Tangenti per amministratori Rai. Offerte al senatore Randazzo
Berlusconi indagato per corruzione
Bertinotti gli va in soccorso chiedendo alla Procura di Napoli spiegazioni per la fuga di notizie
Come fa Veltroni a trattare con un simile delinquente?
Il neoduce Berlusconi è nuovamente indagato, questa volta dalla Procura della Repubblica di Napoli, che lo accusa di corruzione e istigazione alla corruzione. Si tratta di un'altra vergognosa storia di tangenti, fatturazioni gonfiate e costituzione di fondi neri all'estero utilizzati per la corruzione di Agostino Saccà, presidente di RaiFiction e - seconda ipotesi di reato - per istigazione alla corruzione del senatore Nino Randazzo, eletto per il "centro-sinistra" in Oceania, e per il mercimonio di altri senatori della Repubblica implicati "in altri episodi non ancora identificati".
La rivelazione è del quotidiano "la Repubblica" che in un articolo del 12 dicembre precisa fra l'altro che l'indagine affidata al Pm Vincenzo Piscitelli dal procuratore Giovandomenico Lepore e dal suo aggiunto Paolo Mancuso, che coordina la sezione criminalità economica, è ormai "nella sua fase conclusiva" ed è basata sulle intercettazioni delle conversazioni telefoniche di Saccà corroborate dal "racconto del senatore Randazzo" reso nelle settimane scorse agli inquirenti.
Berlusconi, secondo l'ipotesi al vaglio dei magistrati, ha segnalato a Saccà i nomi di quattro candidate attrici, una delle quali "gli sarebbe stata segnalata da un senatore del 'centro-sinistra' che gli può venire utile per fare cadere il governo Prodi". Si fa riferimento anche a un incontro di Berlusconi con il senatore Randazzo, nel corso del quale sarebbe stata prospettata al parlamentare la possibilità, se avesse "cambiato cavallo", di essere "nel prossimo esecutivo o viceministro degli Esteri o sottosegretario con la delega per l'Oceania".
In cambio dei suoi servigi Saccà avrebbe ottenuto l'appoggio di Berlusconi per "mettersi in proprio", consistenti aiuti per creare nei pressi di Lametia Terme, in Calabria, una "città della fiction" e la possibilità di collaborare al "progetto Pegasus", un'iniziativa che vuole consociare le capacità e la qualità dei piccoli produttori televisivi italiani per farne una realtà industriale in grado di competere sul mercato nazionale e internazionale.
Il coinvolgimento di Berlusconi nell'inchiesta scaturisce da un procedimento aperto nei mesi scorsi dalla Procura partenopea su alcune società che operavano in "paradisi fiscali". Secondo gli investigatori, attraverso pagamenti estero su estero e l'attività di alcuni intermediari, ingenti somme di denaro sotto forma di tangenti sono state versate ad alcuni funzionari della Rai per promuovere la produzione di diverse fiction. Per questo motivo, già nei mesi scorsi la Guardia di Finanza, su disposizione del Pm, aveva eseguito alcune perquisizioni in viale Mazzini e in particolare negli uffici di Raifiction. Mentre i nomi di alcuni alti dirigenti Rai con alla testa Saccà erano già finiti nel registro degli indagati.
Saccà, insieme a Pietro Pilello (un commercialista calabrese con studio a Milano con molti incarichi in società pubbliche (Metropolitana Milanese, Finlombarda), presidente dei sindaci di Rai International dal 2003 al 2006, oggi ancora sindaco di Rai Way), curavano, secondo gli inquirenti, la "campagna acquisti" avviata da Berlusconi tra gli scranni di Palazzo Madama per sfiduciare Prodi. I due uomini Rai vengono intercettati mentre trattano l'arruolamento di Randazzo che, dopo un primo incontro interlocutorio, viene convocato da Berlusconi prima ad Arcore e poi a Roma a Palazzo Grazioli.
Durante gli incontri, ha raccontato Randazzo agli inquirenti, Berlusconi lo lusinga e gli riferisce che ha bisogno del suo voto per conquistare la maggioranza al Senato. In cambio gli offre la poltrona di viceministro degli Esteri o di sottosegretario con la delega per l'Oceania nel prossimo esecutivo. Mentre, riferisce ancora Randazzo (al senatore Edoardo Pollastri eletto in Brasile), viene promessa la delega come sottosegretario al Sud America. Inoltre Berlusconi offre a Randazzo il numero 2 nella lista nazionale per le candidature alle prossime elezioni politiche e promette di pagargli l'intera campagna elettorale. Di fronte ai tentennamenti di Randazzo, Berlusconi rilancia e rassicura il senatore: "Caro Randazzo, le farò un vero e proprio contratto...". Agli inquirenti Randazzo precisa inoltre che: "È vero, Berlusconi mi chiamò e mi disse: lei ci ha pensato bene, le carte sono pronte, deve solo venirle a firmarle. Mi basta anche soltanto una piccola assenza". Perché al Senato un'assenza, con l'esigua maggioranza del centro-sinistra, ha il valore di un voto contrario. Ho con me Dini e i suoi e tre dei senatori eletti all'estero".
