Elezioni comunali di Varese
Bilancio della giunta fascio-leghista Fontana
Da "città giardino" a "città cementificio". Repressione e militarizzazione
Lottare per Varese governata dal popolo e al servizio del popolo

Dal corrispondente dell'Organizzazione di Viggiù del PMLI
Con le elezioni comunali della primavera prossima a Varese è doveroso, da parte dell'Organizzazione di Viggiù del PMLI, fare un breve bilancio critico della giunta comunale fascio-leghista che con alla testa il neopodestà Attilio Fontana dal 2006 ad oggi amministra la città.

Speculazione ai danni delle masse
I mondiali di ciclismo svolti nel 2008 nella "città giardino" sono stati usati dai caporioni leghisti per la loro propaganda mediatica oltre che dalla borghesia per enormi speculazioni. Un evento sportivo assai costoso: l'ammontare dello stanziamento era di 71,4 milioni di euro, per la maggior parte fondi statali.
Nella corsa a costruire tutto e subito in vista dell'evento sono stati intascati dai vari palazzinari (tra i quali Salvatore Ligresti e Sandro Polita), milioni di euro per la costruzione di mega-alberghi di lusso (molti dei quali poi lasciati all'abbandono) in zone tra l'altro ad alto rischio idrogeologico, strutture per i ciclisti, risultate poi inesistenti, oltre a immensi parcheggi, mai completati, per le annunciate folle di turisti. Un'immensa colata di cemento che ha trasformato Varese da "città giardino" in "città cementificio".
Anche il rifacimento delle strade per l'evento ha riguardato solo le zone di passaggio delle corse, mentre altre zone più periferiche dove si trovano i quartieri popolari, non comprese dalle corse, che invece necessitavano di lavori di riqualificazione (come viale Dalmazia e viale Europa) non sono state minimamente toccate.
Se il comune avesse pensato un po' di più alle esigenze delle masse e alla loro sicurezza avrebbe speso i soldi in altro modo: al posto degli alberghi di lusso, per esempio, sarebbe stato meglio pianificare il rafforzamento e la messa in sicurezza degli argini del fiume Olona e delle zone limitrofe al comune, soggette a rischio frane. In questo modo si sarebbe evitata, o almeno in buona parte arginata, la grave alluvione che ha colpito la città l'anno successivo ai mondiali e che ha causato ingenti danni a cose e persone.

Scuola
Le decine di milioni di euro usate per ingrassare i magnati del cemento sarebbe stato meglio utilizzarle per le ristrutturazioni di edifici come l'università dell'Insubria che cade letteralmente a pezzi, dove il riscaldamento d'inverno è un optional e dove per fare fotocopie gli studenti devono portarsi la carta da casa. Ma quando si tratta di investire su un bene della collettività come la scuola pubblica i soldi non si trovano mai.
Al contrario quando la scuola non è pubblica ma privata i soldi arrivano, cosìcché nell'anno 2009-2010 mentre la Gelmini taglia a più non posso milioni di euro alla scuola pubblica, col benestare del compiacente neopodestà Fontana, 800 mila euro di fondi statali venivano utilizzati per le ristrutturazioni della scuola privata Bosina. La scuola Bosina, o "Libera Scuola dei Popoli Padani" (una delle associazioni della galassia Lega Nord), è stata fondata nel 1998 dalla signora Manuela Marrone, "maestra di scuola elementare di lunga esperienza" (spiega il sito della scuola), ma soprattutto moglie di Umberto Bossi.
Nello stesso periodo in cui venivano regalati questi soldi al privato il comune di Varese si adoperava per chiudere diverse scuole pubbliche elementari della città, in particolare la Mameli, la Foscolo, la De Amicis, la Cairoli e la IV Novembre. Questa chiusura avrebbe comportato lo scorporamento degli alunni in altri edifici scolastici lontani da casa con immancabili disagi per genitori e ragazzi.
Il progetto alla fine è fallito per il forte No espresso anche con sit-in di protesta dei genitori, degli insegnanti e dei bambini stessi.

