Alla prima festa nazionale dei giovani del Pdl
Berlusconi catechizza i giovani fascisti
Il neoduce si considera il miglior premier di sempre. Vergognosa presenza dei dirigenti PD. Canea anticomunista da Pdl e PD
D'Alema attacca il socialismo realizzato

di Federico Picerni*
Dal 9 al 13 settembre si è tenuta l'11a edizione dell'"Atreju", l'incontro annuale dei giovani neofascisti, quest'anno promosso dalla costituenda nuova gioventù del littorio, "Giovane Italia". Non a caso è stata denominata anche "Prima festa nazionale dei giovani del Pdl". Tema della festa era "Oltre ogni muro", con evidente rimando alla "caduta del muro di Berlino", che infatti ha visto scatenarsi una canea anticomunista tanto da parte di Berlusconi e gerarchi, quanto da parte degli esponenti del "centro-sinistra" vergognosamente presenti.
La prima giornata di apertura ha visto il "botta e risposta" fra il neoduce Berlusconi, la gerarca ministra della gioventù Giorgia Meloni (che è anche presidente di "Giovane Italia") e i giovani presenti. In questi cosiddetti "simpatici siparietti" (come sono stati definiti dai comunicati ufficiali della festa), fra una barzelletta e un invito all'"ottimismo e al realismo", fra la criminale negazione della crisi del capitalismo che per il neoduce sarebbe causata dai soliti allarmisti comunisti, Berlusconi ha fatto delle affermazioni molto gravi.
Subito dopo essere arrivato, il neoduce si è lanciato in uno sperticato elogio del suo governo che, come abbiamo sentito, considera il migliore da 150 anni (superando anche quello del suo nero maestro Mussolini!). Facendo vergognoso sfoggio di una megalomania senza confini e vantando che "abbiamo fatto di più di tutti gli altri governi europei" e crogiolandosi ancora nei risultati raggiunti alle europee e alle amministrative, il neoduce ha attaccato e disprezzato violentemente l'opposizione sociale e di piazza; uno per tutti, in riferimento al nucleare, ha definito gli "ecologisti fanatici dell'estrema sinistra". Infine ha rivendicato per sé il ruolo di capo supremo e fondatore del Pdl, chiarendo bene per l'ennesima volta chi è a comandare, specialmente visto il dissidio di questi giorni con Fini. Non poteva mancare un riferimento alla Libia, di cui il neoduce ha sostanzialmente difeso il colonialismo italiano.
Alla Meloni che gli chiedeva di parlare del partito, Berlusconi ha prontamente risposto che non lo considera il partito della destra, ma vuole che diventi il partito "di tutto il Paese"; insomma che diventi il partito unico del regime neofascista. Già ha cominciato ad attaccare duramente la libertà di stampa; quanto ci vorrà per assistere agli stessi attacchi contro gli altri partiti?
Negli interventi successivi, Berlusconi ha ripreso gli attacchi anticomunisti, con affermazioni a dir poco farneticanti secondo cui i "comunisti" vorrebbero sfruttare l'immigrazione islamica per rovesciare il "sistema democratico" italiano e instaurare una "dittatura poliziesca". Proprio lui che scatena sistematicamente le "forze dell'ordine" per manganellare e reprimere i manifestanti pacifici e disarmati e per controllare ogni aspetto della vita dei cittadini. Quindi in sostanza ha posto la questione: o me o la distruzione. Ma gli effetti della macelleria sociale di cui è responsabile il suo governo fanno capire chiaramente come stanno le cose.
Parlando della controriforma costituzionale, Berlusconi non ha accennato al presidenzialismo, ma ha agitato uno "specchietto per le allodole" per raggirare i giovani. Infatti nella controriforma (a suo dire, non è poi certo che sarà così) sarà inserito il diritto dei 18enni a essere eletti alla Camera e dei 25enni a essere eletti al Senato (attualmente l'età è rispettivamente di 25 e 40 anni). Sempre in questo contesto, Berlusconi ha affermato in sostanza che i giovani che contano sono solo quelli che vengono eletti nei consigli e in Parlamento; gli altri, quelli che magari si impegnano nel sociale, che lottano per i diritti, ecc., sono una nullità.
