Emma Bonino
Atlantista di ferro, anticomunista e iperliberista

Emma Bonino nasce a Bra (Cuneo) nel 1948. Icona del cosiddetto "radicalismo liberale" sia a livello nazionale che internazionale. Secondogenita di una famiglia borghese e cattolica (il padre era proprietario di una fattoria prima di diventare un commerciante di legname, la madre era una cattolica praticante), consegue la maturità classica al liceo "Gandino" di Bra nel 1967 e poi la laurea, nel 1972, in Lingue e letterature moderne alla prestigiosa Università privata della "Bocconi" con una tesi sulla figura di Malcom X.
La sua nomina a ministro degli Esteri del primo governo Letta è stata sponsorizzata direttamente dal nuovo Vittorio Emanuele III Napolitano con cui la Bonino coltiva una grande amicizia fin dal 1994 quando, grazie alla "discesa in campo" di Berlusconi e alla conquista di Palazzo Chigi, l'allora parlamentare di Forza Italia fu nominata commissario europeo proprio al posto di Napolitano che a sua volta fu poi eletto al Quirinale. Non a caso Napolitano, alla vigilia della formazione del nuovo governo, aveva chiesto al comune amico Riccardo Nencini, segretario nazionale del PSI, di "salutare Emma e dille che la chiamo presto".

Femminista piccolo borghese, interventista, filo-sionista e anticlericale pentita
Agli inizi degli anni '70 entra in politica sposando le tesi del femminismo piccolo-borghese e fonda il "Centro d'Informazione sulla Sterilizzazione e sull'Aborto".
Nel 1976 inizia la sua lunga carriera politica fra i signori del palazzo. Viene eletta per la prima volta alla Camera a soli 28 anni tra le file del Partito Radicale. Sarà rieletta per 8 volte al Parlamento nazionale e per 3 volte, a partire dal 1979, è anche parlamentare europea.
Appena varcata la soglia del Palazzo inizia il suo progressivo autosmascheramento e da anticlericale militante, laica e "sfegatata pacifista non-violenta" si trasforma ben presto in convinta sostenitrice dell'imperialismo guerrafondaio, calza l'elmetto della Nato, si schiera apertamente coi sionisti israeliani e si riconcilia facendo "mea culpa" perfino con le alte sfere Vaticano.
Nel 1978 cavalca la dilagante protesta popolare contro l'allora presidente della Repubblica, il DC di destra Giovanni Leone, costretto a dimettersi in quanto pesantemente coinvolto nello scandalo Lockheed e il traffico d'armi. Ma poi si pente e il 3 novembre 1998, sotto l'egida dell'allora presidente della Repubblica Scalfaro e del futuro Vittorio Emanuele III Giorgio Napolitano (in veste di mediatore), accompagnata dal suo padrino politico Pannella, rende omaggio a Leone in occasione del suo 90° compleanno, gli chiede pubblicamente scusa e si rimangia tutti gli attacchi e le critiche mosse nei suoi confronti e si prostra ai piedi degli alleati imperialisti americani sposando in pieno "la prepotenza e l'arroganza degli yankee".
Anche il fervore delle battaglie per il divorzio e l'aborto e lotte per i diritti civili sbandierati per tutti gli anni '70 ben presto si attenuano fino a diventare di facciata svelando il suo vero volto filo-clericale e anticomunista viscerale.
Nel 1981 promuove un appello contro la fame nel mondo contribuendo a fondare l'associazione "Food and Disarmament International", di cui di lì a poco diverrà segretario. L'iniziativa riscuote grandi simpatie da parte del Vaticano e segna il preludio di una "sorprendente" riconciliazione con le gerarchie ecclesiastiche ufficializzato nel 1986 con l'incontro amichevole con il papa nero Wojtyla e proseguita nel tempo con la Bonino che nel 1987 manifesta in prima fila a favore di Solidarnosc contro Jaruzelski "e la sua dittatura comunista", in piena sintonia col filo-papalino Lech Walesa.

