Dirottavano da anni i pazienti nella "casa di cura" di famiglia
Arrestato noto primario di ortopedia dell'ospedale Cardarelli e il suo "clan"
Tremano le lucrose lobby della sanità in Campania

Il 7 marzo scorso la Procura della Repubblica di Napoli ha disposto l'arresto in carcere per il famosissimo ortopedico napoletano Paolo Iannelli. È accusato di associazione per delinquere, concussione, truffa ai danni del SSN, abuso di ufficio e falso.
Con la scusa delle liste di attesa, anche per i più semplici interventi, come l'ingessatura di un arto, dirottava gli "sfortunati" pazienti ricoverati nel reparto che dirige all'ospedale Cardarelli, verso la clinica privata di famiglia, Villa del Sole a Posillipo. In molti casi la struttura dopo avere "depredato" e dissanguato economicamente i malcapitati (i prezzi secondo quanto hanno denunciato i pazienti andavano dai 2mila ai 10mila euro), otteneva anche i rimborsi dal SSN, grazie alla truffa chiamata "attività extramoenia" convenzionata. In molti casi non emetteva neanche la fattura!
I  magistrati ipotizzano che i pazienti della Seconda divisione di Ortopedia venivano "dirottati" verso la clinica "a mezzo di attività corruttive e concussive". Agli ammalati ricoverati, non importa se anziani o giovanissimi, veniva prospettata la "inesorabile necessita'" di dover attendere tempi lunghi per essere operati in ospedale, anche con argomenti ritenuti "capziosi, destituiti di fondamento e non rispondenti alla realtà dei fatti", e la contestuale possibilità di essere "simultaneamente trasferiti e ricoverati" a Villa del Sole.
Non solo, secondo quanto emerso dalle indagini, "veniva fatto fittiziamente apparire (sia alla Asl Napoli 2, sia agli stessi pazienti) come effettuati all'interno della clinica in regime di intramoenia, interventi in concreto eseguiti in regime esclusivamente privatistico da altri medici che non dipendevano dall'Asl ovvero operazioni di natura esclusivamente estetica o comunque non eseguibili in regime di intramoenia". 
A Iannelli (difeso dal penalista Bruno Von Arx) la Procura contesta anche il reato di truffa per aver fatto apparire di aver prestato servizio presso l'ospedale Cardarelli durante giorni oppure orari nei quali, secondo l'accusa, si trovava invece altrove. Gli episodi contestati tra il 7 luglio 2010 e il 18 febbraio 2011 sono ben 88. L'ultimo si riferisce a una vacanza in Thailandia: il medico risulta partito per Bangkok l'11 febbraio 2011 e rientrato il 20 febbraio. Dai riscontri sul foglio di presenza il medico risulterebbe aver lavorato al Cardarelli dal 14 al 18 febbraio.
Ricordiamo, peraltro, che il dott. Iannelli notoriamente sguazzava anche in politica, mettendo a disposizione del migliore offerente il potere elettorale della sua clientela. Figlio dell'allora senatore del PCI e professore di ortopedia Eugenio e legato storicamente a doppio filo all'ala "migliorista", la destra, del PCI revisionista aveva sostenuto le candidature di Antonio Bassolino e Massimo D'Alema, per poi sponsorizzare Stefano Caldoro. Sconfitto alle primarie il candidato del PD Morcone, aveva sostenuto con forza il filo-camorrista Lettieri, nel ballottaggio con De Magistris. Nelle foto di Agn/foto pubblicate da "La Repubblica-Napoli" si può vedere il dott. Iannelli che accoglie il Presidente Giorgio Napolitano a Villa del Sole nel novembre 2008.

