Discorso di Denis Branzanti pronunciato a Cavriago, davanti al monumento a Lenin, in occasione dell'84° anniversario della scomparsa del grande maestro del proletariato internazionale
Applichiamo gli insegnamenti di Lenin per costruire sulla roccia il PMLI
Ratzinger lasci a noi le cose terrene, lui si occupi degli affari sporchi del Vaticano

Pubblichiamo qui di seguito il forte e militante discorso che il compagno Denis Branzanti, Responsabile del PMLI per l'Emilia-Romagna, ha pronunciato domenica 20 gennaio davanti al monumento di Lenin sito a Cavriago in occasione dell'84° anniversario della scomparsa del grande maestro del proletariato internazionale.
Da questo discorso, non solo le compagne e i compagni emiliani e romagnoli, ma tutti i militanti del Partito ricevono una potente spinta a lavorare sodo e con idee chiare per quanto riguarda la concezione del Partito e la costruzione del PMLI in riferimento al successo del 5° Congresso nazionale del PMLI, che sarà celebrato entro quest'anno.
 
Care compagne e cari compagni,
ogni classe ha i suoi Maestri, ispiratori e modelli, ce li ha la borghesia e ce li ha il proletariato.
A noi interessano i Maestri del proletariato, coloro che ci hanno fornito gli elementi ideologici, teorici, politici e organizzativi per conoscere e trasformare il mondo e noi stessi.
Coloro che hanno fondato e sviluppato il socialismo scientifico, che hanno combattuto e battuto il capitalismo, l'imperialismo e il nazi-fascismo, che hanno edificato il socialismo, e che costituiscono dei fulgidi esempi di rivoluzionari devoti alla causa del socialismo.
Questi Maestri sono per il PMLI: Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao.
Noi siamo orgogliosi di questi cinque grandi maestri del proletariato internazionale, non ce ne vergognamo, non li nascondiamo, nonostante le vomitevoli campagne fasulle e denigratorie contro di loro, imbastite da sempre dalla borghesia e dai suoi servi, come l'ultima assurda calunnia su Lenin, il quale secondo il settimanale tedesco Der Spiegel, sarebbe stato finanziato dal Kaiser Guglielmo II in funzione anti-russa.
Noi marxisti-leninisti non ci lasciamo imbrogliare dalla falsa propaganda borghese, e non perdiamo occasione per tenere alta la bandiera rossa dei cinque grandi maestri.
A loro il proletariato mondiale deve tantissimo, forse tutto, siamo loro riconoscenti per quello che hanno fatto, e per quello che continuano a fare, mediante l'invincibile teoria marxista-leninista, che hanno elaborato e sviluppato, e che noi abbiamo il dovere di studiare e applicare nelle nostre condizioni.
Oggi ci troviamo qui a Cavriago da varie città dell'Emilia-Romagna per rendere omaggio a uno di questi cinque grandi maestri, nell'84° anniversario della scomparsa del maggiore artefice della costruzione del Partito bolscevico e della Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre, il compagno Lenin.
Rendere onore a Lenin significa ispirarsi alla sua esemplare vita proletaria rivoluzionaria e ai suoi grandi insegnamenti, che hanno tutt'ora immutata attualità, significa indicare ai giovani, ai rivoluzionari, agli anticapitalisti, agli antimperialisti, a tutti coloro che si vogliono battere contro questo marcio e vigliacco sistema capitalistico, fondato sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, la strada da seguire per conquistare l'unico altro mondo possibile, cioè l'Italia, unita rossa e socialista.
A riguardo, nella sua ultima enciclica, il papa nero Ratzinger ha rimproverato ai comunisti di voler realizzare, così ha detto, il "regno di dio concreto, fatto dagli uomini", cioè il cosiddetto Paradiso in terra, che altro non è che il socialismo e il comunismo, accampando che gli uomini sono uomini e solo dio può "domarli".Il papa nero lasci a noi marxisti-leninisti le cose terrene, sapremo noi guidare il proletariato verso la distruzione di questo inferno, dove regnano oppressione e sfruttamento, guerre e povertà, disuguaglianze e ingiustizie, e dove invece sembra trovarsi lui molto bene. Si occupi piuttosto delle vergogne, dei soprusi, delle violenze, degli affari sporchi che hanno coinvolto e continuano a coinvolgere il Vaticano, al quale lo Stato italiano capitalista ha sempre garantito privilegi e impunità!
Certo che l'esempio della Rivoluzione Socialista d'Ottobre, dell'Unione Sovietica e di Lenin, costituiscono ancora una forte minaccia per il capitalismo, difficile da nascondere ancora per molto tempo agli oppressi di tutto il mondo, arriverà il giorno in cui non ci saranno abbastanza sermoni e preghiere per salvare i potenti e il loro impero dalla tempesta del popolo rivoluzionario guidato dal Partito marxista-leninista!
Affinché ciò avvenga dobbiamo però essere coscienti dei nostri compiti, della giusta linea, tattica e strategica da seguire, ed in particolare della questione della costruzione del Partito, imparando da Lenin, che a tal fine dedicò l'intera sua vita sino agli ultimi istanti nonostante il divieto dei medici per le sue gravi condizioni di salute.
Infatti, fin da giovanissimo Lenin aderì ai circoli studenteschi rivoluzionari, iniziando un'intensa attività politica e subendo per questo l'arresto e il confino.
Tenacemente lavorò alla costituzione di un partito operaio rivoluzionario marxista, fondando i circoli marxisti in varie città della Russia zarista, riuniti nel 1895 nell'"Unione di lotta per l'emancipazione della classe operaia", con il compito di collegarsi più strettamente col movimento operaio di massa e di assumerne la direzione politica. Dalla propaganda del marxismo tra pochi operai di avanguardia, riuniti in circoli di propaganda, Lenin propose di passare all'agitazione politica sulle questioni di attualità tra le grandi masse della classe operaia.
Tale svolta fu della massima importanza per lo sviluppo del movimento operaio in Russia.

