Carceri segrete Usa in Romania, Polonia e altri Paesi. Coinvolta anche l'Italia
La Rice teorizza il ruolo della Cia nella lotta contro il terrorismo
La Nato e l'Ue credono alle parole del segretario di Stato Usa

La "lotta al terrorismo" e il ripristino della democrazia e della legalità da parte dell'imperialismo americano è rappresentata dall'illegale aggressione e occupazione dell'Iraq e dell'Afghanistan ma anche una interminabile catena di illegalità commesse dai servizi Usa che comprendono sequestri di persone in paesi terzi, voli per il trasporto dei detenuti e prigioni segreti in diversi paesi, tortura dei prigionieri.
Il campionario della "guerra sporca" della Cia, deciso da Bush e avallato dai compiacenti alleati imperialisti, è tornato di attualità per una serie di servizi iniziati ai primi di novembre da parte di quotidiani americani e europei sui voli riservati della Cia e le prigioni segrete degli Usa in diversi paesi. La Casa Bianca ha inizialmente negato o cercato di minimizzare le notizie su voli e carceri ma a fronte di prove che la smentivano si è limitata a negare solo l'uso della tortura; che è invece usata dalla Cia.
Già si conoscevano i casi di sequestri da parte dei servizi americani di presunti terroristi; il caso di Abu Omar rapito da agenti Cia a Milano il 17 febbraio del 2003 e deportato e torturato in Egitto dopo essere transitato dalle basi Usa di Aviano e di Ramstein, in Germania, come del cittadino tedesco Khaled el-Masri, sequestrato nel dicembre 2003 in viaggio in Macedonia, deportato in Afghanistan dove è stato torturato per cinque mesi, fino alla scoperta che si era trattato di un errore di persona e quindi rilasciato.
Una vicenda simile a quella dell'egiziano Mamdouh Habib arrestato in Pakistan nell'ottobre del 2001, imprigionato e torturato per sei mesi in Egitto, detenuto per due anni a Guantanamo e rilasciato senza incriminazioni nel gennaio scorso.
Come si conoscevano i voli segreti di almeno una ventina di aerei che secondo le registrazioni dei giornali di bordo e degli scali aeroportuali hanno scorrazzato impunemente sui cieli e gli aeroporti europei; almeno 300 indicava l'1 dicembre il quotidiano britannico Guardian , oltre 450 nella sola Germania secondo le verifiche del settimanale tedesco Der Spiegel, almeno 800 per Amnesty International. Voli sui cieli europei e sulla Turchia per trasportare i sequestrati verso paesi come Giordania, Egitto e Marocco dove sono stati imprigionati e torturati. Possibile che nessun governo europeo sapesse nulla di tale traffico? Non è possibile.
Una recente inchiesta della stampa tedesca ha appurato che esistono un numero imprecisato, forse otto, di carceri segrete; due erano in Romania e Polonia, con l'evidente assenso dei governi locali. Altre in Afghanistan e nell'Iraq occupati. Quelle in territorio europeo si trovavano presso gli aeroporti militari di Szmany nella Polonia nordorientale e di Costanza in Romania. Secondo organizzazioni per la difesa dei diritti umani, nella prigione polacca una decina di presunti terroristi sono stati torturati dagli agenti americani. I due centri di detenzione segreta della Cia sono stati sgomberati in tutta fretta ai primi di novembre, con le prime notizie precise sulla loro esistenza, e i prigionieri trasferiti in altri paesi.
La lista delle illegalità commesse dalla Cia si allungava di giorno in giorno e chiamava in causa i governi europei che facevano gli gnorri e tentavano di salvare la faccia chiedendo "chiarimenti" agli Usa.
I chiarimenti arriveranno col viaggio della Rice in Europa. Preceduto da messaggi tramite la stampa Usa come quello del Washington Post che affermava che Berlusconi e il governo tedesco erano stati informati e avevano approvato il sequestro rispettivamente di Abu Omar e di El-Masri. Roma e Berlino smentivano. Berlusconi durante l'incontro col primo ministro spagnolo Zapatero l'1 dicembre aveva addirittura negato che vi fossero state operazioni clandestine della Cia in territorio italiano.
Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Stephen Hadley, in una intervista televisiva alla vigilia della partenza della Rice per l'Europa sosteneva che gli Usa non spostano "persone in giro per il mondo in modo che possano essere torturate"; un falso. Ammetteva però che "ci sono operazioni di cui non si può parlare", comprese quelle della Cia, perché rivelandole "metterebbero a rischio i paesi che collaborano con gli Usa". Il filo conduttore del ragionamento della Casa Bianca è "siamo tutti minacciati dal terrorismo dobbiamo cooperare" e non stare a sollevare inutili polemiche. Quello che la Rice ripeteva nel suo viaggio da Berlino, il 6 dicembre, a Bruxelles dove difendeva le operazioni segrete della Cia, sequestri di persone, prigioni segrete e torture comprese; anzi teorizzava il ruolo "positivo" della Cia nella lotta al terrorismo perché "le informazioni raccolte dall'intelligence da un piccolo numero di pericolosi detenuti ha evitato attacchi terroristici sia in Europa che negli Stati Uniti". Credere sulla parola alle affermazioni degli imperialisti americani non è possibile, tantopiù dopo lo scandalo del Nigergate.
"Gli Stati Uniti non giustificano la tortura - affermava l'ipocrita Rice a Berlino - è contro le leggi degli Usa e contro gli obblighi internazionali del paese. E noi rispettiamo la sovranità dei paesi alleati. Ma nella lotta al terrorismo non si può fare almeno di efficienti servizi segreti per assicurare i terroristi alla giustizia prima che colpiscano". Per il momento i servizi, più che assicurare alla giustizia, hanno fatto sparire un numero imprecisato di sospetti terroristi in prigioni segrete, in regola con le leggi Usa varate dopo l'11 settembre 2001. Ma basta che la Rice ripeta anche a Bruxelles l'8 dicembre che gli Stati Uniti "non hanno usato aeroporti e nemmeno lo spazio aereo di altri paesi per trasferire detenuti in posti dove crediamo che possano essere torturati" e d'incanto cadono i dubbi degli alleati della Nato e della Ue. La Rice ha "rasserenato l'ambiente", ha sostenuto il segretario generale della Nato, l'olandese Jaap De Hoop Scheffer; "spiegazioni soddisfacenti" aggiungono tra gli altri i rappresentanti di Francia, Spagna e Belgio. La Merkel aveva già approvato durante l'incontro a Berlino.

14 dicembre 2005