Oltre a figli, mogli dei boss del partito e Veronesi
Padroni, generali, superpoliziotti e prefetti nelle liste del Pd
Un operaio come specchietto per le allodole

Boccuzzi Antonio
2° in lista alla Camera nel collegio Piemonte I
L'operaio 34 enne unico sopravvissuto al rogo che ha fatto strage alla linea 5 dell'acciaieria ThyssenKrupp nella notte del 5 dicembre 2007 a Torino, rischia di fare proprio lo specchietto per le allodole per attirare voti nelle liste del PD.
Figlio di immigrati pugliesi, da 13 anni in fabbrica, è rappresentante sindacale per la Uilm.
"I colleghi morti nel rogo in Parlamento saranno con me", ha detto Boccuzzi appena Veltroni ha ufficializzato la sua candidatura, "e la sicurezza nei luoghi di lavoro, quella a cui avevano diritto e non hanno avuto, sarà la prima delle battaglie che intendo portare avanti".
Altri temi centrali sono quelli della difesa dei diritti dei lavoratori, di un salario più giusto e della lotta al precariato e sono tutte questioni, sono convinto, che saranno centrali non solo nella mia iniziativa ma in quella del Partito democratico".
Fa finta di non capire che in parlamento sarà solo e, invece dei suoi compagni di lavoro, troverà tra le file del suo stesso partito una schiera di padroni capitalisti che sui temi da lui sollevati la pensano esattamente all'opposto.

Calearo Massimo
Capolista alla Camera nel collegio Veneto I
49 anni, laureato in Economia e Commercio, è presidente del Gruppo Calearo, società con sede centrale a Isola Vicentina (Vicenza) ma con la produzione di antenne per auto e antenne mobili ad alta tecnologia per le telecomunicazioni delocalizzata in Slovacchia "perché lì gli operai e l'energia costano meno".
Dal 13 luglio 2004 è presidente di Federmeccanica, di cui è stato vice presidente dal 2001.
Dal maggio 2003 è presidente dell'Associazione industriali di Vicenza di cui è stato vice presidente nel biennio 2001-2003.
È consigliere della Banca d'Italia di Vicenza, presidente del Comitato locale di Unicredit e consigliere amministrativo del Gruppo Athesis di Verona, società editrice de "Il Giornale di Vicenza", "L'Arena" e "Brescia Oggi".
Capo indiscusso dei pescecani capitalisti del Nord-Est, da sempre sostenitore della Lega e della coalizione di "centro-destra" capeggiata dal suo grande amico il neoduce Berlusconi. Nemico giurato dei metalmeccanici durante le trattative per l'ultimo rinnovo contrattuale, si è schierato a favore del blocco delle importazioni dalla Cina, ha difeso la Legge 30 e la precarizzazione del lavoro, la controriforma Moratti della scuola, nonché lo sciopero fiscale proclamato dalla Lega Nord.
Nei mesi scorsi è arrivato a proporre una settimana lavorativa di 60 ore perché "In Italia si lavora dalle 300 alle 500 ore in meno di Stati Uniti e Giappone".
Più volte ha ribadito pubblicamente "di non avere mai votato e di non avere alcuna intenzione di votare per la 'sinistra'" e che nel 2001 ha votato Casini.
Al momento della sua candidatura ha dichiarato: "Ho accettato la proposta di Veltroni perché se nel Partito Democratico trovano spazio anime, culture e interessi - anche non di sinistra - come quelli di cui io sono portatore, significa che la politica italiana sta veramente cambiando. Personalmente ho visto nel programma del PD un nuovo modo di fare politica moderno, innovativo e progressista, che può interessare anche persone moderate come il sottoscritto. Alcuni nomi che Veltroni ha proposto mi hanno colpito. Si vede che non c'è più il partito antagonista, o di classe, ma c'è un'idea che guarda al futuro del paese, che non è né di destra né di sinistra".

