COMUNICATO STAMPA
Nessuna fiducia al governo del dittatore democristiano. Va abbattuto
Il governo Prodi non piace affatto al PMLI. L'abbiamo detto all'atto del suo insediamento, valutando la sua composizione e il suo programma, e via via che procedeva con la politica estera filoatlantica, interventista e di guerra in Afghanistan e in Libano, col massacro sociale della finanziaria, del TFR e delle pensioni, le grandi opere, tra cui la Tav, il consenso agli Usa di raddoppiare la base a Vicenza.
Lo ripetiamo oggi, dopo che ha ottenuto la fiducia al Senato con un programma e una maggioranza spostati a destra. E per di più con Prodi che imponendo il dodecalogo ha assunto le sembianze da dittatore democristiano.
In questo governo della "sinistra" borghese non vediamo alcuna discontinuità di fondo rispetto a quello del neoduce Berlusconi. Né in politica interna, né in politica estera. Domina sempre la triade mussoliniana "Dio, patria, famiglia".
I fatti dimostrano che il governo Prodi anziché smantellare il regime capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista, interventista, guerrafondaio e antipopolare, lo sta rafforzando con la collaborazione servile della "sinistra radicale", falsi comunisti in testa.
Un simile governo non può essere che combattuto e abbattuto. Anche per evitare che con la controriforma costituzionale invocata da Prodi la forma dello Stato e del governo assumino legalmente i connotati neofascisti che già posseggono.
Un simile governo, oltre a curare gli affari della borghesia, serve agli imbroglioni di "sinistra" per seminare illusioni, depotenziare e imbrigliare i movimenti di massa e sabotare la lotta di classe.
Bisogna respingere il ricatto strumentale e opportunistico del pericolo del ritorno al potere di Berlusconi. Se ciò dovesse accadere, andrà riservato anche a lui lo stesso trattamento. I fautori del socialismo, in primo luogo i marxisti-leninisti, non possono tollerare alcun governo della classe dominante borghese.
Secondo il PMLI per il proletariato e le masse popolari non c'è altra possibilità, per tutelare i propri interessi di classe, che stare all'opposizione del governo e delle istituzioni borghesi e lottare senza tregua per l'Italia unita, rossa e socialista.
Per questo occorre creare ovunque nel Paese le istituzioni rappresentative delle masse astensioniste e fautrici del socialismo, costituite dalle Assemblee popolari e dai Comitati popolari sulla base della democrazia diretta.

L'Ufficio stampa del PMLI

Firenze, 1 marzo 2007, ore 13,00