Spazi sociali e repressione sociale
La carenza di spazi e luoghi di socializzazione per le masse popolari soprattutto giovanili di Varese è uno degli altri grandi problemi che attanaglia la città.
Nel ventennio in camicia nero-verde in cui hanno dovuto vivere le masse popolari di Varese fino ad oggi nulla è stato fatto per rimediare a questa grave mancanza.
I governanti fascio-leghisti in combutta con la classe dominante borghese hanno spinto le masse popolari a ricrearsi degli spazi di vita e socialità all'interno dei centri commerciali, che nella città e nella provincia sono spuntati come funghi negli ultimi anni, nelle costose discoteche dove ogni sabato sera migliaia di giovani e giovanissimi abbracciano la cultura del "divertimento" e dello sballo ad ogni costo, ricorrendo molte volte all'abuso di alcool e di droghe, e nelle sale di slot machine e video poker, vere e proprie dissanguatrici del già magro salario dei lavoratori.
Facendo così hanno legato il concetto di socialità al concetto di consumismo, il tutto per la gioia dei capitalisti.
Negli anni ci sono stati tentativi da parte delle masse in particolar modo dei giovani, di emanciparsi da questa condizione e di creare degli spazi sociali autogestiti, liberi dalla logica del profitto capitalista, ma la risposta dei fascio-leghisti a questa legittima richiesta di spazi da parte delle masse è stata a colpi di manganello e repressione per chiunque osasse contrapporsi ai concetti borghesi di svago e divertimento.
Un esempio per tutti il fatto recente, denunciato anche dall'Organizzazione di Viggiù del PMLI su "Il Bolscevico", del brutale sgombero da parte delle "forze dell'ordine" neofasciste col supporto di militari, voluto dal neopodestà Fontana e diretto dal questore di Varese repressore anti-PMLI Marcello Cardona, dell'ex discoteca di viale Valganna occupata dal "collettivo di autogestione della selva".

Varese "modello sicurezza"
Il regime neofascista per consolidarsi e affilare le proprie armi repressive ha scelto Varese, su spinta del ministro dell'Interno Roberto Maroni e con il plauso del neopodestà Attilio Fontana, come "città-laboratorio" per quello che lo stesso Maroni aveva definito, in occasione dei festeggiamenti per il 158° anniversario della polizia di Stato tenutosi a Varese, il nuovo "modello sicurezza". Tale progetto, dice il gerarca Maroni, è l'esperimento che, se andrà in porto, diventerà il "modello di sicurezza da esportare in tutta Italia, e perché no, anche in Europa".
Ma in cosa consiste il nuovo "modello sicurezza" che si sta sperimentando nella "città giardino"? Il progetto prevede la creazione di una vera e propria città militarizzata, dove tutto e tutti sono sotto il controllo degli apparati repressivi dello Stato capitalista in camicia nera, attraverso un maggior numero di telecamere, fornite di nuove tecnologie come, per esempio, quelle che si vogliono installare in piazza Repubblica, il cui esperimento, ribattezzato "Progetto Sinecure", ricoprirà la zona con piccole antenne che permetteranno ai cellulari di fare chiamate con la tecnologia bluetooth (quasi tutti i telefoni ormai ne sono dotati) e, schiacciando un semplice pulsante, si potrà chiedere alla centrale della polizia locale di essere inquadrati, e una telecamera, seguendo il segnale del cellulare, si orienterà sull'interessato e su chi gli starà intorno. Poi le ronde, che richiamano alla memoria le lugubri squadracce fasciste di Mussolini e, infine, l'aggiunta di organico tra le "forze dell'ordine" neofascista.
Ma, i marxisti-leninisti si chiedono, a cosa può portare questa "militarizzazione" della città? Al controllo della "criminalità"?
E ci si chiede, chi è più criminale, il venditore di rose, il mendicante, che magari per colpa della crisi capitalista è rimasto senza lavoro, o il lavavetri ai semafori, molti dei quali sfruttati dalla malavita organizzata, oppure il capitalista che cementifica, inquina, specula sulla città e sulle condizioni di vita delle masse?
I nuovi sistemi di repressione imposti alla città, con chi se la prenderanno? Con il senzacasa, col proletario, con chi scenderà per strada a manifestare, a protestare per i propri diritti, o col capitalista in giacca e cravatta che vive nel lusso dei palazzi del potere?

Conclusioni
Per noi marxisti-leninisti gli scempi commessi ai danni delle masse popolari, sono il frutto del regime neofascista imperante nel nostro Paese, di cui Berlusconi è il nuovo Mussolini.
Tale regime che a Varese detta legge tramite la giunta del neopodestà Attilio Fontana non ha altro scopo che quello di asservire al meglio il proletariato e le masse alla classe dominante borghese, i cui unici interessi sono la speculazione, la privatizzazione dei servizi pubblici e quindi il profitto sulla pelle dei lavoratori.
Solo lottando per Varese governata dal popolo e al servizio del popolo, delegittimando le istituzioni borghesi in camicia nera e i suoi rappresentati, attraverso l'astensionismo (disertare le urne, annullare la scheda o lasciarla in bianco), lavorando per creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia i Comitati popolari eletti dalle Assemblee popolari, basati sulla democrazia diretta, è possibile migliorare le condizioni di vita e di lavoro della popolazione varesina.

9 marzo 2011