Per finanziamenti illeciti ai partiti, intrecci tra mafia e politica, tangenti nella sanità
Bufera giudiziaria sul "centro-sinistra" a Bari e Puglia
Perquisite le sedi PRC, Sinistra e libertà, Lista Emiliano, PD, Socialisti. 15 indagati, tra cui Tedesco (PD). Ferrero prende le distanze dal governatore della Puglia. Vendola difese l'ex assessore alla sanità accusato di conflitto di interessi
Per Vendola, che non poteva non sapere, è una "ipotesi accusatoria azzardata"

La bufera giudiziaria che a partire dallo scorso febbraio si è abbattuta sui partiti del "centro-sinistra" che governano la città di Bari e la Regione Puglia dimostra che la corruzione, il malaffare e gli intrecci politico-mafiosi la fanno ancora da padrone nel sistema sanitario pugliese e che anche in questo campo il governatore Nichi Vendola, eletto nel 2005 con L'Unione (composta da DS, PRC, Margherita, Lista Primavera, PdCI, Verdi, Lista Di Pietro, SDI-Unità Socialista, Ap-UDEUR-Ri Puglia, Partito Pensionati, DC Uniti, PSDI-Socialisti AUT.-REP. EUR), non ha operato alcuna discontinuità con la giunta Fitto di "centro-destra" che l'ha preceduto.
Al momento si contano una quindicina di indagati fra politici, dirigenti Asl, imprenditori e boss mafiosi della sacra corona unita tutti accusati a vario titolo di reati gravi e infamanti che vanno dall'associazione a delinquere finalizzata alla corruzione alla concussione, falso, truffa, abuso d'ufficio, voto di scambio e finanziamento illecito ai partiti.

"Una vera e propria organizzazione criminale"
Si tratta - come ha scritto il sostituto procuratore della Dda Desirèe Digeronimo che coordina l'inchiesta - di una vera e propria "organizzazione criminale, radicatasi all'interno della Pubblica Amministrazione" in grado di pilotare gli appalti pubblici nel mondo della sanità e in quello dello smaltimento dei rifiuti a favore di alcuni imprenditori che in cambio avrebbero finanziato i partiti che governano alla Regione e al Comune di Bari.
Sulla base dei riscontri investigativi alla fine di luglio Digeronimo ha disposto la perquisizione di tutte le sedi dei partiti del "centro-sinistra": PRC, Sinistra e libertà, Lista Emiliano, PD, Socialisti e ha ordinato il sequestro dei rispettivi bilanci e tutta la documentazione relativa ai rapporti "intrattenuti dai partiti con gli istituti di credito" per verificare il pagamento delle tangenti e il finanziamento illecito.
Al vaglio degli inquirenti ci sono anche gli atti della Giunta e del Consiglio regionale sequestrati agli inizi di agosto dai carabinieri fra cui le procedure per l'assegnazione degli appalti di adeguamento dell'ospedale Cotugno e la legge "ad personam" del 2 luglio 2008 attraverso cui la giunta Vendola ha assegnato le migliori 22 farmacie disponibili in tutta le regione a 14 gestori provvisori che non ne avevano diritto e nel contempo ha abbassato il quorum demografico per l'apertura di nuove farmacie nei comuni con meno di 12.500 abitanti.
Tra gli altri indagati figurano: la manager della Asl di Bari Lea Cosentino, vicina al parlamentare PD Gero Grassi, con l'ipotesi di turbativa d'asta la cui posizione è stata però archiviata agli inizi di luglio al termine di una deposizione fiume.
Per lo stesso reato tra gli indagati c'è l'imprenditore Enrico Intini considerato vicino a D'Alema. Mentre tra le intercettazioni telefoniche agli atti dell'inchiesta è emerso anche il nome di Sandro Frisullo ex vicepresidente della giunta e assessore di Vendola.
Indagato anche Mario Calcagni, stretto collaboratore dell'ex assessore alla Sanità Alberto Tecdesco, che al telefono dava la linea sugli appalti e sulle nomine; imprenditori del calibro di Diego Rana, e del direttore amministrativo dell'Aura, Vitantonio Roca, oltre a Carlo Colummella e Francesco Petronella. E soprattutto spiccano i referenti del "centro-sinistra" nelle Asl, come Ruggero Castrignanò della azienda sanitaria foggiana, Rocco Canosa direttore generale della Asl-Bat, Franco Polemio e Felice De Pietro, vertici della stessa Asl oltre a Vincenzo Valente, direttore sanitario della Asl di Lecce. Un filone parallelo riguarderebbe poi le coop rosse, in quanto risulta indagato il direttore generale della Supernova di Lecce, che si occupa di servizi e aderisce alla Lega Coop. Indagato anche Vitangelo Dattoli, direttore generale del Policlinico di Bari.
Ma al centro del malaffare c'è Alberto Tedesco, ex socialista traslocato nel PD, ex assessore alla sanità pugliese, primo iscritto nel registro degli indagati e costretto il 6 febbraio scorso alle dimissioni. A suo carico ci sono alcune intercettazioni in cui un imprenditore del settore sanitario pugliese gli suggerisce come "aggiustare" il piano sanitario regionale: "Ti preparo un appunto?". "No, basta che mi dici dove stanno gli errori". Tedesco (che nel frattempo si è messo al riparo da ogni ulteriore grana giudiziaria perché, all'indomani delle recenti elezioni europee è stato nominato senatore quale primo dei non eletti al posto di Paolo De Castro eletto all'europarlamento) è accusato di essere "il capo di un'organizzazione criminale che otteneva voti in cambio di favori alle cosche".
Nonostante il palese conflitto di interessi di cui è portatore (la moglie e i tre figli hanno partecipazioni azionarie in alcune società che commercializzano in Puglia prodotti farmaceutici e protesi e che negli ultimi 4 anni hanno più che raddoppiato il loro fatturato) Tedesco è stato sempre difeso a spada tratta da Vendola che, il 16 ottobre 2007 troncò la discussione di una mozione al consiglio regionale incentrata proprio sul conflitto di interessi di Tedesco con queste eloquenti parole: "Alberto Tedesco l'ho scelto liberamente e penso di aver fatto una buona scelta. E oggi, nel nome di un'idea della moralità e di un'idea della coerenza con la mia storia, chiedo ad Alberto Tedesco di restare al suo posto". Senza contare che Vendola aveva alle costole di Tedesco il suo fedelissimo consulente per le politiche sanitarie, Tommaso Fiore, poi promosso assessore alla sanità.