Colaninno Matteo
Capolista alla Camera nel collegio Lombardia I
Figlio di Roberto, passato da Olivetti a Telecom per sbarcare infine alla Piaggio, è un autentico "figlio di papà" e degno rampollo dell'alta borghesia e del capitalismo italiani.
È presidente dei giovani industriali nonché vicepresidente di Yes for Europe, la confederazione europea dei giovani imprenditori. Il giorno della sua candidatura ha detto fra l'altro di aver "scelto col cuore" di correre col Pd "perché tra le priorità del programma ci sono tutte le cose che io ho detto negli ultimi tre anni da presidente dei Giovani di Confindustria" e perciò "da questo punto di vista mi sento completamente a mio agio" nel PD.
Nato a Mantova 38 anni fa, ha ricoperto, fra le altre, le cariche di vicepresidente del gruppo Piaggio, di amministratore delegato e vicepresidente di Omniaholding s.p.a. e di vicepresidente della Banca Popolare di Mantova. Ha lavorato inoltre presso Il Sole 24 ore come consigliere di amministrazione e presidente del Comitato di controllo interno. È stato consigliere di amministrazione di IMMSI s.p.a., Omniainvest s.p.a., RCN Finanziaria s.p.a. e Cattolica Immobiliare s.p.a.
La sua candidatura è stata annunciata da Veltroni insieme a quella dell'operaio Thyssen di Torino col chiaro intento di sottolineare l'interclassismo e il collaborazionismo di classe che contraddistingue il PD.

De Sena Luigi
Capolista in Calabria al Senato
Luigi De Sena vanta una lunga carriera in polizia e nei servizi segreti. Nato a Nola 63 anni fa, laureato in giurisprudenza, è annoverato "tra i più brillanti e capaci investigatori della Polizia". Responsabile della Squadra mobile di Treviso, nel '77 è trasferito alla questura di Roma, l'anno successivo passa alla squadra mobile della capitale, che va a dirigere nel 1981. Dal 1985 è alla Criminalpol, dalla quale dirige diverse operazioni antimafia in Sicilia. Nello stesso anno viene distaccato presso la presidenza del Consiglio. Dirigente del Sisde, nel 1996 torna alla Criminalpol, dove si occupa del progetto sicurezza per il Giubileo. Nel luglio del 2000 diventa direttore centrale per i servizi tecnico-logistici e la gestione patrimoniale del Dipartimento della pubblica sicurezza. È stato poi inquadrato nella qualifica di prefetto dal 23 ottobre 2000, permanendo nelle funzioni precedenti, e successivamente ha svolto le funzioni di vicedirettore generale della Polizia, direttore centrale della Polizia criminale, presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dal 15 gennaio 2004. Prefetto di Reggio Calabria dal 4 novembre 2005 fino al 20 luglio 2007 quando il governo Prodi lo ha nominato vice capo della polizia. Carica da cui si è dimesso lo scorso 14 febbraio per candidarsi col PD.

