"Il manifesto" trotzkista bacia il "rospo Monti"

Il 17 novembre, all'indomani del giuramento, la direttora de "il manifesto" Norma Rangeri salutava il governo Monti come "una sorta di camera di depurazione" e sponsorizzava l'articolo di Marco Revelli, pubblicato a lato, che aveva a suo dire "il merito di esplicitare questa contraddizione e aprire un dibattito" sotto il titolo: "Bacio il rospo Monti". Sarebbero seguiti nei giorni successivi molti altri interventi nella rubrica "Baciare il rospo?"
In uno di questi interventi Alfio Mastropaolo scrive: "Fa bene al cuore vedere tante persone rispettabili al posto della più sgangherata e squalificata compagine ministeriale che l'Italia abbia conosciuto dalla sua nascita". Con questa operazione "Il manifesto" trozkista si flette al governo della dittatura della finanza e della UE guidato dal liberista Monti, non ritenendolo una continuazione ma una liberazione dalla precedente dittatura del neoduce Berlusconi. Tanto più che definisce Monti un "galantuomo e uno studioso di vaglia" e quella del nuovo Vittorio Emanuele III, Napolitano, una scelta obbligata, lamentandosi appena che forse bisognava stare attenti a inserire un ministro che provenisse direttamente dal mondo del lavoro, "tra illustri accademici e banchieri".
Da incalliti opportunisti, anche i sonati e rimbambiti de "il manifesto" baciano il rospo Monti, ben lieti di considerarlo semplicemente "una parentesi di scomoda austerità", e nascondendo la sua vera natura di classe e la spaventosa macelleria sociale ai danni del proletariato e delle masse popolari che è nel suo Dna e programma.

30 novembre 2011