Un comportamento fascista e barbaro
La polizia strappa con la forza un bimbo alla madre
Trascinato per terra come un criminale davanti a una scuola di Cittadella. L'ipocrisia di Manganelli e Cancellieri

Quello che è accaduto lo scorso 10 ottobre a Cittadella (Padova) ad opera della polizia di Stato non lo si vedeva forse dal 1938 quando, nell'ambito dell'esecuzione del regio decreto legge n. 1.390 del 1938 (la più criminale tra tutte le leggi razziali perché ordinò l'espulsione degli studenti ebrei da tutte le scuole e università), questo corpo repressivo si adoperò con zelo e si distinse in varie località d'Italia nell'attuazione di quelle norme criminali che prevedevano l'uso della forza anche contro i bambini indifesi sia per impedire ai piccoli di accedere negli istituti scolastici sia per sbattere fuori quelli che vi erano entrati.
Solo ricordando il clima culturale fascista di cui si nutre il corpo della polizia di Stato si può comprendere, infatti, quello che è accaduto a Cittadella quando, in esecuzione di un ordine del giudice civile, un gruppo di poliziotti si sono recati in una scuola elementare e hanno prelevato da lì, con violenza, un bambino di 10 anni contro la sua volontà per sottrarlo alla madre, come abbondantemente e inconfutabilmente testimoniato dal filmato che la zia del ragazzino ha fatto con un telefonino.
Il bambino è stato trascinato con violenza e di peso per alcune decine di metri, come non viene fatto neanche per un efferato criminale, nonostante la disperazione del nonno e della zia che ha documentato nel filmato anche la preoccupazione dei poliziotti di non essere ripresi.
Di chiaro stampo fascista, poi, deve essere considerata la frase rivolta da un'oscura ispettrice di polizia che rivolgendosi alla zia del bambino afferma: "io sono un ispettore di polizia, lei non è nessuno", rendendo così palese il pensiero di chi si ritiene superiore rispetto al popolo e che pretende di agire al di sopra e anzi al di fuori della legge.
Il capo della polizia Manganelli ha espresso profondo rammarico per la violenza perpetrata ai danni del bambino e per la cialtroneria dimostrata dall'ispettrice ed ha porto le sue scuse ai familiari del bambino; il ministro dell'Interno Cancellieri si è detta parimenti turbata da questi squallidi episodi che smascherano la natura fascista della polizia ma non hanno speso una parola sulla proditoria denuncia penale che questo gruppo di aguzzini in divisa ha avuto il coraggio di sporgere contro la zia, il nonno e una terza persona per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale e per inosservanza di un provvedimento dell'autorità giudiziaria; in realtà sono responsabili semplicemente di aver tentato nei limiti del possibile di scongiurare questo scempio.
Contro questo squadrismo poliziesco si sono espressi ipocritamente esponenti politici e istituzionali. Ipocritamente perché costoro sono i primi a esaltare, invocare e alimentare l'arroganza fascista e la barbarie delle "forze dell'ordine" contro ogni tipo di dissenso e contestazione.
Si sono mosse anche le associazioni: l'Associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani ha annunciato che presenterà un esposto al ministero della Giustizia, il MOIGE definisce l'episodio una barbarie e chiama in causa il ministro dell'Interno Cancellieri.
Protestano indignati anche l'UNICEF, l'Autorità nazionale garante per l'infanzia, il Garante per i diritti dell'Infanzia della Regione Veneto, l'Ordine degli Assistenti sociali e i Giuristi democratici. Una indignazione che accomuna l'opinione pubblica democratica, stanca dei soprusi e della cieca arroganza delle forze repressive borghesi.

17 ottobre 2012