Intervenendo all'europarlamento (i punti programmatici)
Berlusconi presenta il suo programma per rafforzare l'imperialismo europeo
Insultando un eurodeputato socialdemocratico tedesco il neoduce manifesta tutta la sua arroganza fascista. Fini e AN prendono le distanze. Bossi e la Lega difendono il nuovo Mussolini. Per Bertinotti "non è uno scandalo la presidenza del capo del governo italiano"
Bush applaude il suo alleato di ferro

Il disastroso inizio del semestre europeo al parlamento di Strasburgo, con gli insulti di Berlusconi all'eurodeputato socialdemocratico tedesco Schulz, l'incidente diplomatico con la Germania, le scuse prima presentate al cancelliere Schroeder e poi ritirate ecc., concentrando tutta l'attenzione politica e mediatica sul clamoroso "incidente" che ha avuto per protagonista il neoduce, ha messo in ombra il programma neoliberista, antipopolare, razzista e imperialista che costui ha presentato all'assemblea come presidente di turno della Ue.
Nessuno ha avuto nulla da obiettare, né sul programma né sul discorso di stampo neofascista con cui Berlusconi lo ha accompagnato. Segno evidente che sui suoi contenuti anche l'Ulivo era sostanzialmente d'accordo, come dimostrato del resto dalla votazione "bipartisan" al Senato, propiziata dallo squallido idillio Fini-Amato, che ha visto convergere Ulivo e Casa del fascio su un'unica linea di sostegno alla presidenza italiana del semestre europeo. E dire che di motivi per attaccare il faraonico programma berlusconiano ce ne sarebbero stati a decine. Anche senza entrare nel dettaglio del documento, cosa che il lettore può trovare comunque nell'articolo di analisi pubblicato a parte, già dalle sue linee generali, illustrate nel discorso di Berlusconi come "priorità" della sua presidenza, si può comprenderne infatti il carattere marcatamente neofascista e imperialista.
Con questo programma Berlusconi ambisce a lasciare la sua impronta mussoliniana sul processo di integrazione e rafforzamento della Ue, sui piani istituzionale, economico, politico e militare, estendendo a livello europeo lo stesso programma capitalista, neofascista e imperialista che sta attuando in Italia: per arrivare al varo della Costituzione europea sotto egida italiana e per togliere ogni freno allo sviluppo neoliberista del capitalismo europeo, attraverso la liberalizzazione selvaggia del "mercato del lavoro", i tagli alle pensioni e massicci investimenti in "grandi opere" infrastrutturali sul modello speculativo che ha già lanciato in Italia. Per rafforzare la Ue sul piano militare creando un esercito europeo in grado di sostenere la proiezione dell'imperialismo europeo in tutte le zone "calde" del mondo. Per attirare nella sua orbita i paesi dell'Est europeo e balcanici, compresa la Russia, e per espandere la sua influenza sui paesi limitrofi del Mediterraneo, del Nord Africa e del Medio Oriente. Per ricucire e rafforzare la "relazione strategica fondamentale" con gli Usa e la Nato, partendo dal suo asse privilegiato con Bush, Blair e Aznar, in aperta contrapposizione, se necessario, all'asse franco-tedesco, se questo intendesse continuare nella deriva antiatlantica. E infine per blindare razzisticamente ancora di più l'Europa dalla pressione migratoria dalle regioni più povere e disastrate del mondo.

L'"incidente" all'europarlamento
Per quanto riguarda il clamoroso "incidente" che Berlusconi ha provocato al parlamento europeo, esso è stato originato dagli insulti all'eurodeputato tedesco Schulz, da lui equiparato a un "kapò" nazista perché aveva osato chiedergli conto del suo intollerabile conflitto di interessi e della recente legge che lo ha messo al riparo dai processi; insulti che ha esteso anche ai parlamentari che lo contestavano inalberando cartelli in cui gli ricordavano polemicamente che "la legge è uguale per tutti", da lui apostrofati come "turisti della democrazia", mentre con la sua più disgustosa faccia di gomma si giustificava sostenendo che in fondo le leggi ad personam varate apposta per lui erano "solo tre". La stessa faccia con cui poi sosteneva che la sua era solo una "battuta ironica" in risposta a una "provocazione" e che l'offeso era lui, per cui non solo non si sarebbe scusato con Schulz e il parlamento, ma anzi pretendeva lui le scuse per essere stato oggetto di un "agguato".
L'episodio era talmente grave da spingere il governo tedesco a convocare l'ambasciatore italiano a Berlino per una protesta formale, cosa a cui Berlusconi rispondeva facendo convocare da Frattini l'ambasciatore tedesco alla Farnesina. è dovuto intervenire Ciampi, per mettere una pezza a una situazione che rischiava di diventare incontrollabile, spingendo Berlusconi a fare una telefonata di "chiarimento" a Schroeder, con la quale il neoduce ha espresso però solo il suo "rincrescimento" per essere stato "male interpretato" al cancelliere tedesco; ma tanto è bastato perché quest'ultimo potesse dichiarare "chiuso" l'incidente.
La sortita di Berlusconi ha avuto ripercussioni serie anche per la sua maggioranza. Fini, che sul suo ruolo europeo sta costruendo la sua carriera politica, è apparso visibilmente in imbarazzo, e ha cercato in qualche modo di prendere le distanze dal premier. Anche Follini (UDC) ha avuto parole critiche per lo show di Berlusconi. Già alla vigilia i rapporti tra AN (da tempo insofferente allo strapotere dell'asse Tremonti-Bossi) e gli alleati di governo erano tesi, per via della votazione sulla legge sulla vendita degli immobili della Difesa, voluta da Tremonti, che aveva visto i fascisti votare con Rifondazione contro il loro stesso governo, e Fini rivendicare ciò come una scelta deliberata del suo gruppo parlamentare. L'episodio di Strasburgo ha rafforzato la richiesta di una "verifica" da parte di AN, che per il momento sembra essere stata acquietata dal neoduce con la concessione a Fini di una "cabina di regia" per la politica economica.

