Manifestazione a Benevento promossa dal Comitato Insegnanti Precari sanniti
Precari, studenti, marxisti-leninisti e altre forze politiche e sindacali contestano duramente il nuovo Mussolini
Le "forze dell'ordine" in tenuta antisommossa bloccano i manifestanti vicino al palazzetto dove parlava Berlusconi. A ruba "Il Bolscevico" diffuso dalle compagne
Studentesse mostrano "Il Bolscevico" al passaggio dei gerarchi del Pdl

Dal corrispondente della Cellula "Stalingrado 1943" di Benevento
Domenica 11 ottobre si è svolta a Benevento una riuscita manifestazione antigovernativa, indetta contro la presenza indesiderata del neoduce Berlusconi in città.
Il corteo è partito da piazza Orsini, attraversando un pezzo della città fino al Palatedeschi, dove il neoduce e i suoi gerarchi stavano celebrando la festa provinciale del Pdl. Il lungo e coloratissimo corteo si è snodato per le vie di Benevento lanciando numerosi slogan antigovernativi e per il diritto al lavoro.
La manifestazione antiberlusconiana, indetta dal Comitato Insegnanti Precari sanniti, simbolo ormai della lotta dei precari mobilitati da mesi contro gli infami e antipopolari tagli voluti della gerarca Gelmini, era più che fondata, visto che il nuovo Mussolini ha approfittato della tribuna di Benevento per rilanciare la "Grande riforma" piduista e presidenzialista. Al corteo c'erano anche i precari della scuola provenienti dalla Campania e dal Lazio che contestano i 57.000 tagli. Tanti gli striscioni e le bandiere rosse. Vi erano anche il Collettivo studentesco di Benevento, il Centro sociale Depistaggio, Cgil, PMLI, PRC, PCL, Sinistra e Libertà. La manifestazione ha avuto un ottimo successo ma è stata vergognosamente ignorata e censurata dai media di regime e da quelli della "sinistra" borghese.
Durante tutto il percorso i manifestanti hanno spiegato le loro ragioni di lotta e di rivendicazioni, altresì motivando che non si poteva permettere che Berlusconi insieme ai suoi gerarchi lanciassero da Benevento in maniera ducesca attacchi alla magistratura, alla libertà di informazione e al diritto al lavoro e a tutti i diritti delle masse. A proteggere il neoduce un ingente schieramento di "forze dell'ordine" in tenuta antisommossa composto da carabinieri, polizia, Guardia di finanza e polizia urbana i quali hanno bloccato la strada al corteo un centinaio di metri prima dell'ingresso al palazzetto onde evitare che le legittime grida di protesta potessero disturbare il discorso dell'uomo in camicia nera. Ma nonostante il clima da stato d'assedio militare e repressivo i manifestanti si sono diretti verso via Giuseppe D'Alessandro proprio dinanzi al Palatedeschi dove hanno improvvisato un presidio e lanciato slogan contro Berlusconi, Gelmini e Tremonti. Qui le "forze dell'ordine" hanno fermato i manifestanti in modo provocatorio. Ma le masse beneventane, insieme al PMLI, hanno espresso tutta la loro volontà di lotta e determinazione, dimostrando di saper essere combattive e unite per abbattere il neoduce e i suoi gerarchi, lanciando duri slogan all'indirizzo di Berlusconi e dei suoi camerati sotto il palazzetto.
In prima fila non poteva mancare una folta delegazione di militanti e simpatizzanti del nostro amato PMLI. La rossa delegazione dei marxisti-leninisti era composta da compagne e compagni della Cellula "Stalingrado 1943" di Benevento, della sannita Organizzazione di Buonalbergo e della Cellula "Vesuvio Rosso" di Napoli. Le compagne e i compagni del Partito, guidati dall'indomabile e battagliero compagno Franco Di Matteo, hanno gridato slogan a gran voce e cantato "Bandiera Rossa", "Bella ciao". Hanno animato la manifestazione e il presidio in maniera determinata e combattiva, sventolando ben in alto le rosse bandiere dei cinque Maestri e del Partito e innalzando i cartelli "Fermiamo l'uomo della provvidenza e della terza repubblica". Il PMLI è stato ben accolto a Piazza Orsini dove, prima che il corteo prendesse il via, le infaticabili compagne hanno, in meno di 5 minuti, venduto tutte le copie disponibili de Il Bolscevico, che poi diverse studentesse hanno alzato in alto sotto il Palatedeschi al passaggio dei gerarchi della casa del fascio.

14 ottobre 2009