Per concussione e prostituzione minorile
Berlusconi alla sbarra con rito immediato
Il neoduce farà causa allo Stato
Il processo inizierà a Milano il 6 aprile prossimo

Nonostante i tentativi della Giunta parlamentare per le autorizzazioni a procedere e della maggioranza fascio-leghista che nella votazione del 3 febbraio ha attuato un vero e proprio golpe istituzionale per strappare Berlusconi ai giudici di Milano in base all'assunto che la competenza a indagare sul reato di concussione del premier spettava al tribunale dei ministri, il neoduce sarà processato con rito immediato per i reati di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile.
Lo ha stabilito il 15 febbraio il Giudice per le indagini preliminari (Gip) di Milano, Cristina Di Censo, che ha fissato la data della prima udienza per il 6 aprile prossimo.
Karima El Mahroug, in arte Ruby, è persona offesa nel procedimento in relazione al reato di prostituzione minorile contestato a Berlusconi in quanto il premier secondo i Pubblici ministeri (PM) ha commesso atti sessuali con la giovane in cambio di denaro o altre utilità dal febbraio al maggio dello scorso anno, quando la ragazza non aveva ancora 18 anni. Il ministero dell'Interno, invece, è parte offesa in relazione al reato di concussione ipotizzato nei confronti del presidente del Consiglio in relazione alla telefonata che Berlusconi fece nella notte tra il 27 ed il 28 maggio scorso in questura a Milano per ottenere il "rilascio" di Ruby che era stata portata negli uffici della polizia in seguito alla denuncia di un furto.
A giudicare Belusconi sarà un collegio composto da tre donne, i giudici della quarta sezione penale di Milano Carmen D'Elia, Orsola De Cristofaro e Giulia Turri. L'accusa in aula sarà invece sostenuta da Ilda Boccassini, Antonio Sangermano e Pietro Forno, come in corso di indagine.
Il 9 febbraio la procura di Milano, ritenendo il sussistere di evidenza della prova, aveva depositato la richiesta di rinvio a giudizio con rito immediato.
In un comunicato il capo della procura Edmondo Bruti Liberati aveva precisato che: "Quest'ufficio ha ritenuto di non doversi discostare dalla linea costantemente seguita a Milano in tema di richiesta di giudizio immediato anche per reati connessi, essendo pienamente assicurate le garanzie di difesa". E che: "L'attività di indagine è stata condotta nel rigoroso rispetto dei limiti di cui alla legge 140/2003 (legge Boato, ndr). Si precisa che in atti risultano alcune telefonate intercorse con l'indagato onorevole Berlusconi; di esse non sarà richiesta alla Camera l'autorizzazione alla utilizzazione".
La procura aveva anche trasmesso al Gip una memoria in cui si spiegano i motivi in base ai quali il reato di concussione non è di competenza del Tribunale dei ministri.
Rabbiosa la reazione del neoduce Berlusconi che dagli schermi televisivi ha ripetutamente minacciato: "Mi domando chi pagherà per questo schifo e questa vergogna, alla fine pagherà lo Stato. Ma la responsabilità dei giudici ci deve essere e noi la faremo". I magistrati, ha aggiunto il neoduce, sono degli "eversori" che istituiscono "dei processi farsa con accuse infondatissime. Queste pratiche violano la legge, vanno contro il Parlamento, la procura di Milano non ha competenza territoriale né funzionale. La concussione non c'è, è risibile, non esiste. Sono cose pretestuose, a me spiace che queste cose abbiano offeso la dignità del Paese e portato fango all'Italia. Su questa vicenda farò una causa allo Stato". E sulla concussione di cui è accusato dice che non ha fatto nulla di male, perché il rischio "era quello di creare un incidente diplomatico".
Mentre in un documento approvato dall'Ufficio di presidenza del PDL si legge: "La Procura di Milano appare ormai come una sorta di avanguardia politica rivoluzionaria... Essa agisce come un vero e proprio partito politico calibrando la tempistica delle sue iniziative in base al potenziale mediatico".
Per arrivare al rito immediato, i PM di Milano hanno stralciato la posizione di Berlusconi, accusato di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile in merito alla telefonata fatta alla Questura di Milano con cui il premier chiese che Ruby, al secolo Karima el Mahroug, l'allora minorenne più volte sua ospite, fermata per furto il primo maggio 2010, fosse affidata alla consigliera regionale Nicole Minetti in quanto "nipote del presidente egiziano Mubarak". Karima El Mahroug, a sua volta, è indagata dalla Procura dei minori di Milano per aver fornito false generalità alle forze dell'ordine quando fu fermata in corso Buenos Aires. Dettaglio emerso nel corso della conferenza del procuratore capo di Milano.
A fine settimana invece la Procura chiuderà le indagini nei confronti di Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora accusati di sfruttamento della prostituzione e quindi stralciati rispetto a Berlusconi. Per loro le indagini sono cominciate prima, non si è fatto in tempo a chiedere il rito immediato che va chiesto entro i 3 mesi dall'iscrizione nel registro degli indagati: essendo indagati dall'estate scorsa, evidentemente sono passati ben più di 3 mesi e quindi seguiranno il rito ordinario.
Inoltre va ricordato che in settimana la Corte d'Appello di Milano emetterà la sentenza sul caso Mondadori per cui la Fininvest è stata condannata a risarcire la CIR di De Benedetti con 750 milioni di Euro per avere a suo tempo sottratto la casa editrice Mondadori a De Benedetti, grazie alla compravendita della sentenza della Corte d'Appello di Roma con le tangenti al giudice Vittorio Metta. Poi, il 28 febbraio, riparte il processo Mediaset, il 5 marzo parte il processo Mediatrade e il 12 marzo parte il processo Mills.
Intanto, si fa sempre più concreta la possibilità che su Berlusconi venga aperta anche un'inchiesta presso la Procura romana. I PM starebbero aspettando le carte milanesi sulle feste capitoline del cavaliere piduista, in relazione ai party dell'estate 2010.

16 febbraio 2011