Combattive manifestazioni in 100 città da Torino a Lentini
Un boato nelle piazze contro la "riforma" Gelmini
Le studentesse in prima fila a Roma. Sul piede di guerra anche gli universitari, i ricercatori e i docenti
Il PMLI presente a Milano, Bologna, Firenze, Napoli, Bari, Lecce
I numeri dell'ultima, in ordine di tempo, tra le proteste di massa nazionali del mondo della scuola, ossia la mobilitazione del 10 ottobre, indetta dall'Uds, insieme agli StudentiSx e alla Rete degli studenti medi, mostrano un movimento di massa che sta crescendo in ampiezza e combattività contro il decreto Gelmini.
Sono state cento le città italiane che si sono mobilitate. La maggior parte di esse situate al Sud, in Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. In Campania hanno sfilato ben settantamila tra studenti e lavoratori della scuola. La Sicilia è stata la regione in cui sono state indette più manifestazioni: ben ventidue piazze, da Palermo a Catania da Salemi a Lentini.
La grande mobilitazione in queste regioni contro la Gelmini conferma che le masse meridionali hanno ben chiaro che la distruzione della scuola pubblica, voluta dal governo del neoduce Berlusconi, segnerà il definitivo sottosviluppo culturale del Mezzogiorno.
Nelle piazze di tutta Italia erano circa cinquecentomila i manifestanti. A Torino, Roma e Napoli le manifestazioni più imponenti, con oltre quarantamila presenze per ogni corteo. A Milano sono scesi in piazza oltre trentamila studenti. A Firenze, Salerno e Bologna erano in quindicimila circa. In diecimila a Venezia, Trieste, Bari, Genova. In circa quattromila a Bergamo, Brindisi, Padova e Cosenza.
I cortei sono stati ovunque molto animati e combattivi grazie al protagonismo degli studenti delle medie superiori. "Non è che l'inizio... Ora provate a fermarci!", si leggeva ovunque sugli striscioni. E anche: "Gelmini ministro della D-istruzione"; "Con il voto in condotta ci tappano la bocca".
A Milano sullo striscione di apertura campeggiava la scritta: "Bocciata la Gelmini e la sua riforma". A Napoli, in piazza Municipio, gli studenti hanno inscenato un funerale per "la morte della scuola pubblica", assassinata dalla Gelmini.
A Roma il corteo era animatissimo. In prima fila le studentesse, determinate e combattive. Tra gli striscioni "Scuola libera dal mostro Gelmini" e "Gelmini dai un taglio ai tagli!".
Nella mobilitazione nazionale del 10 ottobre il PMLI è stato presente ufficialmente in molte città ed è stato sempre accolto in maniera favorevole dagli studenti e dai lavoratori. A Napoli i marxisti-leninisti hanno diffuso migliaia di copie del volantino "No all'affossamento della scuola pubblica! Con Berlusconi e Gelmini torna la scuola di Mussolini!". Il medesimo volantino è stato diffuso in centinaia di copie a Bari, Bologna, Lecce, Firenze e Milano.
Nella manifestazione di Bari gli studenti hanno rilanciato le parole d'ordine proposte del PMLI. Nella manifestazione di Bologna è stato tenuto ben alto il manifesto del PMLI in difesa della scuola pubblica.
Vi sono state altre mobilitazioni nel corso di questi giorni, come quella imponente della sera del 13 ottobre a Firenze, con ventimila manifestanti. Durante il lungo corteo è stato diffuso il citato volantino del Partito. Alcune studentesse e studenti di un istituto superiore in questi giorni in occupazione, hanno espresso ai compagni la loro preoccupazione per il clima di ostilità da parte di alcuni docenti nei confronti della mobilitazione. I marxisti-leninisti hanno immediatamente espresso solidarietà militante alle studentesse e agli studenti, esortandoli a continuare, con la determinazione fin qui mostrata, la lotta contro il decreto Gelmini, perché ne va della loro istruzione e del loro futuro lavorativo.
Intanto cresce giorno dopo giorno il numero delle scuole occupate nelle varie città italiane, dalle elementari alle medie superiori. Gli studenti, i lavoratori e le famiglie sono determinati a portare fino in fondo la lotta contro lo smantellamento della scuola pubblica, obbiettivo finale del governo del neoduce. L'autunno sarà costellato di iniziative, assemblee, occupazioni e intanto gli studenti si preparano a partecipare allo sciopero della scuola del 30 ottobre.
La regione Toscana farà ricorso alla Corte Costituzionale. Il Codacons da parte sua annuncia la nascita di un "comitato nazionale Insegnanti e Genitori vittime della Gelmini".
Soprattutto, il fronte per l'abrogazione si allarga a comprendere l'intero, o quasi, mondo universitario, pesantemente colpito dai provvedimenti in merito di istruzione del governo Berlusconi.
Molti collettivi universitari hanno partecipato alla mobilitazione del 10 ottobre, come è successo a Torino dove l"Assemblea No Gelmini", composta da studenti e lavoratori universitari ha aderito al corteo unendosi con uno spezzone dell'ateneo.
Nella combattiva manifestazione del 13 ottobre a Firenze erano presenti i circoli didattici, i collettivi universitari, le RSU dei lavoratori della scuola e dell'Università, le scuole medie occupate.
Gli studenti marxisti-leninisti devono essere in prima fila nelle loro scuole e città in questa battaglia per l'abrogazione dei provvedimenti della Gelmini in materia di istruzione. E così, attraverso una larga politica di fronte unito, devono battersi per l'obbiettivo dell'abrogazione di tutta la legislazione controriformatrice in materia scolastica e universitaria rilanciata dalla trilogia clerico-confindustrial-fascista del ministro Gelmini.

15 ottobre 2008