Secondo l'indagine Europol un giro d'affari di 16 milioni, 30 Paesi coinvolti e 680 partite sospette
Calciopoli si allarga a tutta Europa

Il direttore di Europol, nella conferenza stampa tenuta il 4 febbraio scorso all'Aja, illustrava i risultati della "più grande indagine su partite truccate in Europa" condotta dalla polizia europea: una estesa rete criminale che vede coinvolte 425 persone tra arbitri, responsabili di club, giocatori e membri della criminalità organizzata che hanno truccato 680 partite, delle quali 380 in Europa e altre 300 in Africa, Asia e America Latina nel periodo che va da luglio 2011 a gennaio 2013.
L'indagine, dal nome operazione Veto, condotta dagli inquirenti dell'Europol in coordinamento in particolare con la polizia tedesca, finlandese, ungherese, austriaca e slovena ha interessato 30 paesi e rivelato l'entità di un giro di affari ben 16 milioni di euro. Alla banda della criminalità organizzata internazionale individuata dall'Europol e il cui vertice si trova a Singapore servivano fino a 100 mila euro a partita per comprare la vittoria o la sconfitta di una squadra ma anche per determinare il numero dei gol segnati nel primo tempo o a fine partita. Notizie utili per scommettere a colpo sicuro nei circuiti legali e illegali. Con una spesa di 2 milioni di euro impiegati per corrompere giocatori e dirigenti la banda si sarebbe messa in tasca circa 8 milioni di euro.
L'architettura dell'organizzazione criminale scoperta dall'Europol è la stessa svelata dall'inchiesta della procura di Cremona che da due anni indaga sulla compravendita delle partite dei vari campionati italiani. Che dall'indagine europea emerga che sia sotto inchiesta solo una partita del campionato italiano, oltreché nessuna di quello inglese, lascia qualche dubbio sull'efficacia degli inquirenti europei. Resta il fatto che il quadro delineato dall'operazione Veto è più che sufficiente a confermare un allargamento di calciopoli a tutta l'Europa.
Le indagini erano partite dalla Germania nel 2008 e avevano acceso i riflettori su oltre 310 casi sospetti, tedeschi sono quasi un terzo dei 425 indagati e 14 delle persone già condannate ad una pena complessiva di 39 anni. Altro punto centrale delle indagini era diventata la Turchia con 79 partite incriminate prima che fossero estese a Austria, Ungheria, Finlandia e Slovenia.
Il principale successo delle indagini, secondo il responsabile di Europol Wainwright, sarebbe che "questa è la prima volta che abbiamo prove sostanziali del legame tra criminalità organizzata e calcio". Diciamo che forse è la prima volta che tali legami vengono ricercati dato che non ci vuole una pensata da genio dell'anticrimine per immaginarli. Bisogna poi avere la volontà di punire i colpevoli.
"Tolleranza zero" ha promesso l'Uefa, la federazione di calcio europea, il cui presidente l'ex calciatore juventino Michel Platini ha assicurato che "i dettagli delle indagini saranno rivisti dagli organi disciplinari competenti prima che vengano prese le misure necessarie. Se domani andassimo a vedere una partita di cui si conosce già il risultato, il calcio sarebbe morto". Eppure anche lui avrebbe partecipato a una partita di cui si sapeva già il risultato, quella della riunione della Fifa, la federazione mondiale del calcio, che ha assegnato lo svolgimento del mondiale di calcio del 2022 al Qatar. Nel piccolo emirato in cui d'estate ci sono temperature disumane e dove il calcio quasi non esiste ma gli emiri del Qatar hanno il petrolio e molti dollari da spendere. Secondo una denuncia del giornale francese France Football in un incontro del 2010 tra l'allora presidente francese Nicolas Sarkozy, Michel Platini e il principe qatariota Tamim bin Hamad al Zani si decise che il principe avrebbe effettuato massicci investimenti in Francia, e si comprò la squadra del Paris Saint-Germain, e il capo della Uefa venne pregato di votare Qatar quando nel voto del dicembre 2010 l'emirato vinse sulla concorrente Usa.
La scoperta delle partite truccate nel 2008 venne definita dall'Uefa il "maggior scandalo che abbia mai colpito il calcio". Per il direttore dell'Europol Wainwright la recente operazione Veto è "lo scandalo più grande mai scoperto". Una serie che potrebbe non essere finita perché generata dal sistema capitalista, dalle sue leggi e dai suoi meccanismi corruttivi che permeano gli sport, e in particolare quelli dove girano montagne di soldi.

27 febbraio 2013