In vista delle elezioni regionali del 2010
Bombardiamo la giunta neofascista Formigoni per difendere le masse e per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso anche in Lombardia


La nascita ufficiale della struttura lombarda del PMLI permette a noi tutti di compiere un salto di qualità come militanti marxisti-leninisti, ampliando il campo d'azione e di interesse di ciascuno. Nel corso del Novecento la nostra regione è stata il volano e il laboratorio della reazione. Le storie politiche di Mussolini, Craxi e Berlusconi sono partite da Milano. Allo stesso modo fu la conquista del comune di Milano con Formentini agli inizi degli anni '90 del secolo scorso a portare con forza la Lega Nord alla ribalta nazionale. Oggi è la giunta Formigoni, che governa la Lombardia da quasi 15 anni, a farsi portatrice incontrastata di un disegno neofascista pericolosamente bipartisan, come dimostra il nuovo Statuto approvato a marzo con i voti dell'intero consiglio, "sinistra" borghese compresa, ormai omologata alla reazione borghese. Utilizzando inoltre il federalismo come ariete, divenuto parola d'ordine anch'essa bipartisan di tutti i partiti borghesi, la giunta Formigoni sta cercando di esportare il proprio modello nel resto d'Italia. La Lombardia si pone oggi come il cantiere più consapevole della terza repubblica neofascista.
Nella relazione approfondirò tre questioni: a) come la giunta Formigoni sta affrontando la crisi, confermando la propria ferocia antipopolare; b) come l'introduzione del nuovo Statuto regionale neofascista rappresenti la base dell'attuale accanimento di Formigoni contro i diritti delle donne; c) come gli ultimi atti in relazione al federalismo comincino a permettere alla Regione di pensarsi, per dirla come Formigoni, come una "nuova statualità".

1. LA RISPOSTA DI FORMIGONI ALLA CRISI
Di fronte a una crisi così grave, come ha diffusamente illustrato il nostro Responsabile regionale, a metà dicembre la giunta Formigoni ha approvato un bilancio e una finanziaria regionale da 25 miliardi di euro, senza affatto intervenire in maniera strutturale nella difesa dell'occupazione, del sostegno del reddito di chi perde il lavoro, la sospensione del canone degli affitti popolari e il blocco degli aumenti di tariffe e balzelli. L'unica esenzione da tasse di qualsiasi natura è riservata agli enti ecclesiastici. Come le tre scimmiette, di fronte alla crisi e alle crescenti difficoltà delle masse Formigoni ha chiuso gli occhi, le orecchie e la bocca.
1.1 Sussidiarietà e malaffare
Tuttavia, Formigoni non ha dimenticato di confermare investimenti per più di 1 miliardo nel cosiddetto "welfare della sussidiarietà", favorendo una volta di più i soggetti privati, proseguendo nello smantellamento del pubblico e nel sostegno alle solite lobby affaristiche. Non solo, ben 16 dei 25 miliardi a cui abbiamo accennato vanno per la sanità, che si conferma il maxi affare dei privati, vedi il caso Santa Rita punta dell'iceberg di quel vasto sistema di corruzione e malaffare che va sotto il nome di "sussidiarietà orizzontale", come ha certificato poche settimane fa la stessa Corte dei Conti prendendo di mira il sistema dell'accreditamento lombardo, per nulla trasparente in fatto di regole.
Tale mancanza di trasparenza lobbistica è stata estesa all'istruzione e ai servizi educativi e formativi. Pochi giorni fa la Regione ha dato via libera al progetto "Lombardia Eccellente", che dietro al ritornello dei percorsi di formazione d'eccellenza nasconde strumenti di controllo degli accreditamenti e di finanziamento dei privati vergognosamente opachi, su cui potrà mettere il becco solo l'assessore all'Istruzione Gianni Rossoni di Comunione e Liberazione. Il progetto riguarda anche la formazione del "capitale umano", soprattutto di chi ha perso il posto di lavoro e deve essere reinserito. Un modo, per i privati che accederanno ai fondi, di fare soldi grazie anche ai disoccupati creati dalla crisi e alle risorse stornate dal pubblico.
1.2 Misure anti-crisi: Formigoni copia il neoduce Berlusconi
Per combattere la crisi, in buona sostanza, Formigoni ha seguito le orme del neoduce Berlusconi, appellandosi alle banche e sostenendo i padroni. Formigoni ha infatti rivolto un forte invito alle banche "perché garantiscano la maggior dotazione finanziaria possibile, non si tirino indietro, ma diano fiducia, investano, finanzino, immettano liquidità nel sistema"; ha rilanciato il project financing connesso alla realizzazione delle "grandi opere", dalla Pedemontana alla Brebemi ai nuovi ospedali; si è preso l'impegno di sviluppare strumenti di accompagnamento per le imprese, aumentando per esempio i servizi resi dagli sportelli sul territorio. Un quadro davvero sconfortante, di fronte alla peggiore crisi degli ultimi 17 anni!
1.3 Continui balzelli per i lavoratori e le masse
Se con banche e imprese Formigoni tuba come piccioncini, alle masse popolari non resta che stringere la cintura. La sostanza antipopolare della sua giunta è confermata dalle recenti modifiche alla legge regionale sulle case popolari approvate dal Consiglio due settimane fa e che nemmeno con l'attuale crisi ha colto l'occasione per modificare i canoni aumentati in pochi mesi mediamente del 45%. Tra le ultimissime mosse di Formigoni, ricordiamo il recentissimo piano di aumenti delle tariffe del trasporto pubblico locale e la firma con Trenitalia del nuovo orario invernale, che ha spinto alla lotta numerosi comitati di pendolari esasperati dai tempi di percorrenza maggiori, dai nuovi e più scomodi trasbordi e dall'inibizione dell'uso della Stazione centrale, in prospettiva riservata ai neonati treni dell'alta velocità. Una situazione, quella della mobilità su rotaia e dei pendolari, non solo da zimbelli d'Europa a seguito di 15 anni di mancati investimenti nel settore, ma neppure destinata a migliorare, dato che l'obiettivo della regione semmai è di raddoppiare entro il 2020 la rete autostradale, a evidente beneficio della potente lobby del cemento.

