Il "concertone" del 1° Maggio
Una manovra per coinvolgere i giovani nel nazionalismo e nel patriottismo reazionari

"Me l'hanno proposto, toccava a chi apriva il concerto. È stato come portare la bandiera alle Olimpiadi. Ci lavoravo da anni, seguendo l'invito dell'ex presidente Ciampi". Questa la confessione rilasciata al giornale della famiglia Agnelli dal cantautore della "sinistra" borghese, Eugenio Finardi, che senza alcun pudore né autocritica si è di fatto proposto come alfiere dell'Inno di Mameli che ha cantato per primo al "Concertone" del 1° Maggio. E ha aggiunto: "Questi giovani sono orfani, desiderano una Madrepatria, la politica non sono più i partigiani e il '68, ma il processo di Biscardi". E bravo signor Finardi. Quegli stessi rinnegati del comunismo, che hanno cercato di cancellare e sradicare nei giovani ogni idea e riferimento al socialismo e alla necessità di rovesciare il capitalismo, sono i più zelanti nell'operazione sporca di sostituirgli il nazionalismo e il patriottismo reazionari spingendoli a cantare e identificarsi nell'Inno di Mameli come hanno fatto il 1° Maggio a Roma. C'è da aggiungere, peraltro, che costui con atteggiamento servile firmava una liberatoria con la quale, tra l'altro, rinunciava a cantare canzoni di lotta o a porre una spilla rossa sulla chitarra. E tuttavia i giovani più attivi e avanzati hanno risposto alla sporca manovra nazionalista e patriottarda intonando a più riprese la canzone degli eroici partigiani, la più che attuale "Bella Ciao" , la vera che ha riscaldato, riscalda e riscalderà i cuori del popolo italiano.

11 maggio 2011