"Per permettere all'Europa di contare di pi¡ sulla scena internazionale"
CIAMPI INVOCA UNA POLITICA ESTERA E DI DIFESA COMUNE DELLA UE
Il presidente della Repubblica giudica "uno sviluppo storico la prima operazione militare dell'Ue-Nato" in Macedonia
In tempo di guerra il presidente della Repubblica Ciampi calza l'elmetto e con regolarità interviene su argomenti militari; dopo aver avallato e coperto la decisione del governo del neoduce Berlusconi di entrare in guerra a fianco degli imperialisti angloamericani nell'aggressione all'Iraq e appoggiato l'invio degli alpini in Afghanistan si è recentemente occupato anche delle questioni militari dell'Unione europea. L'occasione gli è stata data dall'incontro del 2 aprile al Quirinale con i vertici della Banca centrale europea (Bce) che vigila sull'Euro. Dai festeggiamenti per la moneta europea "forte", che ha superato nel cambio la parità col dollaro, il passo è stato breve per invocare anche una politica estera e di difesa comune della Ue che permetta "all'Europa di contare di più sulla scena internazionale" e non solo sul piano economico.
"Così come l'Euro e la politica monetaria comune hanno consentito all'Ue di essere presente in misura sempre più avvertita sui mercati monetari finanziari internazionali, ora bisogna adottare una politica estera e difesa comune" ha sottolineato Ciampi che ha ben presente come l'imperialismo ha bisogno per rafforzare e estendere i mercati che controlla di uno strumento monetario e economico forte e parimenti sostenuto da una politica estera e militare altrettanto forte. L'aggressione all'Iraq guidata dall'Hitler della Casa Bianca ne è un esempio e infatti Ciampi puntualizza che "proprio il conflitto in Iraq rende urgente un'esigenza già avvertita, che l'Unione europea adotti una politica estera e di difesa comune". è ovvio che l'imperialismo europeo non può "contare di più sulla scena internazionale" se si presenta come nel caso dell'Iraq diviso tra chi (Blair, Aznar, Berlusconi) ha seguito Bush nella guerra e chi (Chirac, Schroeder) voleva ottenere gli stessi risultati per "via pacifica".
Ciampi cita come esempio positivo la "prima operazione militare Ue-Nato" in Macedonia; la pari dignità militare fra Usa e Europa è anzi "uno sviluppo storico".
Se fra gli attuali quindici paesi membri non c'è ancora accordo su come costruire un'efficace politica estera e di difesa comune ci pensino i sei Stati fondatori a dare "nuovo slancio" al progetto, invoca il presidente della Repubblica, come è stato fatto per l'Euro: "le soluzioni istituzionali potranno assumere forme diverse ma la finalità di seguire una condotta unitaria europea è la stesa per la politica estra e di difesa come per la politica monetaria ed economica. è un'esigenza che le presenti drammatiche vicende rendono ancora più pressante".
L'argomento è oggetto anche della discussione alla Convenzione europea alla quale Ciampi chiede di rispettare la tabella di marcia prevista: "sarà fondamentale che i lavori si concludano in tempo utile per permettere che il Trattato costituzionale venga finalizzato prima delle elezioni europee del 2004". Ovvero che il patto sia firmato, come era negli obiettivi, a Roma entro il prossimo semestre di presidenza italiano della Ue; un'occasione che offrirebbe una ribalta internazionale alle ambizioni dell'imperialismo italiano come auspica il neoduce Berlusconi. Ciampi lo appoggia, Francia e Germania sono tentate di far scivolare la scadenza per ritorsione contro la rottura del fronte europeo sull'Iraq alla quale ha contribuito da protagonista assieme a Blair e Aznar.