Del Vecchio Mauro
3° in lista nel Lazio al Senato
Generale di corpo d'armata, romano, 61 anni, laureato in Scienze Strategiche, ha partecipato, con funzioni di comando, a numerose operazioni di guerra all'estero. Nel 1997 in Bosnia-Erzegovina è stato comandante della brigata multinazionale Nord, e, ancora nei Balcani, tra il marzo e il giugno del 1999, ha comandato il contingente italiano impiegato in Macedonia nel soccorso umanitario ai profughi albanesi. Quindi è stato in Kosovo come comandante della brigata multinazionale Ovest, e, tra l'agosto 2005 e il maggio 2006, ha guidato l'operazione International Security Assistance Force (Isaf) della Nato in Afghanistan.
Ha frequentato il 22° (147°) corso dell'Accademia militare di Modena dal 1965 al 1967 e ha completato il ciclo formativo presso la Scuola di applicazione di Torino nel 1970, anno in cui ha conseguito il grado di tenente nella specialità bersaglieri.
Nei gradi di tenente e di capitano, ha ricoperto incarichi di comandante di plotone e di compagnia presso l'8° reggimento bersaglieri, la brigata meccanizzata Garibaldi e l'Accademia militare. Con il grado di tenente colonnello, ha comandato il 1° battaglione bersaglieri La Marmora e, successivamente, con quello di colonnello, il Distretto militare di Firenze.
Promosso generale di brigata, ha comandato (1997-99) la brigata bersaglieri Garibaldi prima grande unità costituita interamente da personale professionista. Successivamente (2000-03), con il grado di generale di divisione, ha ricoperto la carica di comandante della Scuola di applicazione e Istituto di studi militari dell'Esercito. Promosso al grado di generale di corpo d'armata, ha assunto, a partire dall'inizio del 2004, il comando del corpo d'armata di reazione rapida italiano per la Nato.
Come ufficiale di stato maggiore, il generale Del Vecchio ha ricoperto numerosi incarichi. In particolare, è stato ufficiale addetto presso l'ufficio addestramento del comando del 5° corpo d'armata (1981-84) e sia ufficiale addetto (1984-87) sia capo sezione (1988-92) dell'ufficio impiego del personale dello stato maggiore dell'Esercito. Inoltre, ha ricoperto, nello stesso stato maggiore, l'incarico di capo ufficio addestramento (1993-97) e quello di vice capo del reparto impiego del personale (2003-04).
Per l'operazione in Bosnia-Erzegovina è stato insignito dell'onorificenza di Grande ufficiale al merito della Repubblica Italiana, della medaglia di bronzo al valore dell'Esercito, dell'onorificenza di Commendatore al merito della Repubblica Francese e della medaglia al merito militare di 1ª classe portoghese. Per l'operazione in Kosovo, gli è stata conferita la decorazione di Cavaliere dell'ordine militare d'Italia e, dalla Spagna, l'onorificenza di Cavaliere legionario d'onore.
Per l'operazione Isaf è stato insignito della Nato Meritorious Medal e della Gran croce con distintivo bianco al merito militare spagnola. Inoltre, è in possesso, tra le altre, delle seguenti onorificenze: Medaglia mauriziana, Medaglia d'oro al merito di lungo comando, Croce d'oro con stelletta per anzianità di servizio, Medaglia commemorativa per le operazioni di soccorso in Friuli. Dal 26 novembre 2002 ricopre inoltre l'incarico di presidente del Consiglio dell'Ordine Militare d'Italia.

Ichino Pietro
3° in lista in Lombardia al Senato
Nato a Milano il 22 marzo 1949; sindacalista, giuslavorista e giornalista.
Docente ordinario di Diritto del lavoro nell'Università statale di Milano, ha già svolto l'incarico di deputato dal 1979 al 1983, come "indipendente di sinistra" nelle file dell'allora PCI. In tale legislatura entrò nella commissione lavoro della Camera dei deputati.
Dopo la laurea in giurisprudenza è stato dirigente sindacale della Fiom-Cgil dal 1969 al 1972; dopo il servizio militare, dal 1973 al 1979 è stato responsabile del Coordinamento servizi legali della Camera del Lavoro di Milano.
Dal 1970 è iscritto all'Albo dei Giornalisti. Dal 1997 è editorialista del Corriere della Sera. Dall'aprile 1998 al marzo 1999 ha collaborato anche con l'Unità.
Dal 1975 è iscritto all'Albo degli Avvocati e Procuratori di Milano.
Il 2 giugno 2006 l'allora capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, di propria iniziativa, lo ha insignito del titolo di commendatore "per il contributo dato al progresso del Paese con la sua attività di studio e di insegnamento".
Nel 2007 ha aderito al "Tavolo dei volenterosi" promosso da Daniele Capezzone per salvare la legislatura.
Nel 1985 ha assunto l'incarico di coordinatore della redazione della "Rivista italiana di diritto del lavoro", della quale è stato vicedirettore dal 1991 ed è direttore responsabile dal 2002. Dal 2003 è membro del Comitato di direzione della rivista "Giustizia civile".
Ricercatore dal 1983 nell'Università statale di Milano, dal 1986 al 1991 è stato professore straordinario di diritto del lavoro nell'Università di Cagliari; dal 1991 è professore ordinario della stessa materia nell'Università statale di Milano.
Il 24 agosto 2006, sul Corriere della Sera, ha lanciato una violenta campagna contro i dipendenti della Pubblica Amministrazione tacciandoli di essere "fannulloni" e proponendo di licenziare un dipendente pubblico su 100, come strumento per alleviare la spesa pubblica.
Sostiene la controriforma del contratto di lavoro che prevede l'abolizione della contrattazione nazionale collettiva a favore della contrattazione di II° livello nelle aziende; propone la controriforma dell'art. 18 dello "Statuto dei lavoratori". Su questa linea alla fine del 2006 è stato presentato, in entrambi i rami del Parlamento un progetto di legge sul quale era stata raggiunta una parziale convergenza tra maggioranza e opposizione, prima dello scioglimento delle Camere.