Le manovre del governatore pugliese
Di fronte a tutto ciò Vendola, che il 13 luglio scorso nel tentativo di tirarsi fuori dallo scandalo della sanità e preparare la sua rielezione a governatore della Puglia nel 2010 ha azzerato la giunta e ne ha formata una nuova aperta a destra e escludendo PRC e PdCI, ha ancora la faccia tosta di parlare su "l'Unità" del 6 agosto di "questione morale" e affermare che "siamo di fronte a un teorema giudiziario... Penso che il Pm abbia compiuto degli azzardi nelle modalità di procedere" e che in fondo si tratta solo di "alcuni schizzi di fango finiti nel centro-sinistra".
Parole, minacce e attacchi alla magistratura in perfetto stile berlusconiano che Vendola ha rilanciato due giorni dopo in una lettera aperta indirizzata direttamente al Pm in cui afferma fra l'altro che: "La sua indagine sta diventando, suo malgrado, lo strumento di una campagna politica e mediatica che mira a colpire la mia persona pur non essendo io accusato di nulla".
La verità è che Vendola, seppur non indagato, non può non rispondere politicamente di ciò che è avvenuto sotto i suoi occhi. La stessa Cosentino, sospesa da Vendola, il 3 luglio durante un lungo interrogatorio durato oltre 5 ore ha vuotato il sacco sulle nomine dei primari, le pressioni per gli appalti e dei rapporti corruttivi fra fornitori della Asl e i partiti chiamando direttamente in causa il governatore e asserendo fra l'altro che "Il presidente Vendola non poteva non sapere" di tutto questo mercimonio che avveniva sotto i suoi occhi.
Responsabilità politiche da cui cerca di prendere le distanze anche il PRC che per bocca del segretario Ferrero ha definito lo scandalo della sanità pugliese "un gran pasticcio che mangia le ragioni che lo hanno fatto vincere"; facendo finta di non ricordare che Vendola, ex esponente di Rifondazione stessa poi fuoriuscito per fondare Sinistra e Libertà, occupa da quattro anni quella poltrona proprio grazie a Rifondazione che lo ha candidato, appoggiato, sostenuto e votato nel 2005 incentrando tutta la campagna elettorale proprio sul malaffare della sanità pugliese rappresentato dal berlusconiano plurinquisito Fitto e promettendo "discontinuità e trasparenza".

2 settembre 2009