Contro la TAV
Battaglia in Val di Susa
Dure cariche delle "forze dell'ordine". Diversi feriti. Tre fermati. Devastata la baita-presidio dei NoTav
Occupata l'autostrada Torino-Bardonecchia

Tre cortei con migliaia di manifestanti hanno attraversato di nuovo la Val Susa nel sesto anniversario della liberazione e la riconquista della piana di Venaus, dove nel 2005 carabinieri e polizia distrussero nottetempo il presidio dei NoTav.
Due cortei partiti da Giaglione e Chiomonte alle 10 e 30 del mattino si sono diretti verso la Baita attraverso i boschi a causa dello sbarramento creato dalle "forze dell'ordine" con dei jersy (transenne di cemento). Lungo i sentieri e le gole sono arrivati anche diverse famiglie con bambini e molti ragazzi delle scuole. Una salva di fuochi d'artificio ha segnato l'inizio del nuovo assedio: alcuni manifestanti si sono avvicinati alle reti con scudi di plexiglas per tagliarle. È qui che si è scatenata la feroce reazione della polizia, carabinieri e guardia di finanza, chiamati in forze a "blindare" il cantiere, con un fitto lancio di gas lacrimogeni criminalmente sparati ad altezza d'uomo: molti i feriti, gli intossicati e svariati gli incendi che i manifestanti hanno cercato di spegnere invano perché ricacciati indietro da altri lacrimogeni e lancio di pietre. Ne ha fatto le spese anche un operatore della Rai, colpito a una mano da un sasso, secondo lui e altri testimoni, lanciato da un agente. C'è anche, lungo la rete, per un momento, un duro corpo a corpo tra alcuni poliziotti e manifestanti.
21 i NoTav feriti o intossicati, undici gli agenti contusi. Due i manifestanti ricoverati al Cto di Torino: con trenta giorni di prognosi per una ferita ad un occhio e trauma cranico un ragazzo di sedici anni, al quale per 45 minuti è stata negata ogni assistenza perché la polizia presidiava l'unico accesso alla strada asfaltata che permette di raggiungere le ambulanze. Tre i fermati.
In serata, il movimento ha raccontato la devastazione e lo sfregio compiuto dalle "forze dell'ordine" alla baita Clarea, presidio simbolo della lotta dei NoTav: "Hanno distrutto la cucina e la sala da pranzo, hanno tagliato i teli, urinato sugli oggetti. E, addirittura, rubato alcuni zaini e sacchi a pelo".
Il terzo corteo è partito dalla stazione di Susa: aperto da un gruppo di bambini con lo striscione "La valle è nelle nostre mani", si è diretto verso l'A32 per protestare contro la Sitaf, la società che gestisce il tratto, considerata "complice della militarizzazione in valle", bloccando l'importante arteria di comunicazione. In serata, l'occupazione dell'autostrada è continuata con musica e interventi.
Le reazioni dei politici borghesi sono state come sempre di condanna verso i manifestanti e non verso la brutale repressione delle "forze dell'ordine"; dal sindaco di Torino Piero Fassino, che parla di Val Susa "sfregiata dagli estremisti", al governatore Roberto Cota, che invoca "un minimo di serietà" da parte dei No Tav. Vi è stata una "spaccatura" di Sel, che vedeva il segretario provinciale Michele Curto in corteo mentre una corposa parte del suo partito pubblicizzava un documento contrario alla sua adesione. Hanno partecipato al corteo anche la Fiom di Torino e il PRC.
Le dichiarazioni del ministro alle infrastrutture Corrado Passera hanno rafforzato il giudizio ampiamente negativo sulla manovra finanziaria e sul governo Monti che aleggiava nei cortei: "Non abbiamo governi amici" ha sintetizzato uno dei leader, Alberto Perino. Infatti, Passera ha spiegato che non ci saranno cedimenti e che la Tav si farà nei tempi e nei modi previsti. Proprio lui che come Amministratore delegato di Banca Intesa sponsorizzava, finanziava e lucrava sulle grandi opere.
La politica del pugno di ferro verso chi si oppone al manovratore è passata di mano come le poltrone dal neoduce Berlusconi al governo del tecnocrate borghese Monti: "Hanno innalzato il livello di reazione dopo le parole del nuovo ministro dell'interno, che ha invocato il pugno duro contro le proteste - dice Perino -. Ma si sta esagerando. E adesso abbiamo paura, perché ogni volta che ci muoviamo, anche solo di poco, al di là del consentito ci tirano i lacrimogeni addosso".
Per ora le denunce legate agli incidenti sono due; altre cinque sono per chi è stato individuato mentre cercava di raggiungere il concentramento portando il kit del guerrigliero. Per i NoTav che hanno bloccato l'autostrada si profila una sanzione amministrativa e, per i promotori che non hanno rispettato il percorso concordato per il corteo, una denuncia penale. Prima della partenza 350 persone e 140 autoveicoli sono stati controllati e identificati dalla polizia.
La mobilitazione continua. La baita Clarea, è stata rioccupata e ha ospitato il giorno dopo una polentata e un'assemblea a cielo aperto.

14 dicembre 2011