Anticomunista berlusconiana riciclata dal PD
Negli anni successivi non perde occasione per attaccare l'esperienza e la storia del movimento comunista internazionale scagliandosi con particolare livore contro la figura e l'opera dei cinque Maestri da Marx a Mao senza distinzioni di sorta. Agli inizi del 2000 sulla scia del "libro nero del comunismo" presenta un libercolo, finanziato dagli Usa, di tale Michael Breen, contro la Corea del Nord, nella cui prefazione, peggio di un becchino, elenca i presunti milioni di morti causati dal comunismo.
In un'intervista a "Il Messaggero" del 17 aprile 2004 arriva addirittura a paragonare il comunismo al nazismo e al terrorismo affermando che "il terrorismo è una minaccia come lo sono stati il nazismo o lo stalinismo. E che quindi non è, a dispetto di certi luoghi comuni di sinistra, il prodotto della povertà o dell'unilateralismo USA". Per non parlare delle vere e proprie campagne stampa contro la Cina rea di aver attaccato e isolato sul Tibet il Dalai Lama fin dai tempi di Mao.
Il suo livore anticomunista è tale che nel 1994 il neoduce Berlusconi la fa eleggere in parlamento candidandola in Veneto tra le file di Forza Italia appena fondata da Dell'Utri e Previti. Sempre nel 1994, a pochi mesi dalle stragi politico-mafiose di Capaci, via D'Amelio, Roma, Firenze e Milano, Emma Bonino prende parte a un vergognoso comizio organizzato a Palermo in combutta con Berlusconi e Tiziana Parenti, durante il quale critica aspramente i giudici e le indagini sull'intreccio mafia e politica.
L'idillio col neoduce, che nel 1999 arriva addirittura a candidarla al Quirinale, dura fino a tutto il 2005. E mentre Berlusconi vara le vergognose leggi ad personam, smantella la sanità e la scuola pubbliche, vara la controriforma pensionistica e deregolamenta il "mercato del lavoro", lei lo copre e lo difende a spada tratta affermando fra l'altro che: "Con Berlusconi abbiamo iniziato un lavoro molto serio, apprezziamo ciò che sta facendo come premier".

Guerrafondaia al servizio dell'imperialismo
Nel gennaio 1995 Berlusconi la nomina Commissario europeo insieme a Monti e le assegna i portafogli della politica dei consumatori, della politica della pesca e dell'Ufficio Europeo per l'Aiuto Umanitario d'Urgenza (European Community Humanitarian Office, noto anche come ECHO).
Pochi giorni dopo, al ritorno dalla sua prima missione nella ex Jugoslavia, sul "Corriere della Sera" scrive: "può sembrare paradossale, certamente amaro se 'da convinta nonviolenta quale sono da sempre' mi ritrovo a condividere, se non addirittura a invocare, l'uso della forza da parte della comunità internazionale per mettere fine ai crimini contro l'umanità che vengono impunemente perpetrati in un angolo d'Europa chiamato Bosnia". Preludio all'aggressione imperialista contro la ex-Jugoslavia scatenata nel 1999 dall'Unione europea e dalla Nato con alla testa il governo del rinnegato D'Alema.
Da Commissario europeo la Bonino si è sempre schierata a favore degli Ogm senza etichettatura. E nel '98 è stata ospite per almeno due volte del club Bilderberg che per la sua segretezza è stato più volte accusato di essere una sorta di superloggia massonica mondiale coperta e frequentata esclusivamente da un ristretto gruppo di politici, banchieri, industriali, accademici e giornalisti.
Sempre da commissario europeo si schiera a favore dell'aggressione imperialista all'Afghanistan e all'Iraq: "Io credo che non ci fosse alternativa per sconvolgere la rete terroristica: se mandiamo il messaggio che dopo le torri di New York possono bombardare, senza colpo ferire, anche il Colosseo e la Torre Eiffel, non ci dà sicurezza". E per giunta si oppone anche alla sospensione dei bombardamenti in Afghanistan per far passare il corridoio umanitario degli aiuti destinati alla popolazione e vittime civili della guerra con l'assurda motivazione che ciò "servirebbe solo ai talebani per riorganizzarsi".
Per non parlare dello scandalo delle frequenze Tv che la Bonino ha contribuito a negare per dieci anni a "Europa7" per favorire "Rete4" e Berlusconi che le occupava abusivamente chiedendo al Consiglio dei ministri l'attuazione di tutte le sentenze della Corte di giustizia europea tranne una: quella che dà ragione a Europa7 e torto al gruppo Mediaset.
Nel 2004 viene rieletta al parlamento europeo e si iscrive al gruppo liberale "Alleanza dei Democratici e Liberali per l'Europa", occupando il ruolo di capo delegazione della missione degli osservatori dell'Ue per le elezioni parlamentari e provinciali borghesi dell'Afghanistan che vedrà la vittoria del filo-Usa Karzai.
Da falsa pacifista qual è, nel 2007, durante il sequestro del giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo da parte dei Talebani in Afghanistan, arrivò ad accusare Gino Strada, che si offrì come mediatore, di fare il doppio gioco.