Merloni Maria Paola
Capolista alla Camera nelle Marche
Nata a Roma il 10 ottobre 1963, è già stata eletta deputato dell'Ulivo nelle liste della Margherita alle politiche del 2006 e ha ricoperto vari incarichi governativi nelle Commissioni della Camera.
Componente dell'esecutivo del Partito democratico, responsabile area Sapere, laurea in scienze politiche, l'imprenditrice marchigiana è cresciuta in una delle famiglie più potenti del capitalismo italiano, storicamente schierata con la vecchia DC, vanta un pedigree politico e professionale di tutto "rispetto".
Prima di approdare nella Direzione dell'Esecutivo e dell'Assemblea federale della Margherita ricoprendo anche l'incarico di responsabile del settore innovazione, la Merloni inizia la sua carriera politica tra le file missine come sostenitrice del "Fronte della Gioventù" quando era studentessa a Fabriano. Suo nonno Aristide, fondatore del gruppo Merloni, è stato deputato DC dal 1958 al 1968. Suo zio Francesco fu anche ministro dei Lavori pubblici coi governi Amato e Ciampi e parlamentare per sette legislature eletto prima nelle file della DC e poi del PPI.
Presidente di Confindustria Marche dal 2004 al 2006, si è fatta le ossa nell'azienda di famiglia, la Merloni Elettrodomestici. Quindi passa alla Direzione Commerciale come assistente del direttore del Mercato Italia. Negli anni 1992-1996 si occupa delle Relazioni Esterne del Gruppo e nel 1997 lascia la Merloni per fondare la società MCP Eventi, società di ideazione e organizzazione di manifestazioni ed eventi in Italia e all'estero. È stata consigliere di Finendo, di Simir srl, di Editoriale Progetto e di Panini, oltre a far parte del consiglio di amministrazione di Merloni Elettrodomestici, con delega alle relazioni istituzionali sul territorio.
Contraria all'ipotesi del governo di estendere le sanzioni penali a carico delle società a quasi tutti gli illeciti, dagli infortuni al lavoro nero, la Merloni ha dichiarato: "Evitiamo un eccessivo accanimento contro le imprese".

