Il governo adegua tutte le istituzioni alla seconda repubblica neofascista
AVVIATA LA CONTRORIFORMA DEI SERVIZI SEGRETI
Superpoteri al presidente del Consiglio. Licenza di delinquere per gli 007
TAGLIATI FUORI PARLAMENTO E MAGISTRATI

Sono anni che il Paese attende invano interventi che pongano fine allo scandalo di servizi segreti che da sempre operano al di fuori di ogni controllo del parlamento e al di sopra della legge, con la copertura del segreto di Stato e una totale impunità giuridica, legale o di fatto. Tanto che di essi si ritrova una regolare e inquietante presenza in tutte le vicende di stragi, tentativi di golpe, trame eversive, spionaggio di massa, che hanno segnato la storia degli ultimi cinquant'anni.
Ora al danno si aggiunge anche la beffa. L'intervento è arrivato, ma in senso esattamente opposto a quello che l'opinione pubblica democratica e progressista chiede da anni. Il governo del neoduce Berlusconi si appresta infatti a presentare in parlamento una controriforma dei servizi segreti che estende ulteriormente i poteri e la non punibilità degli 007, e li sottrae completamente al controllo del parlamento e della magistratura, mentre aumenta al contempo i poteri della presidenza del Consiglio. L'occasione d'oro è arrivata manco a dirlo dopo l'11 settembre, con il pretesto della priorità della lotta al terrorismo, e approfittando del disorientamento delle masse e della sostanziale complicità della "sinistra'' del regime neofascista.
Il disegno di legge in questione è stato annunciato il 24 novembre sul Corriere della Sera dal ministro forzista della Funzione pubblica con delega alla sicurezza, Franco Frattini, ed è stato approvato dal Comitato interministeriale per la sicurezza. Il documento è ancora "riservato'', ma sono state rese note le sue linee principali, che sono le seguenti: gli agenti segreti che nel corso di indagini aventi per finalità la "sicurezza dello Stato'' commettono reati, anche gravi, escluso il ferimento o l'uccisione di persone, non sono punibili. Ciò significa che potranno entrare nelle case, spiare e rubare, finanche partecipare ad azioni delittuose, purché senza spargimento di sangue, senza alcuna limitazione e con la certezza dell'immunità. è quello che si chiama "garanzie funzionali''.
Di tali operazioni sono a conoscenza solo il direttore del servizio e il presidente del Consiglio, che ne dà autorizzazione scritta. Anche il Cesis deve essere informato, ma il suo parere non è vincolante. Il governo non è obbligato, né nei singoli casi né periodicamente a informare il parlamento delle operazioni coperte che comportano violazioni della legge. Il parlamento, attraverso il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, può esercitare un controllo solo in merito al budget di spesa, e soltanto a operazioni concluse.
è vietato all'agente segreto qualsiasi rapporto con l'autorità giudiziaria. Solo a operazione conclusa, e solo se positivamente, il direttore del servizio informa la polizia giudiziaria che a sua volta informa la magistratura. Nel caso in cui l'agente incappi nella polizia o altra autorità pubblica mentre commette il reato, il controllo sulla liceità o meno del suo comportamento è affidato alle Direzioni antimafia. Il segreto di Stato dura 15 anni, prorogabile con decreto motivato della presidenza del Consiglio.
Come si vede si tratta di una controriforma di gravità inaudita, da ventennio mussoliniano. Non è ancora la licenza di uccidere, come quella concessa dal boia Bush ai suoi killer della Cia, ma è comunque una licenza di delinquere. Ci sono poi i superpoteri al presidente del Consiglio, con il corrispondente esautoramento del parlamento e della magistratura, che rendono questa controriforma un vero e proprio golpe che modifica gli equilibri istituzionali a tutto vantaggio del potere esecutivo. Il quale potrà avvalersi dei servizi segreti come di una propria guardia pretoriana svincolata da ogni controllo.