Lenin fondatore del partito marxista-leninista
Ed è in uno dei tanti periodi di prigionia, che Lenin scrisse il progetto di programma del Partito Operaio Socialdemocratico Russo fondato nel 1898, a cui successivamente è stato aggiunto il termine "bolscevico", e divenuto poi nel 1919, Partito comunista (bolscevico) dell'Unione Sovietica.
Il termine "bolscevico", che venne aggiunto al nome del Partito, e che rappresenta anche il nome del settimanale organo del PMLI, riassume e identifica la concezione leninista del Partito.
Infatti la divisione tra bolscevichi e menscevichi, sancita con l'espulsione dei menscevichi dal Partito alla conferenza di Praga nel 1912, avvenne già nel 1903, al II Congresso del Partito Operaio Socialdemocratico Russo, che era chiamato a decidere sull'adozione del Programma e dello Statuto e sulla nomina degli organismi dirigenti centrali, dove la maggioranza, cioè i bolscevichi, si schierarono con le tesi di Lenin sulle caratteristiche e ruolo del militante, la composizione sociale del partito e la struttura organizzativa del partito, mentre i menscevichi, cioè la minoranza uscita dal Congresso, le osteggiarono in tutti i modi.
Lo storico cammino del Partito bolscevico di Lenin e Stalin, e gli ulteriori sviluppi apportati dal pensiero di Mao e dalla Rivoluzione cinese hanno dimostrato che per fare la rivoluzione e conquistare il socialismo ci vuole un partito rivoluzionario, saldamente ancorato alla teoria del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, che abbia uno stile di lavoro marxista-leninista, che possegga una linea strategica e tattica autenticamente proletaria e rivoluzionaria, un partito composto dagli elementi più avanzati, coscienti e coraggiosi della classe operaia, e da coloro che con decisione e generosità combattano in prima fila sulle posizioni del proletariato, un partito monolitico e disciplinato, la cui struttura organizzativa sia saldamente basata sul centralismo democratico, un partito che sia sospinto dall'entusiasmo, dal fervore rivoluzionario e dallo spirito di sacrificio dei suoi militanti, profondamente legato alle masse lavoratrici e popolari del proprio paese con cui condivida vittorie e sconfitte, che espella dalle proprie file qualsiasi tipo di opportunismo, di riformismo, di revisionismo, e gli elementi portatori di queste tendenze deleterie per la lotta rivoluzionaria, un partito che si attenga fermamente ai principi dell'internazionalismo proletario.
Questi sono, sinteticamente, gli insegnamenti fondamentali che possiamo trarre e ai quali anche noi, marxisti-leninisti italiani, dobbiamo continuare ad attenerci, se vogliamo costruire il nostro Partito sulla roccia e i cui lineamenti ideologici, politici e organizzativi siano autenticamente proletari rivoluzionari.
Il Partito deve essere una fortezza impenetrabile del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, un baluardo della lotta per il socialismo, un avamposto fortificato della classe operaia e del proletariato.
Come ha detto il Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, dobbiamo "essere scienziati della costruzione del PMLI e della lotta di classe".
Essendo il Partito l'elemento fondamentale ed insostituibile per la vittoria della rivoluzione socialista è assolutamente indispensabile assumere una corretta concezione del Partito, che deriva principalmente dallo studio e dal rispetto dello Statuto del PMLI, che costituisce la sintesi dell'esperienza politica e organizzativa del movimento operaio nazionale e internazionale, e che corrisponde alle necessità di combattimento di classe nelle condizioni attuali del nostro Paese, e dallo studio ulteriore delle due fondamentali opere di Stalin "Principi del leninismo" e "Questioni del leninismo", che sistematizzano e sviluppano gli immortali insegnamenti di Lenin sul Partito del proletariato.

