Mai così in alto dal 1996
Il carovita vola al 4,1%
2.180 euro in più all'anno per famiglia. Berlusconi: "Bisogna essere ottimisti"
Il carovita sta falcidiando i sempre più magri bilanci delle masse popolari. A luglio l'inflazione ha raggiunto ben il 4,1%. A giugno era al 3,8%. Si tratta del dato peggiore dal giugno 1996. E a settembre il fronte dei prezzi si preannuncia ancor più caldo.
Aumenta tutto, e in particolare alimentari e carburanti. I prezzi di pane e pasta a luglio hanno continuato la loro inarrestabile corsa al rialzo: +24,7% la pasta che accelera ancora rispetto al 22,3% di giugno, +12,9% il pane rispetto al luglio 2007. Rincari a due cifre anche per il latte, +11,1%. Mentre il prezzo delle carni è aumentato del 4,3%. Sempre più insostenibile il rincaro del gasolio e della benzina che nello stesso periodo hanno registrato rispettivamente un aumento del +31,4% e +13,1%. Il che significa che per fare un pieno di 50 litri ci vogliono circa 20 euro in più per un'auto diesel e poco meno di 10 euro in più se alimentata a benzina. Stangata anche sulle tariffe elettriche che aumentano del 3,6% sul mese e del 13% sull'anno. Che fa il paio con quella sul gas, +2,8% il rincaro mensile che sale al 12,7% su base annua. E poi c'è l'acqua, il cosiddetto "oro blu", il cui prezzo sta subendo da diversi anni un'impennata continua e che secondo stime di Federconsumatori anche quest'anno è del +10%.
Aumenti questi che si ripercuotono su casa (+8,6% nel capitolo abitazione, acqua, elettricità e combustibili) e trasporti (+7,1%). Non è mancata neppure la stangata sull'"ombrellone", per quei fortunati (sempre meno) che si sono potuti permettere un periodo (sempre più breve) di vacanza: +8,1% i servizi balneari, +4,1% i camping, +5% i pacchetti vacanza. Ma non è stato risparmiato neppure chi ha per svago solo la televisione: gli abbonamenti alle pay-tv sono aumentati del 5,1%.
E il mese di settembre ha la sua bella lista di aumenti. Si comincia con i libri e il corredo scolastico che si rivelerà un salasso tra i 70-80 euro in più rispetto all'anno scorso, e si continua con la telefonia (Vodafone e Tim hanno già notificato ai propri utenti il "ritocco" al rialzo di alcuni piani tariffari), il ritocco dei listini delle Rc auto e, a causa della corsa del costo del denaro, l'aumento dei tassi di interesse sui mutui e sul prestito al consumo. Inoltre a fine mese l'Autorità per l'energia dovrà rivedere il prezzo di luce e gas per i prossimi tre mesi, e c'è solo la speranza che la discesa del prezzo del petrolio, dopo il record dei 147 dollari di luglio, renda più contenuti gli aumenti che comunque si profilano tra il 3 e 4%.
Un tasso di inflazione del 4,1% su base annua con aumenti del 20% per pane e pasta, si traduce in un indice dei prezzi Istat "per la spesa" del 6,1% rispetto al luglio 2007. Che significa che l'inflazione pesa su poveri e ceti medi molto di più che sui ceti abbienti e ricchi.
L'unica cosa che non aumenta sono le buste paga: quelle delle grandi imprese, infatti, crescono in un anno del 3,3% (il riferimento Istat è di maggio) decisamente meno quindi dell'attuale 4,1% dell'inflazione.
A metterci poi "il carico da undici" ci ha pensato la manovra economica del governo del neoduce Berlusconi, che costringerà le famiglie ad accollarsi i tagli ai servizi, per non parlare della vera e propria rapina legalizzata ai danni dei lavoratori con la fissazione del tasso di inflazione programmata dal governo, che serve per calcolare gli aumenti contrattuali, all'1,7% per l'anno in corso e all'1,5% per quelli successivi, nonostante che anche dati del Tesoro che esaminano l'indice dei prezzi del paniere delle famiglie certifichino aumenti boom per i prodotti di prima necessità e un'inflazione al 3,8%.
Secondo Adusbef e Federconsumatori il carovita costerà ben 2.182 euro in più alle famiglie italiane. "Invece di tagliare le tasse e impostare una manovra economica per restituire il potere d'acquisto falcidiato - denunciano le due associazioni - il governo ha tagliato la sanità, la sicurezza, l'istruzione, aumentato la pressione fiscale, senza intaccare la speculazione che viene favorita smaccatamente con il rinvio della class action alle calende greche".
Le due associazioni oltre a denunciare il demagogico "spot della carta di povertà", che "alimenta anche sullo stato di indigenza una vergognosa speculazione politica ed economica" sono "indignate da un manovra recessiva e depressiva, che taglia alla cieca i servizi e lo Stato sociale senza indicare politiche economiche di sostegno per milioni di famiglie impoverite grazie a un governo che consolida la pressione fiscale a carico dei più indigenti, facendo finta di colpire i cartelli, i monopoli e i grandi potentati, quali banche, compagnie petrolifere, energetiche e assicurative. Con le quali va a braccetto assecondando i loro desideri".
E mentre le associazioni dei consumatori chiedono "misure stringenti" per controllare i prezzi e combattere le speculazioni che metteranno sul lastrico una famiglia su quattro, per tutta risposta al neoduce Berlusconi non manca la faccia di bronzo: "Bisogna essere ottimisti - sentenzia dal suo palco televisivo, il Tg5 - non ho conosciuto mai un pessimista che è riuscito a raggiungere i risultati". "La crisi è presente in tutto il mondo" dopo che "un miliardo e mezzo di persone hanno aumentato il loro tenore di vita chiedendo petrolio e derrate alimentari. A momenti di crisi, si alternano periodi di espansione". Dunque, tutto va bene per lo "statista" di Arcore.
La realtà è ben diversa, e i sacrifici che ben conoscono milioni di famiglie italiane, ora sono certificati anche dalle statistiche che segnalano il crollo dei consumi. Non solo di cosiddetti prodotti voluttuari come quelli di bellezza, abbigliamento, giochi, elettrodomestici che complessivamente hanno registrato una diminuzione del -4,1%, ma ora ad alleggerirsi è il carrello della spesa: le vendite rispetto a giugno di un anno fa sono calate del 2,3%. Diminuisce l'acquisto di pane (-2,5%), carne bovina (-3%), frutta (-2,6%) e ortaggi (-0,8%). Insomma si fa la fame.

10 settembre 2008