A Coccaglio e a San Martino dell'Argine è caccia agli immigrati "irregolari"
Giunte leghiste scatenano i rastrellamenti antimmigrati
Partecipata manifestazione antirazzista nel bresciano

In risposta all'infame crociata neofascista, xenofoba e razzista scatenata contro gli immigrati dalle giunte leghiste in alcuni comuni del bresciano e del mantovano, il 28 novembre, al grido di "siamo tutti clandestini" migliaia di manifestanti hanno preso parte al corteo anti-razzista organizzato dalla Cgil e da varie associazioni antirazziste a Coccaglio in provincia di Brescia per protestare contro la cosiddetta operazione "White Christmas" (Bianco Natale) varata dalla giunta leghista per ripulire la cittadina dagli extracomunitari "irregolari" (per la cronaca si legga articolo a parte).
Si tratta di un provvedimento che di fatto costituisce un rastrellamento e che andrà avanti fino al 25 dicembre proprio perché, spiega l'assessore leghista alla Sicurezza, Claudio Abiendi, ideatore dell'iniziativa: "per me il Natale non è la festa dell'accoglienza, ma della tradizione cristiana, della nostra identità".
La polizia municipale ha il compito di battere in lungo e in largo le vie di Coccaglio, comune con poco meno di settemila abitanti di cui 1.500 stranieri, per dare la caccia alle circa 400 famiglie di extracomunitari che hanno il permesso di soggiorno scaduto da sei mesi e che devono dimostrare di aver avviato le pratiche per il rinnovo. "Se non dimostrano di averlo fatto - minaccia il neopodestà Franco Claretti - la loro residenza viene revocata d'ufficio".
L'idea dell'operazione intitolata al Natale è nata in seguito all'approvazione del decreto sicurezza che dà maggiori poteri ai sindaci in materia di ordine pubblico e sicurezza e fra cui rientrano anche i controlli e le verifiche dei dati dell'Anagrafe sugli stranieri.
Non importa se a Coccaglio, dove nell'ultimo decennio gli extracomunitari sono diventati più di un quinto della popolazione, marocchini, albanesi e cittadini della ex Jugoslavia non hanno mai creato problemi di "ordine pubblico": "anche se da noi non c'è criminalità - ha sentenziato Claretti - vogliamo comunque iniziare a fare pulizia".
Sulla stessa scia anche il comune di San Martino dell'Argine, mille e ottocento abitanti a 25 chilometri da Mantova, dove un'altra amministrazione leghista invita i cittadini alla delazione contro gli extracomunitari "irregolari".
Il proclama, in perfetto stile mussoliniano, con cui il neopodestà Alessandro Bozzoli (Lega-Pdl) ha fatto tappezzare la cittadina, riporta un paio di articoli e relative pene del decreto Maroni sulla sicurezza e intima che: "Chiunque fosse a conoscenza della presenza sul territorio comunale di immigrati clandestini è pregato di comunicarlo con tempestività al sindaco, all'ufficio di polizia municipale o all'ufficio anagrafe del Comune per i necessari atti conseguenti. Grazie della collaborazione". Firmato: l'amministrazione comunale. Non importa se il comune di San Martino dell'Argine vanta la più bassa percentuale di immigrati di tutta la provincia: "L'obiettivo è informare sulle nuove norme - ha tuonato Bozzoli - Ora bisogna stare attenti a dare in affitto le case, magari non a norma, a clandestini" .
"L'obbligo di comunicare la notizia di reato non spetta al cittadino ma alle autorità di pubblica sicurezza - ammonisce 'Articolo 3' Osservatorio sulle discriminazioni - Questa iniziativa è un invito alla delazione, è un precedente pericolosissimo".
Infatti nel giro di pochi mesi siamo passati dal disegno di legge leghista che prevede l'arresto fino a 2 anni e duemila euro di multa per chi porta il burqa, alla proposta di separare le entrate sui mezzi pubblici fra italiani e stranieri; alla linea differenziata per soli immigrati istituita questa estate a Foggia, fino alla proposta dell'assessore leghista del comune di Milano Matteo Salvini che vuole istituire carrozze separate in metropolitana con posti a sedere unicamente riservati ai milanesi, fino alla proposta del deputato della Lega Maurizio Fugatti, già famigerato propositore dell'emendamento sullo scudo fiscale, che ha presentato un emendamento alla Finanziaria in cui chiede l'istituzione di un tetto massimo per la cassa integrazione ai lavoratori stranieri inferiore a quella dei lavoratori italiani.

2 dicembre 2009