Intervento di Branzanti al Congresso dell'Anpi di Forlì
L'Anpi deve essere attiva nella lotta contro il nuovo Mussolini
"L'Associazione ha la responsabilità non solo della memoria storica ma di partecipare alla battaglia per abbattere il governo Berlusconi"

Compagne e compagni antifascisti,
questo nostro Congresso nazionale dell'Anpi è particolarmente importante in quanto si svolge mentre nel nostro Paese, a distanza di quasi 66 anni dalla Liberazione dell'Italia dal mostro nazifascista, avvenuta grazie al sacrificio e alla lotta dei gloriosi partigiani, è stato nuovamente restaurato il fascismo, seppur sotto nuove forme e nuovi metodi.
Un nuovo fascismo che non ha nulla da invidiare a quello del ventennio, e che ha in Berlusconi il duce che allora aveva in Mussolini.
Un nuovo fascismo che come allora si è fatto spazio grazie anche alla sottovalutazione da parte delle forze parlamentari che si definiscono di "centro-sinistra", che dalla cosiddetta "discesa in campo" del nuovo Mussolini avvenuta nell'ormai lontano 1994, non hanno mai avvertito le masse del pericolo incombente, non hanno mai chiamato le cose col loro nome, non hanno mai fatto nulla nella pratica per abbattere questo regime neofascista, e viceversa, hanno sempre trattato con i caporioni Berlusconi, Bossi e Fini per fare assieme a loro le controriforme istituzionali, utili solamente al padronato per meglio sfruttare e opprimere le masse lavoratrici e popolari.
Anche il presidente della Repubblica Napolitano non è esente da colpe, innanzitutto perché ricopre la carica più alta di questo regime e di fatto per questo lo legittima, poi perché non ha mai denunciato la nuova "marcia su Roma" di Berlusconi, perché si è sempre espresso a favore della continuazione dell'attuale disastrosa legislatura, addirittura lo ha favorito in occasione del voto di sfiducia del 14 dicembre quando ha chiuso arbitrariamente il parlamento per dar tempo al neoduce di fare la sua vergognosa campagna acquisti tra i parlamentari più corruttibili, perché ha sempre invitato le forze parlamentari a collaborare, come se fosse stato possibile allora collaborare con Mussolini, perché ha firmato senza battere ciglio tutte le leggi varate da Berlusconi, respingendone solamente alcune per questione formali e tecniche ma senza nessun rilievo politico, come se non avesse il diritto di parola e il dovere di denunciare i provvedimenti di natura antipopolare, antioperai, razzisti e golpisti.
Un nuovo fascismo questo, al quale non manca nemmeno il nuovo Valletta, il cui ruolo è ricoperto dall'amministratore delegato della Fiat Marchionne, che con un referendum svolto sotto il ricatto del licenziamento, e con la vergognosa genuflessione dei sindacati collaborazionisti Cisl e Uil, ha imposto ai lavoratori di Pomigliano e di Mirafiori condizioni di lavoro e relazioni sindacali di tipo fascista, e che i padroni vogliono estendere e generalizzare.
Di fronte a una tale situazione c'è chi temporeggia e raccoglie firme per supplicare Berlusconi di andarsene da solo, c'è chi vagheggia di una "grande alleanza" con il fascista ripulito Fini, c'è chi continua a inseguire e corteggiare la Lega sul terreno del federalismo, come se questa non avesse già ampiamente dimostrato di essere un partito fascista e razzista, e il federalismo una controriforma che inevitabilmente taglia i servizi, aumenta la tasse e divide il paese in 20 staterelli.
La via parlamentare e quella giudiziaria si sono dimostrate nella pratica vie illusorie e inconcludenti per disarcionare Berlusconi, vie che in ogni caso sono troppo lente rispetto all'urgenza di buttarlo giù, non tanto per le sue pur deprecabili abitudini personali, ma per la macelleria politica, sociale e istituzionale che sta devastando il Paese.