I veri motivi dell'attacco di Berlusconi
Tutti i commenti da parte della "sinistra" borghese si sono limitati a mettere in rilievo la "brutta figura" fatta fare all'Italia da Berlusconi, il cui comportamento è stato attribuito a "intemperanza", "impreparazione" politica e "incapacità" dialettica, e così via. L'organo del PRC, "Liberazione", lo ha definito un "debuttante allo sbaraglio". Le reazioni di Fassino, Rutelli e gli altri leader dell'Ulivo sono state di "desolazione", "imbarazzo", "tristezza" per il semestre italiano che ora "rischia di essere un calvario", "un 8 settembre", ecc. ecc. Bertinotti, nel suo intervento all'europarlamento, pur affermando che "se i cittadini europei sono contro Berlusconi non sono contro l'Italia", ha però ribadito che "non gridiamo allo scandalo per la presidenza del capo del governo italiano".
Nessuno di costoro ha colto, o meglio ha voluto cogliere, il vero motivo di fondo dell'attacco di Berlusconi. Che non è stato dettato affatto da intemperanza o improvvisazione, ma al contrario è stato pensato e preparato a freddo, e scagliato con tutte le forze per ottenere proprio l'effetto e il clamore che ha avuto. Non vanno dimenticate, infatti, le reazioni rabbiose con cui il neoduce aveva risposto alle numerose critiche che gli erano piovute dalla stampa internazionale alla vigilia dell'appuntamento europeo del 2 luglio. Egli sapeva benissimo che critiche e contestazioni non gli sarebbero state risparmiate neanche in aula, per cui non è stato certo preso alla sprovvista, ed evidentemente aveva già deciso di rispondere ad esse con la massima violenza, come poi è stato.
Egli ha sfidato l'aula con lo stesso piglio ducesco e con la stessa arroganza fascista dei suoi maestri ispiratori, Mussolini e Craxi. Per far vedere "gli attributi" ai suoi oppositori e dar loro "una lezione", fingendo ad arte che ad essere attaccata non fosse lui ma l'Italia intera, per fare leva sul nazionalismo e "l'orgoglio ferito degli italiani". Basta guardare, a conferma di ciò, i commenti entusiasti e burbanzosi dei suoi accoliti più reazionari e fascisti, come Bossi, Feltri, Guzzanti ecc. Molto chiara, in questo senso, è stata l'intervista al berlusconiano "Il Giornale" del leghista Maroni: "C'è un'aggressione continua nei confronti suoi - ha detto il ministro del Welfare - e quindi del governo italiano, serviva dunque una reazione ferma e polemica, anche per evitare che nei prossimi sei mesi questi agguati si ripropongano ad ogni occasione. Servirà di lezione, per far capire che non accetteremo provocazioni mentre rappresentiamo l'Unione".

Sfida all'asse franco-tedesco
Se ciò non bastasse, si osservi l'atteggiamento per nulla "pentito" dello stesso Berlusconi nei giorni successivi all'"incidente" di Strasburgo, che non ha tralasciato occasione di farsi beffe del governo tedesco smentendo di aver chiesto scusa a Schroeder, e anzi riaffermando con arroganza di avergli "sottolineato con forza" di sentirsi "offeso per le gravi parole rivolte non solo a me ma anche al mio Paese".
Questo insistere sulle "offese all'Italia" da parte tedesca rivela anche un altro fine, oltre a quello di stroncare ogni critica presente e futura nei confronti del neoduce, e cioè quello di mostrare a tutti, e in particolare all'asse franco-tedesco ancora egemone nella Ue, che l'Italia non è sotto tutela, e vuole giocare fino in fondo il suo ruolo di potenza, forte del legame privilegiato con gli Usa. Lo rivela il rinnegato Adornato, in un fondo su "Il Giornale" del 5 luglio, elogiando Piero Ostellino "che - dice il tirapiedi del neouduce - sul Corriere invita a spostare la nostra discussione dalle questioni di bon-ton a quelle di sostanza, leggendo dietro l'incidente di Strasburgo il riflesso della lotta strategica, politica ed economica, tra l'asse franco-tedesco e il resto d'Europa con la volontà di tenere sotto controllo un'Italia che, a differenza di Parigi e di Berlino, può oggi vantare un buon rapporto con Washington".
La telefonata di congratulazioni e di incoraggiamento che Bush ha fatto al suo alleato di ferro Berlusconi, immediatamente dopo il suo intervento al parlamento europeo, così come il viatico entusiasta che il "Wall Street Journal" aveva dedicato al neoduce alla vigilia, la dicono lunga e confermano in pieno questa interpretazione dell'"incidente" di Strasburgo.