La scuola della Gelmini sempre più repressiva e classista
Valanga di bocciature col 5 in condotta

In aumento del 25%, secondo i primi dati ancora parziali, rispetto all'anno scolastico 2009/2010 gli studenti bocciati nelle scuole italiane per il 5 in condotta. A dover ripetere l'anno per motivi disciplinari saranno 12.500 studenti delle scuole superiori. Lo dice una proiezione elaborata dal ministero dell'Istruzione su indicazione della gerarca di viale Trastevere, Mariastella Gelmini, PDL. Bisognerà aspettare ancora qualche settimana, tuttavia, per conoscere il bilancio finale. Anche stavolta la maggior parte dei "fucilati senza processo" è concentrata al primo anno delle superiori, a conferma dell'ipotesi che il voto di condotta è un nero strumento di selezione classista e meritocratica nei confronti degli studenti delle classi più svantaggiate che dalla scuola non ricevono risposte adeguate e che sancisce il passaggio dalla scuola "di massa", la primaria e la secondaria di primo grado, ad una scuola superiore sempre più d'èlite, per pochi e "buoni".
Secondo la proiezione del ministero, gli studenti in ingresso alle scuole superiori bocciati per il 5 in condotta coprono da soli oltre la metà dell'intero numero. Nei tre anni successivi, i bocciati per sanzioni disciplinari sono tra il 10% e il 15% del totale. All'ultimo anno si boccia di meno per la condotta, ma la percentuale rimane comunque alta, attestandosi sul 5%.
Non comprese nelle indagini del ministero, si segnalano casi di bocciatura con il 5 in condotta anche alle scuole medie inferiori, che hanno colpito persino bambini fermati in prima media: una mostruosità che ben lontana dall'avere una giustificazione didattica, ma corrisponde solo alla voglia di sbarazzarsi degli studenti "non conformi".
L'uso politico del 5 in condotta, che nella scuola del fascio corrisponde a una sentenza di condanna a morte scolastica senza appello è finalizzato non certo a recuperare lo studente, ma a spingerlo all'abbandono, è stato reintrodotto tre anni fa dalla Gelmini.
Non è passata inosservata la coincidenza tra il crescere della protesta studentesca a causa dei tagli alla scuola, dell'aumento del numero di alunni per classe, delle condizioni disastrose dell'edilizia scolastica in Italia e il giro di vite repressivo nei confronti di reali o presunte gravissime infrazioni disciplinari, le uniche che possono giustificare un 5 in condotta, da parte degli studenti.
Su questa oscenità repressiva reintrodotta nella scuola del fascio è intervenuto persino il Presidente della Repubblica, il rinnegato Napolitano, che con il decreto 122/2009, sancendo i limiti, peraltro abbastanza ampi, entro i quali può essere somministrato il 5 in condotta, di fatto ne ha avallato l'uso contro i nostri studenti della scuola secondaria di I e II grado.
Da dati raccolti dai collettivi studenteschi, appare evidente che i 5 in condotta sono stati somministrati anche in funzione di repressione dei movimenti antigelminiani a molti studenti che erano stati denunciati per aver occupato la propria scuola, manifestato e scioperato per far sentire la propria voce. In taluni casi si è arrivati alla vergognosa bocciatura con il 5 in condotta di ragazzi con voti alti in tutte le materie. Ciò nonostante varie sentenze abbiano dato ragione agli studenti in merito al fatto che l'occupazione "non è configurabile il reato di interruzione di pubblico servizio, neanche se l'attività didattica si svolge con difficoltà ed in mezzo a confusione" (Tribunale Siena, 29 ottobre 2001).
Che vi sia una volontà di colpire le proteste antigelminiane lo si deduce anche da un'altra circostanziata denuncia degli studenti: in diversi casi, i dirigenti hanno usato in maniera ligia la norma del limite di assenze oltre il quale lo studente viene automaticamente bocciato, colpendo molti occupanti, ma anche diversi giovani che con le assenze esprimevano un qualche disagio di qualsiasi genere nei confronti della scuola, come studenti che vivono lontani dalle sedi scolastiche e che hanno difficoltà a frequentare: "è chiaro - afferma la Rete degli studenti medi - che chi ha pensato e attuato questo provvedimento non ha alcuna idea di quali sono le condizioni che come studenti ci troviamo ad affrontare: i mezzi di trasporto mal funzionanti che ci mettono delle ore per raggiungere la scuola, arrivando magari in ritardo per il suono della campanella e che ci lasciano poco tempo per studiare il pomeriggio, per non parlare degli studenti che lavorano, spesso in nero, il pomeriggio o la sera, per contribuire alle spese familiari, cosa che comporta saltare giorni di scuola o arrivare in ritardo la mattina".
Vanno puniti, eliminati, secondo la Gelmini, sbattuti fuori dalla scuola del regime tutti coloro che esprimono una contestazione o un disagio: deve regnare ordine, legalità, repressione, meritocrazia e irregimentazione degli studenti a cui vanno spezzate le reni per procedere verso la completa instaurazione della scuola capitalista, neofascista, federalista, classista, aziendalista, meritocratica e clericale di stampo mussoliniano. Ma siamo certi, considerata la combattività delle masse studentesche italiane che su questo nero progetto non è ancora detta l'ultima parola.

29 giugno 2011