Al vertice nel ranch del presidente Usa
Bush e Berlusconi rafforzano l'asse contro la libertà e l'indipedenza dei popoli
I nuovi Hitler e Mussolini minacciano l'Iran e la Siria
Ci siamo trovati in piena sintonia "su tutti gli argomenti, nessuno escluso" ha sottolineato Berlusconi al termine dei due giorni di colloqui con Bush nel suo ranch a Crawford, in Texas. Il vertice del 20 e 21 luglio nel ranch del presidente americano cadeva nel pieno delle polemiche sui falsi dossier sull'uranio iracheno commissionati da Bush alla Cia e costruiti sulle "pezze d'appoggio" fornite dai servizi italiani che smascheravano i due alfieri della "libertà", ovvero i due complici imperialisti nello sventolare falsità per giustificare l'aggressione e l'occupazione dell'Iraq; i nuovi Hitler e Mussolini, con una perfetta faccia di bronzo imperialista, hanno continuato a magnificare l'impegno comune nella "lotta al terrorismo" sotto la guida americana e hanno rafforzato l'asse contro la libertà e l'indipendenza dei popoli.
Il succo dell'incontro è emerso nel corso della conferenza stampa del 21 luglio, dopo gli stucchevoli reciproci complimenti e ringraziamenti. Bush ha ringraziato l'Italia per essere stata al fianco degli Usa nella "guerra fredda" e più di recente nelle crisi balcaniche e nella "lotta al terrorismo"; sbandierando ancora una volta il "pericolo" delle armi di distruzione di massa che "incombe su tutte le nazioni pacifiche" Bush ha promesso una "guerra al terrorismo fino alla vittoria" e ringraziato l'Italia per il contributo che fornisce. In particolare, ha sottolineato Bush, "gli Stati Uniti sono grati alle forze armate italiane e a quelle di polizia che operano con capacità e coraggio in Iraq e in Afghanistan", che danno cioé un diretto contributo all'occupazione imperialista dei due paesi aggrediti dagli Usa. Ha auspicato che anche per la Palestina possa essere costruita la pace imperialista tramite i negoziati tra Sharon e Abu Mazen e in merito ha lanciato pesanti minacce a Siria e Iran. "Sia Abu Mazen che Sharon stanno dando porva di coraggio - ha affermato - ma è necessario che tutti i governi dell'area appoggino i loro sforzi e questo comprende anche Siria e Iran. Oggi invece continuano entrambi a proteggere e ad assistere il terrorismo. Questo comportamento è del tutto inaccettabile e dovranno renderne conto. Così diminuiscono le prospettive per una pace in Medio Oriente". In questo caso non ha tirato fuori la questione del nucleare iraniano, gli bastava la questione palestinese per rilanciare le accuse a Siria e Iran che non assoggettandosi ai progetti imperialisti di normalizzazione del Medio Oriente diventano automaticamente per l'Hitler della Casa Bianca supporter del terrorismo. A tentare di liquidare la lotta di liberazione palestinese ci proveranno direttamente il boia Sharon e l'affidabile primo ministro palestinese Abu Mazen.
Tra l'intervento iniziale e le risposte alle domande dei giornalisti Bush ha delineato i "compiti" per il sodale imperialista Berlusconi; come presidente di turno della Ue può contribuire a far sì che i legami tra Usa e Europa siano ancora più stretti e che in particolare ci sia una maggiore collaborazione tra le due sponde dell'Atlantico per il "processo di pace" in Medio Oriente e nella ricostruzione dell'Iraq dove la guerriglia mette in difficoltà le truppe di occupazione. Un aiuto che dovrebbe servire ad "allargare la coalizione per riportare la democrazia in Iraq" ma sempre sotto la direzione americana. Italia e Spagna hanno rafforzato il contingente di occupazione anglo-americano, altri paesi come Francia e Germania si sono dette disponibili a mandare soldati ma chiedono un mandato definito dall'Onu con il loro contributo, ovvero non si vogliono limitare a controllare solo uno spicchio di territorio agli ordini dei generali del Pentagono.
Quanto è bastato a Berlusconi per partecipare al banchetto della spartizione dell'Iraq e di garantire all'imperialismo italiano il proprio "posto al sole". Perciò a Bush, dopo una serie di manifestazioni di assenso a colpi di "sottoscrivo completamente" quanto affermato dal presidente americano comprese le minacce a Siria e Iran, il neoduce ha promesso di "far prosperare la cultura dell'unione e della coesione invece di alimentare la cultura della divisione. Questo sarà il messaggio che porterò ai miei alleati europei come presidente della Ue". Per continuare il lavoro di fiancheggiamento con "l'unica superpotenza mondiale alla quale non si può dire di no".