I Pm: "metodi odiosi" e "sistema criminale"
Di fronte ai "metodi odiosi" di questo "sistema criminale" - come lo hanno definito i Pm titolari dell'inchiesta, Woodcock e Curcio, è palese che il manager del lazzeretto Cardarelli, Rocco Granata non poteva non essere a conoscenza di questo odioso sistema di intimidazione di stampo mafioso, che è molto diffuso non solo al Cardarelli e si fonda sul metodo di terrorizzare pazienti indifesi, ed in attesa di un intervento chirurgico, né tanto meno poteva essere all'oscuro dello scandaloso flusso di pazienti e di denaro dal pubblico al privato, che al Cardarelli era noto a tutti, e che andava avanti da molti anni. Non basta avere bloccato la convenzione, sospeso i medici indagati ed avviato un'inchiesta interna. Granata dovrebbe immediatamente dimettersi.
Ricordiamo che agli arresti domiciliari sono finiti anche Gabriele Iannelli e Marco Von Arx, il primo, fratello di Paolo è dirigente medico cardiochirurgo del Policlinico di Napoli nonché socio della casa di cura Villa del Sole, il secondo è il Presidente del consiglio di amministrazione della stessa clinica. Il divieto di dimora nel comune di Napoli è stato disposto per Umberto Bocchetti, Mario Chiantera, anch'egli ortopedico del Cardarelli, e Giuseppe Trotta, dirigente medico della Divisione di ortopedia dello stesso ospedale. L'obbligo di presentazione è stato disposto per Gennaro Devoto, ortopedico dell'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, Vincenzo D'Aniello, ortopedico a Pozzuoli, Carlo Carli, ex dirigente medico dell'Asl Napoli 2 presso il distretto di Bacoli; Ettore Dell'Anna, otorinolaringoiatra dell'ospedale San Giuliano di Giugliano in Campania, Clara Belluomo Anello, dirigente del reparto di terapia intensiva del Primo Policlinico di Napoli, Michele Chiariello, medico di Villa del Sole e Luigi Angrisani, direttore dell'Unità operativa di chirurgia dell'ospedale San Giovanni Bosco. Complessivamente i carabinieri del Nas e i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito 13 provvedimenti cautelari e 42 decreti di perquisizioni domiciliari nei confronti di medici e paramedici di varie strutture ospedaliere, alcuni dei quali in Toscana e Piemonte.
Tra le scoperte più inquietanti c'è il coinvolgimento di un dipendente di Enerambiente, azienda dei rifiuti fallita e al centro di un'inchiesta della Procura di Catanzaro per evasione fiscale e violazioni delle norme ambientali, che si sarebbe specializzato, insieme a medici e infermieri a reclutare nel "pubblico" pazienti per la lussuosa clinica privata.

La storia emblematica di un paziente deceduto
La clinica Villa del Sole è al centro anche di un'altra importante inchiesta che riguarda il decesso avvenuto nel 2009 di Stefano Maraolo, 40 anni. Contro il parere dei familiari si era convinto a sottoporsi ad un intervento di by pass gastrico con la speranza di perdere una buona parte di quei 140 chili che gravavano su un fisico di soli 160 cm. Il 20 gennaio del 2009 fu ricoverato a Villa del Sole per non rivedere più la luce, a causa, avrebbero accertato le indagini degli inquirenti, di una intubazione d'emergenza seguita da una tracheotomia. Il chirurgo e l'anestesista - si legge nella ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Ludovica Mancini - "pur essendo consapevoli del rischio che comportava l'intervento, aggravavano tale rischio decidendo di effettuare l'intervento nella casa di cura privata Villa del Sole dove l'equipe medica non poteva godere del supporto delle strutture dei mezzi e dell'apporto di altri specialisti sicuramente necessari in caso di probabili complicanze che invece sarebbero state disponibili presso una qualificata struttura pubblica''. Insomma per l'accusa Stefano morì sotto i ferri. A quel punto - sempre secondo la ricostruzione della Procura che si è avvalsa di una serie di intercettazioni ambientali tra Von Arx e Iannelli- i medici che lo stavano operando lo trasferirono in ambulanza al Policlinico fingendo che avesse una crisi respiratoria. Alla fidanzata che accorre al capezzale il corpo non viene mostrato, al padre che si mette all'inseguimento dell'ambulanza viene detto che è vivo ma in preda a crisi respiratoria sebbene mostri un aspetto cadaverico. "Fu una messa in scena - dice oggi a nome della famiglia Maraolo il legale che li assiste, Pasquale Coppola - e oggi abbiamo la prova di quello che abbiamo sempre sostenuto nelle nostre denunce''. Per questa vicenda sono indagati, con l'accusa di omicidio colposo, il chirurgo e l'anestesista, accusati anche della falsificazione della cartella clinica, per quest'ultimo reato assieme con i gestori di Villa del Sole e la responsabile del reparto di terapia intensiva del Policlinico dove il povero Stefano fu trasferito prima di decretarne la morte. "Una vera e propria messa in scena - scrive anche il giudice - attuata probabilmente per mantenere il buon nome della clinica''. "Oggi - conclude l'avvocato della famiglia Maraolo - i familiari di Stefano apprendono che tutto quanto avevano intuito era drammaticamente e terribilmente vero e che i sanitari di 'Villa del Sole', evidentemente al solo fine di salvaguardare i loro interessi, non avevano esitato a violare i più elementari doveri imposti non solo dall'appartenenza alla classe medica, ma alla semplice umanità'''.

