Per concorso in truffa aggravata e continuata ai danni dello stato e per altri gravi reati
Bassolino rinviato a giudizio
Ciò nonostante rimane abbarbicato alla poltrona di governatore della Campania
Vista l'ecatombe in cui è stata precipitata la nostra amata regione dall'operato criminale delle istituzioni mafiose in camicia nera, il nostro sostegno e la nostra solidarietà non possono che andare ai pm Paolo Sirleo e Giuseppe Noviello e ai gip Rosanna Saraceno e Anna Cirillo che, con grandi sacrifici e tra mille difficoltà, hanno portato avanti la monumentale e nevralgica inchiesta sul ciclo dei rifiuti della Campania, solo di recente affidata, a seguito di una girandola di trasferimenti, al più giovane gup della Procura di Napoli, Marcello Piscopo.
Nella ricostruzione dei giudici è "la storia di un appalto (quello sottoscritto con la multinazionale Impregilo) che è una truffa aggravata, continuata e tuttora in corso di esecuzione", una truffa per la quale il 5 febbraio 2008, durante l'udienza preliminare, con un duro atto d'accusa la Procura di Napoli ha nuovamente chiesto nei confronti del governatore della Campania, Antonio Bassolino, e altre 28 persone, il rinvio a giudizio. Secondo i pm Noviello e Sirleo, l'emergenza rifiuti in Campania è stata sfruttata per elargire superstipendi e "guadagni inimmaginabili" per altri settori della pubblica amministrazione.
Dall'impianto accusatorio emerge l'equazione per cui il perdurare dell'emergenza, lunga 14 anni, è servita a tenere in piedi un sistema di consulenze milionarie. Per chi lavorava nel commissariato "più durava l'emergenza, più guadagnava". Davanti al gip Marcello Piscopo, i pm hanno ribadito le accuse contro la gestione commissariale che avrebbe avuto interesse nel mantenimento della situazione di emergenza. I magistrati hanno citato, come esempio, i casi di compensi annui di un milione e 50mila euro annui per il subcommissario Vanoli e cifre tra 800-900mila euro per i subcommissari Paolucci e Facchi.
Bassolino e gli altri 28 indagati sono stati finalmente rinviati a giudizio. I capi d'imputazione per il periodo, dal marzo 2000 al marzo 2004, in cui è stato allo stesso tempo governatore della Campania e Commissario straordinario all'emergenza rifiuti sono: frode in pubbliche forniture per "non aver impedito ma anzi consentito e realizzato la perpetua violazione degli obblighi contrattuali del gruppo Impregilo"; concorso in truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato per aver consentito e non impedito che le aziende controllate dall'Impregilo mascherassero le inadempienze con "artifici e raggiri", interruzione di pubblico servizio, "per aver fornito un contributo omissivo non contestando la violazione del contratto quando i conferimenti dei rifiuti venivano interrotti", abuso d'ufficio e concorso in violazione della normativa ambientale, per aver, per ben 4 anni, permesso il funzionamento illegale dei 7 impianti di Cdr, nonostante "fin dall'inizio si sapeva che non sarebbe mai potuto uscire Cdr degno di questo nome" come ha dichiarato Giulio Facchi all'epoca subcommissario di Bassolino. Ricordiamo che lo stoccaggio a cielo aperto di montagne di eco balle di rifiuto indifferenziato vomitate dai Cdr della Impregilo (quasi 7 milioni di tonnellate) hanno causato l'inquinamento di almeno 250 ettari di superficie agricola.
Bassolino ha spiegato ai magistrati che lui firmava ma senza conoscere il contenuto di quello che sottoscriveva "io ribadisco di non aver mai letto il contratto da me firmato pur avendo comunque assunto la responsabilità con tale firma di assicurare l'avvio di un iter amministrativo già concluso e autorizzato". Una linea difensiva arrogante ed a dir poco puerile che ovviamente non ha incantato i giudici che gli hanno chiarito che "il ruolo amministrativo gli imponeva di sovraintendere personalmente alla gestione del servizio". Dichiarazioni invece più che sufficienti per costringerlo a rassegnare subito le dimissioni, insieme a tutta la giunta, che si sono guardati bene da rassegnare.

13 febbraio 2008