Bassolino in ginocchio da padre Pio
Da un corsivo su "Liberazione'' del 16 giugno apprendiamo che il governatore della Campania, Antonio Bassolino, era in piazza San Pietro tra i devoti di padre Pio ad assistere alla cerimonia di santificazione del frate di Pietrelcina.
Non solo, ma si sarebbe anche detto "affascinato dalla sua storia e da quello che rappresenta'', tanto da elevarlo a "santo sociale'', una "figura molto simile a quella di Giuseppe Di Vittorio'', perché avrebbe "restituito dignità a un popolo dolente''. Per il Bossi del Sud padre Pio ispirerebbe addirittura "sentimenti forti che la politica, spesso, non riesce più ad avere e a dare''.
Cosa dire del pellegrinaggio e del rapimento mistico di Bassolino indotti dalla beatificazione del frate? L'ex operaista sembra avere una strana attrazione per le tonache e per tutto ciò che odora di santità e di incenso, come aveva già palesato pubblicamente baciando devotamente l'ampolla col cosiddetto sangue di San Gennaro offertagli dal plurinquisito cardinale Giordano. Tanto da ben meritarsi l'appellativo di novello Sant'Antonio partenopeo.
A questo punto, visto che la cosa rischia di diventare un vizio, i casi sono due: o Bassolino ha un po' di confusione nella testa, e allora farebbe bene a seguire fino in fondo la sua vocazione prendendo i voti e ritirandosi nella pace claustrale; oppure fa il furbo, e cerca di sfruttare, accreditandolo, l'irrazionalismo religioso per allargare la sua base elettorale in ordine alle sue ambizioni politiche personali. In entrambi i casi che cosa avrà mai a che vedere un simile soggetto con le aspirazioni e le battaglie della classe operaia?

3 luglio 2002