Alla fine della prima giornata, Berlusconi e la Meloni hanno consegnato il premio "Atreju" alla campionessa mondiale di nuoto Federica Pellegrini lì presente, nell'occasione il neoduce ha esaltato il nazionalismo che a suo dire unirebbe tutti gli italiani.
La seconda giornata è stata dedicata, fra gli altri, al dibattito fra il ministro del Welfare Sacconi e Pierluigi Bersani, candidato alla segreteria del PD. La presenza di ben due dirigenti del PD all'"Atreju" (Bersani e D'Alema) è un fatto gravissimo per due motivi: primo, perché in questo modo il PD non denuncia ma avalla la nascita di una nuova organizzazione neofascista; secondo, perché lo fa in un momento in cui Berlusconi sta attaccando freneticamente e violentemente la libertà di stampa, l'Unità compresa: e anziché lottare per abbatterlo nelle piazze partecipano ai suoi salottini.
Tornando al dibattito, Sacconi ha parlato della necessità di integrare studio e lavoro, anche se, nonostante l'ambiguità delle sue parole, si risolve in una proposta a favore delle imprese piuttosto che dei giovani. Bersani, dopo l'iniziale critica al governo, sua campagna per la segreteria PD, non ha offerto alcuna alternativa concreta ai piani del Pdl.
In un altro dibattito della stessa giornata, dedicato all'ambiente, il sottosegretario all'Ambiente Roberto Menia, fascista triestino, anziché trattare dei gravi problemi ecologici, ha parlato di un "ambientalismo patriottico" dicendo che tutti respiriamo "l'aria dei nostri padri" e che quindi dobbiamo restare uniti sulle tradizioni. Ma intende le tradizioni della borghesia, non certo quelle di lotta del proletariato!
Il successivo dibattito fra il ministro della guerra La Russa e D'Alema è stato incentrato sulla "caduta del muro di Berlino". La Russa naturalmente ha fatto la sua parte da anticomunista, ma ha voluto lasciare al rinnegato D'Alema l'onore di lanciare calunnie e attacchi contro il socialismo realizzato. È stato infatti D'Alema a dire che la caduta ha rappresentato "la fine di un incubo", non riferendosi certo ai regimi revisionisti instauratisi nell'Europa orientale e in Urss dopo il 1956 (che peraltro il PCI di cui era dirigente sosteneva), ma al socialismo realizzato, che ovviamente per i rinnegati e i riformisti, tutti impegnati a difendere il sistema capitalista, è irripetibile e da condannare. Sfacciatamente poi D'Alema afferma: "anche grazie alla caduta del muro noi siamo potuti andare al governo", mettendo in mostra tutto il suo viscerale opportunismo.
Diritti democratici, istruzione, ecologismo, crisi economica, tutti temi che riguardano il presente e il futuro e che quindi devono essere trattati dalle nuove generazioni, non sono stati praticamente toccati. Sull'istruzione, Berlusconi ha difeso a spada tratta la controriforma nera della Gelmini. Sull'ecologismo, a parte la condanna degli "ecologisti estremisti" e il velenoso "ambientalismo patriottico", non è stata detta una parola. I diritti democratici, continuamente calpestati dal neoduce Berlusconi, non sono stati nemmeno sfiorati, neanche dagli esponenti del PD presenti. Al contrario è stato dato grande risalto al consolidamento del regime neofascista e all'intossicazione culturale anticomunista. Certo, perché il futuro che Berlusconi e i suoi gerarchi vogliono per i giovani è un futuro sotto la terza repubblica neofascista, presidenzialista, federalista, interventista, razzista e xenofoba.
Invece i giovani comunisti, progressisti, antifascisti e democratici devono lottare fin da subito per conquistarsi il proprio futuro, che Berlusconi vorrebbe strappare loro. Devono essere innanzitutto alla testa della lotta per i diritti democratici, partecipando fin da subito alle lotte per la libertà di stampa e alla manifestazione del 19 settembre e alle lotte per il diritto all'istruzione pubblica e per un lavoro stabile, a salario pieno e sindacalmente tutelato per tutti. In una parola, alla testa della lotta contro il regime neofascista del nuovo Mussolini, che deve essere cacciato via dalla piazza.

Responsabile per il lavoro giovanile del CC del PMLI

16 settembre 2009