I candidati in lizza per la poltrona di neopodestà non hanno niente a che spartire con le masse popolari di Paola

Il 6 e 7 maggio sono chiamati alle urne gli elettori di Paola (Cosenza) per la elezione del sindaco e del consiglio comunale.
In lizza 4 candidati: Carlo Gravina (PD, IDV, SEL, socialisti e liste civiche), Basilio Ferrari (PDL, Noi Sud), Alessandro Pagliaro (FDS), Giovanni Abruzzo (PSDI).
Nessuno di questi ha nulla a che spartire con il proletariato e le masse popolari paolane. Vediamo brevemente perché.
Carlo Gravina, candidato dal PD e da altre forze della "sinistra" borghese viene da ben 17 anni di militanza nella destra berlusconiana, anche se ora si dice "deluso". Suoi padrini politici il sindaco uscente, il bandito Roberto Perrotta (ex PSI, PDS, Cristiano sociali, ora socialista con Nencini) e il boss europarlamentare del PD Mario Pirillo (ex DC, UDR, Udeur, Margherita, ex vicepresidente della giunta regionale calabra ai tempi della giunta di destra di Giuseppe Nisticò) nonché Antonio Pizzini, ex sindaco di Paola famoso per aver ridotto sul lastrico il comune, poi passato al CDU di Buttiglione, poi Forza Italia (con cui venne eletto al Consiglio regionale) ora in rotta con il fascista presidente della regione Scopelliti poiché non accontentato in termini di poltrone.
I guasti dell'amministrazione di Perrotta sono sotto gli occhi di tutti: disoccupazione alle stelle, devastazione e cementificazione del territorio in odor di mafia, debiti del comune alle stelle, nomine negli enti con criteri poco chiari e trasparenti, strapotere dei capi e capetti mafiosi locali (alcuni dei quali a lui vicinissimi e recentemente arrestati per reati gravissimi). La sua amministrazione che va avanti dal 2003 è forse la peggiore che Paola abbia mai avuto! Siccome Perrotta non lavora e mangia tramite la politica (anche se si fregia di essere avvocato, ma non ha mai praticato e dicono che la laurea gli sia stata regalata), ora che è ineleggibile per via dei due mandati consecutivi ottenuti, è bene ricordarlo, con una minoranza di voti sull'intero corpo elettorale paolano considerando gli astenuti (ben il 33% al ballottaggio del 2008), ha deciso di candidare il suo burattino, Gravina fuoriuscito dal PDL a gennaio. In lista con loro i soliti rottami ex DC ed ex PDS, Graziano Di Natale, genero di Pirillo e trombato alle ultime provinciali (anche lui viene da destra), Mimmo Abramo e vari altri personaggi impresentabili come Grupillo ex fascista passato con l'IDV di Di Pietro.
Né merita il voto ovviamente Basilio Ferrari del PDL. Avvocato, trombato alle scorse amministrative dove non arrivò neppure al ballottaggio, è controfigura di Scopelliti e del nipote del filo mafioso segretario del PSI Giacomo Mancini, Giacomo Mancini jr. Sostenuto dal corrotto Sergio Stancato (medico, ex assessore regionale all'ambiente, coinvolto in una sporca storia di mazzette e rifiuti tossici interrati nel sottosuolo, vicenda dalla quale venne prescritto).
Anche il medico corrotto Lucio Sbano con Noi Sud di Miccichè sostiene Scopelliti insieme a vecchi e nuovi rampolli provenienti da AN come Mimmo De Rosa.
Gli outsider sono Giovanni Abruzzo (PSDI), candidato di bandiera del faccendiere in ombra (non si presenta mai alle elezioni, ma poi fa sempre l'assessore o il vicesindaco) Piero Lamberti, sodale del sindaco fino a pochi mesi fa e ora suo acerrimo nemico per effetto di un litigio riguardante intrallazzi sulle cooperative della nettezza urbana.
La FDS (PRC, PdCI, e altri rottami trotzkisti) sostiene Alessandro Pagliaro, campione dell'ultimo posto raggiunto alle precedenti amministrative, tanto da non essere eletto nemmeno consigliere comunale. Pagliaro, che oggi si ispira a De Magistris, è uno squallido personaggio uscito a destra dal PCI revisionista pochi anni prima della Bolognina per transitare nel PSI e famigerato per la battuta finale del suo ultimo comizio del 2008: 'il comunismo è finito'' che provocò brusio e proteste fra i presenti in piazza giunti a sostenerlo tra cui iscritti al PRC.
Le masse popolari vivono sempre peggio anche per effetto della politica degli amministratori locali e regionali, oltreché per le politiche nazionali dei governi della destra e della "sinistra" borghese e della crisi del capitalismo.
L'unica alternativa per gli elettori paolani è esprimere un voto di classe contro questo schifo votando contro tutti partiti borghesi, la borghesia e il capitalismo e votare per il Partito del proletariato, della riscossa e del socialismo, il PMLI, attraverso l'astensionismo. Bisogna creare le istituzioni rappresentative della masse astensioniste e fautrici del socialismo ossia le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta e contrapporle alle corrotte e filomafiose istituzioni borghesi locali in camicia nera.
Bisogna lottare come prevede il Programma d'azione del PMLI per il lavoro stabile, a salario intero e sindacalmente tutelato per tutti e per ogni altro bisogno popolare e progressista, facendo fronte unito contro la 'ndrangheta. Naturalmente le contraddizioni anche paolane, come quelle dell'intero Paese potranno risolversi definitivamente solo nel socialismo.
Per Paola governata dal popolo e al servizio del popolo vota il PMLI astenendoti, per l'Italia unita, rossa e socialista!

Un simpatizzante di Paola (Cosenza) del PMLI
18 aprile 2012