Inchiesta Bankitalia
Il 5% delle famiglie non riesce a pagare il mutuo

Dopo aver gettato sul lastrico e condannato alla miseria milioni di famiglie operaie e negato il futuro ai loro figli, il governo del nuovo Mussolini Berlusconi ora rischia di portargli via anche la casa.
Le fasce a maggior rischio sono i genitori single con figli, i precari con un contratto temporaneo e i lavoratori a basso reddito che negli anni si sono indebitati con mutui pluridecennali per comprarsi una casa e che ora non ce la fanno più a pagare le rate.
A rivelarlo è lo studio di Bankitalia su "L'incremento dell'uso di politiche di prezzo basate sul rischio per i mutui in Italia" condotto sui dati dell'indagine Eu-Silc (Community Statistics on Income and Living Conditions) raccolti da Eurostat nel 2007 (l'anno di inizio della crisi economico-finanziaria che ancora è ben lungi dall'essere superata) da cui risulta che quasi il 5% delle famiglie - sul 13% della popolazione che ha deciso di sottoscrivere un prestito immobiliare - si è rivelato in questi anni insolvente.
Un dato che, insieme a quello della Spagna, si rivela il valore più alto tra quelli dei sette paesi europei analizzati, tra cui Gran Bretagna, Francia, Finlandia, Olanda e Irlanda. E poco consola sapere che il rapporto tra le famiglie in difficoltà e il totale degli italiani è pari allo 0,6%, in linea con le altre nazioni considerate. Si tratta, comunque, di migliaia di famiglie che in un caso su venti non ce la fanno a pagare le rate.Una percentuale che si impenna tra i proprietari di casa più poveri (14,5%), i single con figli (10,1%), precari (7,9%) e impiegati con contratto a termine (8,5%), per raggiungere addirittura un caso su cinque tra i disoccupati (19%).
In particolare, non riesce a pagare il mutuo per tempo l'8,5% degli impiegati part time e il 7,9% degli occupati con un contratto a tempo determinato.
Dall'indagine, inoltre, emerge come il rischio d'insolvenza per le famiglie italiane cresce per le fasce più povere, il 25% dei mutuatari con il reddito più basso presenta un tasso di insolvenza al 14,5%, per le famiglie con un solo genitore il tasso arriva al 10,1% e per le classi d'età tra i 44-54 anni al 6,1%.
Non a caso rileva l'associazione dei consumatori Codacons, la situazione "oggi non è affatto migliorata, nonostante l'abbassamento dei tassi di riferimento". "La crisi - si legge in una nota - ha prodotto disoccupati ed un abbassamento dei redditi di lavoro autonomo. Se alle famiglie che non riescono a pagare il mutuo, poi, si aggiungono anche quelle che sono in difficoltà con il pagamento delle rate, ecco che si supera la soglia delle 500.000 famiglie. Un dato drammatico".
A farne le spese sono soprattutto i nuclei familiari meno abbienti che "presentano un'incidenza più elevata della rata del mutuo sul reddito - si legge nello studio - risultando pertanto più esposti al rischio di variazioni dei tassi di interesse o del reddito disponibile". Mentre "a incontrare maggiori difficoltà nei pagamenti" sono i giovani e i residenti nel Mezzogiorno. E la condizione è destinata a peggiorare ulteriormente alla scadenza dei 12 mesi di sospensione temporanea del pagamento della rata del mutuo a circa 31.000 famiglie in condizioni di difficoltà deciso dalle banche a febbraio e a settembre del 2010. Secondo Bankitalia "se al termine del periodo di sospensione queste famiglie non avranno migliorato la propria situazione reddituale, si potrebbe registrare un innalzamento del tasso di ingresso in sofferenza". In particolare "destano preoccupazione le condizioni finanziarie delle famiglie a basso reddito".

2 febbraio 2011