Ispiriamoci a Lenin verso il 5° Congresso nazionale del PMLI
Il cammino della costruzione e del radicamento del PMLI, è ovviamente durissimo, pieno di ostacoli e di "pallottole di zucchero", cammino che percorriamo sapendo quale sarà la nostra mèta senza però ancora intravederla, ma come scriveva Marx in una lettera a Engels, "Venti anni contano un giorno nei grandi sviluppi storici, ma vi possono essere giorni che concentrano in sé venti anni".
Noi marxisti-leninisti dobbiamo attenerci a questa verità, dobbiamo essere sì consapevoli del tempo in cui il nostro continuerà a rimanere un piccolo Partito, ma nel contempo dobbiamo essere consapevoli che questa situazione può cambiare radicalmente in poco tempo, e per dirla con le parole di Marx in quei pochi "giorni che concentrano in sé venti anni" il PMLI può acquisire la forza, il consenso e il sostegno che gli permetteranno di assumere appieno il proprio ruolo di organizzatore e dirigente delle masse nella lotta contro il capitalismo, per il socialismo.
Forti degli insegnamenti e dell'esempio del Partito bolscevico di Lenin e Stalin, della Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre, e degli ulteriori insegnamenti di Mao, siamo certi che sarà così, la storia lo ha già dimostrato, perché non dovrebbe essere così per noi?
L'anno che si è appena aperto può costituire un'importante tappa di questa lunga marcia politica e organizzativa, infatti quest'anno si terrà il 5° Congresso nazionale del PMLI, un avvenimento storico per il proletariato e la lotta per il socialismo nel nostro Paese.
Prepariamolo al meglio, portando al Partito nuovi doni, che sono costituiti da nuovi simpatizzanti, nuovi militanti e nuove Organizzazioni e Cellule, facciamo sì che il 5° Congresso sia una grande vittoria politica e organizzativa del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e del PMLI sulla borghesia, sui revisionisti e sui falsi comunisti, un ulteriore passo in avanti nella costruzione di un grande forte e radicato PMLI, per combattere la seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista, interventista, per sbarrare la strada alla terza repubblica nascente dall'inciucio Veltroni-Berlusconi, per l'Italia unita, rossa e socialista!
Costruiamo un grande forte e radicato PMLI, sul modello leninista del Partito bolscevico di Lenin e di Stalin!
Gloria eterna a Lenin!
Coi Maestri e col PMLI vinceremo!

23 gennaio 2008