2. LO STATUTO NEOFASCISTA
Lo scorso marzo 2008 il Consiglio regionale lombardo, grazie a un via libera bipartisan e senza il voto contrario neppure dei partiti falsamente comunisti PRC e PdCI, ha approvato il nuovo Statuto presidenzialista, autonomista e federalista, che pone come suoi cardini il concetto metafisico borghese e cristiano di "persona" intesa come "fondamento della comunità regionale" (da cui la sussidiarietà), la famiglia sacralizzata dalla Cei, il riconoscimento della Chiesa cattolica, della "tradizione cristiana" e "il diritto alla vita in ogni sua fase". In pratica è lo scavalcamento da destra della Costituzione repubblicana e la realizzazione del neofascismo.
2.1 Formigoni s'accanisce contro le donne
Lo Statuto colpisce con evidenza i diritti e le conquiste delle masse femminili. Il clima reazionario e medievale che si respira in regione è dimostrato dalla recentissima presa di posizione del governatore e di 41 consiglieri di "centro-destra" e "centro-sinistra" contro la pillola abortiva paragonata, con accenti da Santa Inquisizione e con un atteggiamento profondamente antiscientifico, a un "veleno" che "non aiuta la vita, la stronca sul nascere". Da non dimenticare, inoltre, il tentativo spavaldo di Formigoni di modificare con atto regionale la legge nazionale 194/78 sull'interruzione di gravidanza, atto bocciato sia dal Tar Lombardia sia dal Consiglio di Stato. Ricordiamo, inoltre, il suo intervento contro il pronunciamento della Corte d'Appello di Milano nel caso di Eluana Englaro, che in un colpo solo ha mostrato come Formigoni, da pericoloso arnese catto-fascista qual è, non abbia affatto rispetto della laicità e del principio di separazione dei poteri, come sia fin pronto ad attaccare i diritti costituzionali delle masse popolari, nonché l'autonomia e le competenze dei medici.

