni di militanza berlusconiana, era infatti consigliere di opposizione del PDL nel consiglio comunale uscente.
Perrotta ha male amministrato Paola ed è stato punito dall'elettorato innanzitutto di sinistra ma da tutto in generale, una bocciatura totale, evidente anche dalle preferenze prese come consigliere (poco più di 200 voti nel PSI di Nencini) che lo vedranno sì eletto in consiglio, ma nemmeno come "leader" dell'opposizione poiché sia il genero di Mario Pirillo, Graziano di Natale (406 voti) sia Josè Grupillo (ex fascista ora nell'IDV, 301 voti) sono andati meglio di lui e sarà del tutto evidente che tenderanno a emarginarlo e a far valere il loro peso nelle lotte intestine già scatenatesi nella "sinistra" borghese paolana fra i pirilliani, coloro che sono legati al boss del PD cosentino Nicola Adamo, e i lambertiani.
Cosa farà adesso Perrotta? Cercherà di tornare a fare l'assessore provinciale con il presidente Mario Oliverio come in passato con Antonio Acri? Lavorerà per far cadere il sindaco eletto di "centro-destra"? Ma non sarà certo lui il candidato del "centro-sinistra" in futuro! Oppure salterà a destra? Consigliamo a questo odiato figuro clerical-socialista che tanto male ha fatto alla città di andarsene ad Hammamet sulle orme del suo vero ispiratore politico: Bettino Craxi.
Carlo Gravina, espressione di Perrotta, prende 100 voti in meno del primo turno (anche se sui voti validi passa dal 33% al 43%) mentre il suo rivale Basilio Ferrari della destra viene eletto sindaco. Il neopodestà, a sua volta, sull'intero corpo elettorale rappresenta meno di un paolano su 3 e prende meno voti del primo turno, passando da 5.269 a 4.627 preferenze che appunto su 15.272 elettori sono meno di un terzo degli aventi diritto. Considerando i soli voti validi Ferrari "vince" col 56,64% ma va appunto indietro e non avanti. Sarà un sindaco delegittimato politicamente, burattino del suo sponsor principale: il fascista presidente della giunta regionale calabrese Giuseppe Scopelliti (il quale parla di grande vittoria anche sua, ma dove la vede? Numeri alla mano non vi è alcun gradimento dell'elettorato paolano per la sua giunta) e sarà condizionato dall'appoggio dei medici corrotti Sergio Stancato (ora PRI) e Lucio Sbano (Grande Sud).
Dunque, trionfa l'astensionismo e crea gravi danni alle coalizioni borghesi in primis a quella di "sinistra": il PD è al 9% dei voti validi, SEL all'1,5% e i partiti falsi comunisti raccattano 500 voti di lista nell'appoggio al primo turno al candidato, anticomunista, Alessandro Pagliaro (che ne ha presi il doppio, provenienti da elettori che non hanno votato Gravina, ma grazie al voto disgiunto per qualche candidato delle sue liste).
Ora bisogna qualificare l'astensionismo cercando di farlo concepire alle masse come un voto cosciente dato al PMLI e al socialismo, creando le condizioni per la realizzazione dell'obiettivo strategico indicato dal Partito di creare le istituzioni delle masse astensioniste e fautrici del socialismo basate sulla democrazia diretta: le Assemblee popolari e i Comitati popolari. Bisogna creare un fronte unito con tutte le forze sane e democratiche contro la 'ndrangheta e per il lavoro, l'industrializzazione e lo sviluppo di Paola e del Mezzogiorno, innescando la lotta di classe e stando fuori dalle corrotte istituzioni borghesi in camicia nera.
Naturalmente, per Paola governata dal popolo e al servizio del popolo ci vorrà il socialismo, l'unica vera alternativa alla seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista.
W la vittoria dell'astensionismo a Paola!
Combattiamo con la lotta di massa la giunta del neopodestà Ferrari, la giunta provinciale di Oliverio e quella regionale di Scopelliti!
Liberiamoci dal governo della Ue, della grande finanza e della macelleria sociale Monti!
Per l'Italia unita, rossa e socialista!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

Un abbonato di Paola (Cosenza)

Ps:
aggiungo che si è visto in tv il trotzkista ex direttore di "Liberazione" Piero Sansonetti (che mi guardava storto quando diffondevo Il Bolscevico, non mi ricordo a quale manifestazione nazionale a Roma, perché toglievamo visibilità alla diffusione del suo giornalaccio fallito "l'Altro") dire che "l'unico grande leader che può fare qualcosa per la Calabria è Scopelliti!". Mah, si comincia col militare in un falso partito comunista attaccando Stalin e il PMLI e si finisce a dirigere il quotidiano in odor di 'ndrangheta "Calabria Ora" sostenendo platealmente i fascisti!
Quando i trotzkisti non esisteranno più sarà comunque troppo tardi.

23 maggio 2012