La giravolta piddina
Nel 2006, dopo 12 anni di militanza berlusconiana, la Bonino viene scaricata da Berlusconi che le preferisce il nuovo alleato Casini e l'appoggio del Vaticano; ma lei non si dà per vinta e pur di rimanere attaccata alla poltrona cambia casacca e si ricicla tra le file del PD che ovviamente le costruisce ponti d'oro e la fa eleggere deputata, poi senatrice, europarlamentare, commissario europeo e ministro per gli Affari europei e del Commercio internazionale (nel Governo Prodi). Dopo la caduta del governo di "centro-sinistra" nel 2008 è eletta senatrice del PD e nominata vicepresidente del Senato. Due anni dopo, il PD la candida alla presidenza della Regione Lazio (contro la Polverini) perché, chiosa Bersani: "È una donna fuori dagli stereotipi. È una fuoriclasse". Una candidatura sostenuta non solo dai radicali e dal PD ma anche dall'IdV di Di Pietro, dai Verdi, da SEL di Vendola e dalla Federazione della sinistra (PRC, PdCI, Socialismo 2000).

Iperliberista contro i No Tav
La sua formazione e la sua storia politica e personale confermano che la Bonino è una sostenitrice sfegatata del "sistema americano" sia in campo economico, che sociale e politico. È a favore del presidenzialismo e del bipartitismo. Nel corso degli anni, lei e i radicali sono stati i promotori di referendum ultraliberisti sponsorizzati dalla Confindustria e finalizzati alla piena liberalizzazione del "mercato del lavoro", alla soppressione dei diritti economici, sindacali e normativi dei lavoratori e delle privatizzazioni, come l'abolizione dell'articolo 18 dello "Statuto dei lavoratori", del Servizio sanitario nazionale in favore della piena privatizzazione della sanità, l'abolizione dei patronati e del sistema di iscrizione ai sindacati definiti in blocco "barbari, oscurantisti e retrogradi", la liberalizzazione del lavoro a domicilio e dei contratti a termine. E ancora la battaglia per la cosiddetta "giustizia giusta" di craxiana memoria, mutuata dal "Piano di rinascita democratica" della P2, prevede l'abolizione dell'obbligatorietà dell'azione penale, l'inasprimento delle norme sulla responsabilità civile dei giudici e la netta separazione delle carriere dei magistrati. Fino alla proposta di legge per modificare l'art. 1 della Costituzione togliendo il riferimento al "lavoro" e le "Norme per la liberalizzazione del mercato dell'energia, per la razionalizzazione dell'approvvigionamento, per il risparmio energetico", che hanno dato il via libera ai rigassificatori.
Si è sempre schierata a favore della Tav e durante le lotte delle popolazioni in Valsusa ha attaccato il movimento definendolo "Una rumorosa minoranza che si spaccia per alfiere della democrazia diretta ma in realtà con la violenza tiene in ostaggio la grande maggioranza della popolazione della Valle e un intero Paese, che rischia di essere sempre di più emarginato dalle grandi vie di comunicazione europee. Non ce lo possiamo permettere".
Nel 2010 fece da sponda all'editto di Berlusconi contro "Annozero" e Santoro: il voto radicale in Vigilanza fu decisivo per chiudere i programmi e abolire l'informazione Tv alla vigilia delle elezioni.
Per non dire del voto contrario all'arresto di Cosentino con la motivazione, a dir poco ridicola, fornita dalla stessa Bonino: "siamo contro l'immunità parlamentare, però esiste".
Più recentemente, la falsa paladina dei diritti civili, si è schierata anche pubblicamente contro i matrimoni gay.

2 maggio 2013