3. IL FEDERALISMO
Convinto dello statuto ormai europeo e sovranazionale della Regione, lo scorso dicembre, a margine di un convegno sulla Costituzione del '48, Formigoni ha ribadito che "il federalismo è la nuova forma dello Stato" e ha ricordato il ruolo di avanguardia della Lombardia che "ha avanzato concrete proposte per l'introduzione del federalismo fiscale ex articolo 119 e del regionalismo differenziato ex art. 116".
Per Formigoni le Regioni non possono più essere concepite come realtà di autogoverno in uno spazio subnazionale, ma sono realizzatrici di una "nuova statualità". E infatti lo scorso fine novembre, Regione Lombardia per la prima volta ha raggiunto un accordo con 12 Province e 1.546 Comuni, quindi di ogni bandiera politica, sia essa di "centro-destra" o "centro-sinistra", per gestire il federalismo fiscale lombardo e il neonato Patto di stabilità territoriale.
3.1 Cosa prevede il Patto di stabilità territoriale
Il Patto di Stabilità è stato introdotto dall'Unione europea e prevede che il rapporto tra deficit e Pil (Prodotto interno lordo) sia inferiore e comunque non superi il 3%. Ciascuno Stato membro dell'Unione, quindi anche l'Italia, con propria legge Finanziaria, stabilisce il tetto di spesa oltre il quale la pubblica amministrazione non può andare, con ricadute che si riflettono sui bilanci di regioni, province e comuni. L'intesa siglata da Regione, province e comuni introduce un nuovo elemento rispetto alla situazione esistente, il Patto di Stabilità territoriale, dando seguito alle possibilità date dal disegno di legge delega in materia di federalismo fiscale e dalla Finanziaria 2009 che introduce regole per la definizione di un patto di stabilità territoriale.
3.2 La Regione diviene una "nuova statualità"
Oggi, di fatto, il Patto di stabilità impone ai comuni con popolazione superiore ai cinquemila abitanti di diminuire le proprie spese di funzionamento e non consente di ricorrere a incrementi significativi della pressione fiscale, con la conseguente incapacità di effettuare investimenti. Con il Patto territoriale firmato da regione, province e comuni si supera la dimensione locale e i parametri si applicano su un'area più vasta (per l'appunto quella regionale), consentendo a ogni singolo ente di aumentare così la flessibilità degli investimenti rispetto alla normativa statale. Siamo prossimi alla Regione-Stato a cui fa riferimento Formigoni parlando di "nuova statualità".
3.3 La Lombardia è pronta a esportare il proprio modello
Il documento introduce come momento di confronto e di proposta il "Tavolo permanente per il federalismo fiscale lombardo" che potrà definire proposte da sottoporre al governo nazionale. Del resto la Lombardia, già dal 2003, aveva proposto al governo un Patto di stabilità territoriale e l'Intesa interistituzionale sottoscritta dalla regione nel 2005 prevedeva uno sviluppo in questa direzione. Quindi la Lombardia presidenzialista, federalista, autonomista e antipopolare, il cui Statuto neofascista è stato approvato senza i voti contrari neppure di PRC e PdCI, si sta consapevolmente confermando il cantiere più consapevole della terza repubblica.
3.4 L'inaffidabilità della "sinistra" borghese
Mentre il PRC in un recente evento a Milano con Mario Agostinelli e Nichi Vendola (con ospite d'eccezione niente meno che lo stesso Formigoni) si è limitato a propugnare un imbelle federalismo dei comuni, offrendo un'opportunistica variante di "sinistra" al centralismo regionale di Formigoni, il PD si sta già strutturando in modo federalista. Il 9 gennaio, infatti, in un dibattito sulla crisi, esordirà a Milano il coordinamento del Nord del PD, prossimo a trasformarsi in un partito federato. Dai falsi comunisti, dai rinnegati e dalla "sinistra" borghese, ormai omologati al regime neofascista, le masse non hanno nulla di buono da attendersi.

4. CONCLUSIONE
Compagne e compagni,
con questi appunti ho cercato di porre alla vostra attenzione alcuni temi che, a causa delle attuali politiche sociali di Formigoni, sono particolarmente critici per le masse lombarde (lavoro, casa, sanità, istruzione, formazione, mobilità, Statuto, federalismo, sussidiarietà, questione femminile). Su questi temi dobbiamo concentrare la nostra attenzione. Il modello Formigoni è particolarmente pericoloso perché è pronto a essere esportato al resto d'Italia e perché, come dimostrano le centrali questioni legate a Statuto e federalismo, ha l'appoggio connivente della "sinistra" borghese.
Come ha illustrato il nostro Responsabile regionale, già da oggi e in vista delle elezioni regionali del 2010 si apre per noi un importante lavoro di semina, consapevoli di essere l'unico, il vero e solo Partito del proletariato, in grado di interpretarne a fondo le esigenze e le lotte di emancipazione. L'obiettivo del prossimo biennio è di aiutare il nostro Partito a diventare un Gigante Rosso nel corpo, fin dalla Lombardia.

28 gennaio 2009