Non basta invocare l'applicazione della Costituzione antifascista del 1948, che è già stata fatta a brandelli da continue leggi e controriforme, e che è inapplicabile se prima non ci si libera di questo regime neofascista.
Quello che occorre è chiamare le masse a scendere in piazza, ci vuole lo sciopero generale!
Nel Comitato direttivo del 22-23 febbraio la CGIL ha finalmente, anche se con grande ritardo, messo la questione sul piatto, ma sono ancora da fissare data e modalità.
È necessario che lo sciopero generale venga proclamato quanto prima, che sia di 8 ore e che si tenga una grande e forte manifestazione nazionale a Roma sotto Palazzo Chigi, e in tal senso sarebbe utile che anche questo congresso si esprimesse.
Quello che occorre è un largo fronte unito di tutte le forze politiche, sociali, sindacali, e religiose per dar vita a un nuovo 25 Aprile e abbattere il governo del neoduce Berlusconi ma anche il regime neofascista che ha instaurato.
Perché non ci si può illudere che una volta liberati di Berlusconi ci si liberi del suo regime che anzi potrebbe continuare sotto la guida di altri governi, proprio come la caduta di Craxi non ha certo fermato il progetto neofascista della P2 che anzi oggi è stato quasi interamente realizzato.
Le grandiose e combattive manifestazioni studentesche contro la controriforma Gelmini, lo sciopero dei metalmeccanici, la significativa manifestazione davanti alla villa di Arcore, la grande giornata di mobilitazione delle donne del 13 febbraio dimostrano che la forza e la volontà cosciente per abbattere Berlusconi c'è.
Chi ha la forza per mobilitare le masse per far cadere il governo, democraticamente, dalla piazza, lo deve fare ora, altrimenti si assumerà una responsabilità storica che non sarà mai cancellata.
In questa battaglia non vanno demonizzate le lotte di massa anche dure a cui devono ricorrere a volta le piazze per farsi sentire, come l'assedio degli studenti lo scorso 14 dicembre ad un parlamento sordo, corrotto e lontano anni luce dai bisogni e dagli interessi del popolo.
La lotta partigiana in Italia, l'abbattimento del governo clerico-fascista Tambroni da parte della piazza, la grande vittoria del popolo egiziano e le rivolte popolari in Tunisia e in altri paesi del Nord Africa, a partire dalla Libia, e del Medio Oriente, dimostrano chiaramente qual è la strada da seguire.
Una strada che come Anpi abbiamo il dovere di indicare alle masse, l'autorevole voce dell'Anpi si deve levare alta, più di quanto stia facendo ora, più di quanto scritto nel documento Congressuale che da questo punto di vista è molto carente e limitato.
Occorre levare alta la voce quando amministrazioni come quella di Predappio fanno di tutto per incentivare il turismo fascista, costituendo addirittura un'Associazione delle città di fondazione e criticando invece, come fa Frassineti, solo il lato cosiddetto "carnevalesco" delle adunate, riducendo una grave rivalutazione del fascismo e la violazione della Costituzione a una sfilata allegorica, oppure quando un'amministrazione come quella di Forlì celebra con manifestazioni e convegni la "giornata del ricordo", dando fiato alle falsità antipartigiane sulla questione delle foibe, e non fa niente contro organizzazioni neofasciste come Casa Pound che a Forlì tentano di attecchire, anzi concede loro pure degli spazi pubblici.
Le tante nuove adesioni all'Anpi, molte di giovani, caricano la nostra associazione di un'ulteriore responsabilità, la responsabilità non solo della memoria storica, importantissima, ma anche di partecipare attivamente alla nuova lotta di Liberazione per abbattere il governo del neoduce Berlusconi e il nuovo regime fascista che ha instaurato.
Viva l'Anpi!
Viva la Resistenza!
Viva l'antifascismo!

2 marzo 2011