La circostanza è rafforzata dal fatto che almeno uno di questi "contratti di compravendita di parlamentari" è già saltato fuori proprio a Napoli in un'altra indagine che ha come indagato per riciclaggio il senatore Sergio De Gregorio, presidente della commissione Difesa di palazzo Madama, finito sotto inchiesta perché alcuni suoi assegni per un totale di 400 mila euro sono stati ritrovati nelle mani del famigerato contrabbandiere Rocco Cafiero. Si tratta dell'accordo stipulato (e noto) tra Forza Italia e l'associazione "Italiani nel mondo" di De Gregorio in calce al quale figura anche la firma di Sandro Bondi e in cui si dà conto dell'impegno finanziario concordato tra le parti, delle quote già consegnate e quelle da fornire con cadenza mensile.
Rabbiosa e immediata la reazione del neoduce e dei suoi uomini contro il sistema giudiziario che ha "rimesso in moto le toghe rosse". L'onorevole-avvocato Niccolò Ghedini ha subito depositato "una richiesta al Garante della Privacy per inibire la pubblicazione di atti coperti dal segreto d'indagine". Contestualmente ha presentato un esposto al Csm e al ministro della Giustizia "per verificare come sia potuto accadere che tale documentazione fosse in possesso di un giornalista e quali siano state le modalità delle intercettazioni delle conversazioni e degli incontri fra parlamentari".
Mastella ha annunciato, su informativa del procuratore di Napoli, che è stata già "aperta un'inchiesta per fuga di notizie" e che "segue con attenzione" la vicenda della fuga di notizie sull'indagine che riguarda Silvio Berlusconi, ricordando "ancora una volta come la tutela della riservatezza sia un bene costituzionale da garantire sempre, nell'interesse di tutti".
Il laico del Csm Michele Saponara (Fi) ha chiesto l'apertura di una pratica a palazzo dei Marescialli per "verificare se è stato corretto il comportamento dei magistrati".
Ma a destare inquietudine questa volta non è soltanto la lupara politica risfoderata da Berlusconi e dai suoi uomini contro la procura di Napoli, quanto lo scandaloso soccorso offerto al neoduce dalla "sinistra" del regime neofascista che evidentemente ha tutto da guadagnare da questa ulteriore delegittimazione del potere giudiziario a cui ha già dato un forte contributo con i recenti attacchi a De Magistris e Forleo.
Ecco il perché dell'assordante silenzio di Veltroni che evidentemente non prova nessuna vergogna a trattare con un delinquente come Berlusconi e invoca il "rispetto della legalità" solo contro gli scioperi e i blocchi della circolazione dei lavoratori, o per sgomberare rom, extracomunitari, sfrattati e senzatetto; ecco perché Prodi, che a Catanzaro si trova nella stessa situazione del neoduce, minaccia: "La magistratura deve valutare se ci sono ipotesi di interesse giudiziario, ma sempre nel rispetto delle prerogative dei parlamentari coinvolti", mentre il cane da guardia del regime neofascista, il trotzkista Bertinotti, addirittura su sollecitazione del presidente della Giunta delle elezioni della Camera, Carlo Giovanardi, dell'Udc, ha inviato una lettera al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, non per chiedere di andare a fondo nell'inchiesta e fare piena luce sulle malefatte del neoduce ma, per chiedere spiegazioni sulla "fuga di notizie".
"Signor Procuratore - scrive infatti Bertinotti -, il Presidente della Giunta per le autorizzazioni della Camera dei deputati, Carlo Giovanardi, con lettera in data odierna, segnala che in un articolo oggi pubblicato sul quotidiano 'la Repubblica' sono riportate, con riferimento ad un procedimento giudiziario in corso presso il Suo ufficio, notizie relative ad asserite conversazioni tra membri del Parlamento. Il Presidente Giovanardi - prosegue Bertinotti - mi chiede di assumere informazioni onde chiarire se tali notizie risultino tratte da intercettazioni di conversazioni di parlamentari o se derivino dalle risultanze di diversa attività di indagine, potendo nel primo caso la questione coinvolgere la tutela delle prerogative parlamentari di cui all'articolo 68 della Costituzione."'
"Alla luce di quanto sopra - conclude Bertinotti -, Le chiedo, nel quadro dei rapporti di leale collaborazione tra i poteri dello Stato, di volermi fornire al riguardo gli elementi di informazione da Lei ritenuti utili e opportuni".

19 dicembre 2007