Curiosa, o meglio ipocrita, è la motivazione addotta da Frattini per spiegare il divieto agli 007 di avere rapporti con la magistratura: sarebbe per "impedire che singoli magistrati si possano servire di agenti sotto copertura per compiere indagini che lederebbero il diritto di difesa dell'indagato''. Insomma, l'uso di operazioni "sporche'' è sacrosanto se si tratta di spiare presunti terroristi, specie se di carnagione scura. è invece un abuso se è rivolto magari ad incastrare indagati "eccellenti'' in inchieste giudiziarie. C'entra forse qualcosa un certo imputato Silvio Berlusconi?
Il governo ha intenzione di procedere speditamente alla presentazione del provvedimento in parlamento. Nell'intervista al CdS Frattini ha rivelato che c'è un accordo con l'opposizione per la procedura d'urgenza. Non è stato smentito, e quindi vuol dire che è vero. Del resto anche questo era un provvedimento già allo studio della precedente maggioranza di "centro-sinistra''. Anche se ora che si trova all'opposizione, l'Ulivo chiede che ci siano più "garanzie'' per il parlamento. A questo proposito, dopo regolare trattativa sottobanco, il 13 dicembre la casa del fascio e l'Ulivo hanno raggiunto un compromesso in sede di Comitato parlamentare sui servizi per "correggere'' il progetto governativo con qualche aggiustamento che tenga conto anche del parere della "opposizione''. Dopodiché potrà avere la strada spianata per una rapida conversione parlamentare.
Il documento "corretto'' è stato così approvato all'unanimità dal Comitato, con la sola astensione di Rifondazione. Gli aggiustamenti riguardano l'istituzione di un livello di controllo delle operazioni segrete autorizzate intermedio tra la presidenza del Consiglio e il parlamento, attraverso un "Comitato di tre saggi'' nominato dai presidenti delle Camere, che però potrà esprimere solo parere consultivo. Inoltre è stato specificato che le operazioni segrete in violazione di leggi in nessun caso potranno violare i diritti fondamentali della persona (vita, incolumità personale, salute).
Ma se non è zuppa è pan bagnato. Simili palliativi non bastano certo a cambiare il carattere fascista, anticostituzionale e da stato di guerra del provvedimento. Come solo salvafacciata sono le "riserve'' messe agli atti dai DS, su cui la maggioranza sta lavorando per trovare un ulteriore compromesso, che cercano di coinvolgere in qualche modo nei controlli anche la magistratura. Intanto il governo è pronto ad emanare un decreto per l'assunzione fin da subito di centinaia di nuovi agenti operativi e di supporto, analisti informatici e finanziari e interpreti di lingue arabe. Allo scopo è stato anche rimosso, per questo solo settore, il blocco delle assunzioni che permane invece per il pubblico impiego in generale.
Sui pericoli del provvedimento ha messo in guardia il garante per la privacy Stefano Rodotà, secondo il quale esso vìola i diritti dei cittadini garantiti a livello anche europeo. L'Italia è già ora un paese ad altissimo tasso di intercettazioni, con un picco di 44 mila nel 1988. E si tratta solo di quelle autorizzate dalla magistratura. Nessuno sa a quanto ammontino quelle condotte abusivamente. La controriforma governativa le legalizzerebbe e le moltiplicherebbe a dismisura.
L'ex capo dello Stato Francesco Cossiga, che di queste cose se ne intende più di chiunque, ha espresso molto chiaramente l'obiettivo a cui risponde questo provvedimento neofascista, esortando Frattini a prendere esempio dalla legislazione britannica in materia: "A che servono - si è chiesto il capo dei gladiatori - i servizi segreti se non sono in grado di entrare, per esempio, nella casa di un musulmano per vedere se appartiene ad un'organizzazione terroristica? L'arcivescovo di Colonia ha detto che sarebbe lecito uccidere Bin Laden per quello che ha fatto. Io chiedo: chi lo può fare questo? Dei poliziotti?''. Tocca invece ai servizi segreti, quelli che per Cossiga "sono autorizzati a compiere cose che normalmente sono scorrette''.

9 gennaio 2002