Sangalli Giancarlo
2° in lista in Emilia Romagna al Senato
"A Sangalli ho chiesto di portare in Parlamento la voce e le proposte della piccola e media imprenditoria e lui ha accettato. Con lui vogliamo che nel Parlamento italiano entri la voce di chi alzandosi ogni mattina produce ricchezza".
Queste le eloquenti parole usate da Veltroni a Rimini il 24 febbraio scorso per annunciare l'investitura del segretario generale della CNA e della piccola e media impresa.
Sangalli, classe 1952, ha accettato molto volentieri la candidatura perché, ha chiarito: "in questa formazione del centrosinistra si può correre liberi e cambiare gli schemi della politica, dando una prospettiva di crescita al Paese. L'Italia si deve aprire alle sue potenzialità migliori, unendo le forze di lavoro e quelle delle imprese".
Da 14 anni ininterrotti è a capo della CNA nazionale e dal 1998 ha assunto il ruolo di presidente della Camera di commercio di Bologna (che vanta partecipazioni per 54,7 milioni di euro in tutti gli snodi infrastrutturali locali) e che quindi ha potere decisionale sulle scelte riguardanti Fiera, Caab, Interporto e Aeroporto.
A livello nazionale è a capo di un feudo che conta oltre 650mila imprenditori associati e che concorre alla formazione del prodotto interno lordo per circa il 15%.

Serra Achille
3° in lista in Toscana al Senato
Romano, classe 1941, è un funzionario di polizia di lungo corso e un abile camaleonte politico. È stato prefetto di Palermo, Firenze e Roma. È stato deputato di Forza Italia nella XIII legislatura e ora sarà candidato del Partito Democratico a testimonianza che non esiste sostanziale differenza fra i due schieramenti.
Laureatosi in Giurisprudenza, entra nella Polizia di Stato nel 1968, come vice-commissario a Milano.
Successivamente ricopre gli incarichi di dirigente della squadra mobile, capo della DIGOS e della Criminalpool.
Nominato questore nel 1991, dirige le questure di Sondrio e Cremona e il S.C.O. (Servizio Centrale Operativo). Nel 1993 è nominato questore di Milano, e nel 1994 prefetto di prima classe e vice capo vicario della Polizia, quindi prefetto di Ancona, Palermo e Firenze. Eletto alla Camera dei deputati nelle liste di Forza Italia nella XIII legislatura (collegio 6, Lombardia 1) a partire dal 9 maggio 1996, si dimette da deputato il 31 marzo 1998 e gli subentra Gaetano Pecorella.
Dal 2003 è prefetto di Roma, incarico che ricopre sino al 3 settembre 2007, per assumere il ruolo di "Alto commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione nella Pubblica amministrazione" su nomina del governo Prodi.
Il nome di Serra balzò alle cronache durante i gravissimi incidenti di Roma-Manchester del 4 aprile 2007 quando la polizia attaccò il settore dello stadio Olimpico dove erano stipati i tifosi inglesi, ferendone molti che non avevano alcuna responsabilità per gli incidenti scoppiati fra opposte tifoserie fuori dell'impianto. Serra giustificò l'operato dei poliziotti. Il governo inglese chiese spiegazioni per l'accaduto e anche l'UEFA aprì un'inchiesta, ma le autorità italiane non presero provvedimenti contro il prefetto.

Veronesi Umberto
Capolista in Lombardia al Senato
È nato il 28 novembre 1925 a Milano; oncologo di fama mondiale si è laureato in medicina nel 1950 e nella città meneghina ha svolto la sua carriera scientifica. Iscritto nel PSI di Craxi, per diciotto anni ha guidato l'Istituto nazionale dei tumori di Milano. È stato direttore scientifico dell'IEO - Istituto Oncologico Europeo una prima volta dal 1994 al 2000 e, successivamente, dal 2001 a oggi. Nel 2003 ha fondato la Fondazione Umberto Veronesi.
Nel 1993 fu nominato dall'allora ministro della Sanità Raffaele Costa membro della commissione nazionale incaricata di redigere un piano contro le malattie tumorali. Nel 1998 fu membro della commissione che dovette giudicare gli effetti della cura anti-cancro nota come "terapia Di Bella".
Nel 2000 fu incaricato del ministero della Sanità nel governo presieduto da Giuliano Amato, incarico che tenne fino al maggio 2001.
Sostiene la liberalizzazione delle droghe leggere e l'eutanasia ma è anche favorevole agli Ogm, ai termovalorizzatori e alle centrali nucleari.

12 marzo 2008