Rivendicazioni
Come uscire quindi da questa scandalosa e drammatica situazione, come prevenire che fatti del genere accadano di nuovo? Sicuramente è inaccettabile e deve essere bocciato senza indugio il "business plan" redatto dall'ex manager milionario del Cardarelli, Enrico  Iovino, che prevede di inaugurare nella palazzina M un modello "Sperimentazione gestionale" pubblico-privato, dove un socio (privato) da individuare con gara d' appalto dovrebbe collaborare nell'organizzazione dell'attività privata dei medici nella struttura.
Tirando le somme di queste vicende, la strada da seguire è esattamente opposta a quella di generalizzare l'intramoenia, sponsorizzata anche dal barone Umberto Veronesi.
Dal caso della clinica S. Rita di Milano alla Sicilia spa dei Michele Aiello, dai tanti casi Tarantini in Puglia e Lazio alla clinica "Pineta Grande" sul litorale domizio, nelle mani del clan dei Casalesi, fino agli scandali, documentati dalla telecamere, che hanno mostrato le sevizie e i maltrattamenti a danno di pazienti inermi e non autosufficienti, che avvenivano quotidianamente nella casa di riposo (lager) Borea di Sanremo, diretta dalla moglie del Senatore del Pdl Gabriele Boscetto, si può ben dire che quello della sanità privata convenzionata è quasi ovunque un sistema criminale di stampo mafioso.
Auspichiamo quindi che questa doverosa inchiesta della Procura di Napoli sia la scintilla affinché nasca in tutta Italia un movimento di lotta per spazzare via gli sciacalli della sanità privata e a pagamento, che sono parte integrante della borghesia mafiosa.
Per cancellare il "conflitto di interessi", occorre iniziare a cancellare sia l'"attività extramoenia" che quella "intramoenia", così come normata dalla controriforma dell'ex ministro Rosy Bindi. Occorre altresì battersi per azzerare i debiti e gli interessi sui debiti contratti con le case farmaceutiche, i laboratori di analisi, i centri diagnostici e lucrose "case di cura" private e cattoliche, che stanno letteralmente strangolando quel che resta del Servizio sanitario nazionale (SSN). Occorre espropriarle senza indennizzo, per riconvertirle in strutture pubbliche socio-sanitarie. Dove è accertata la truffa occorre ottenere il risarcimento danni per le vittime e le casse dell'erario.
Gridiamo in piazza fuori la mafia nella sanità! Basta ai ticket e ai tagli governativi e ragionali alla sanità! Basta alle nomine politiche per chiamata diretta di manager e primari! Sanità pubblica, gratuita ed efficiente (e non lottizzata dai partiti del regime neofascista) per tutti!

21 marzo 2012