Scozia
Conclusa l'occupazione degli uffici dirigenziali dell'Università di Aberdeen
Saranno verificate le "aperture" del rettore

Dal corrispondente dell'Organizzazione di Aberdeen (Scozia) del PMLI
Giovedì 8 dicembre si è conclusa, dopo dieci giorni, l'occupazione degli uffici presidenziali dell'Università di Aberdeen (Scozia), organizzata dal movimento studentesco dell'ateneo. Gli studenti, durante il primo giorno di occupazione, avevano redatto una carta contenente tre punti fondamentali diretti al rettore dell'università affermando che, qualora non fossero stati rispettati, avrebbero protratto l'occupazione degli uffici ad oltranza. In breve, i tre punti richiedevano che il rettore si impegnasse a proteggere il posto di lavoro di insegnanti e staff universitario contro le misure di austerity e tagli al budget universitario; che rifiutasse di incassare bonus e di usufruire dei privilegi di cui gode la dirigenza universitaria; che si schierasse pubblicamente contro il programma del governo inerente tagli e privatizzazioni nel settore universitario e scolastico.
L'Organizzazione di Aberdeen del PMLI, è stata presente in due occasioni agli incontri programmati durante l'occupazione. Martedì 29 novembre, in occasione del secondo giorno di occupazione, si è tenuta nell'aula magna all'interno dell'edificio dirigenziale di Regent Walk la prima riunione degli studenti. Si è discusso di come comportarsi in caso di uno scioglimento forzato dell'occupazione e di come gestire i turni notturni negli uffici. Poi due portavoce dei sindacati UNISON e UNITE sono intervenuti all'assemblea. Il portavoce di UNITE ha ribadito l'importanza che i giovani si mobilitino contro il governo britannico e le misure di austerity che danneggiano i lavoratori e fanno arricchire sempre più i benestanti. Ha inoltre espresso solidarietà e appoggio ai giovani occupanti, affermando che è ingiusto che sempre più docenti e staff universitario perdano il posto di lavoro mentre il rettore e l'alta dirigenza godono di bonus e privilegi.
Il portavoce di UNISON, ha ribadito l'importanza di essere presenti allo sciopero generale del 30 novembre per protestare in massa contro la riforma del sistema pensionistico e unirsi in solidarietà con i lavoratori del settore pubblico, costretti a pagare per gli errori commessi dalla grande finanza e dai banchieri.
L'assemblea si è conclusa con la risoluzione di cercare di coinvolgere un numero maggiore di studenti e professori nell'occupazione. Quattro studenti, inoltre, si sono recati dal rettore per presentare i tre punti redatti.
A seguito della risposta negativa ricevuta dal rettore, gli studenti hanno deciso di continuare a occupare gli uffici presidenziali e avviato un sit-in di protesta. In occasione dello sciopero generale, alcuni studenti sono rimasti ad occupare gli uffici; un'altra sezione, invece, ha trascorso la mattinata portando ai lavoratori in sciopero alla manifestazione bibite calde e ha poi preso parte al corteo partito da Castle Gate e proseguito per la via principale di Aberdeen, Union Street. In tale occasione il portavoce degli studenti in occupazione, Gordon Maloney, ha preso la parola ed ha ribadito i punti fondamentali dello statuto redatto e ha aggiunto: "Siamo orgogliosi di essere presenti oggi perché la lotta dei lavoratori e degli studenti è fondamentalmente la stessa. Dobbiamo essere chiari su un punto, che ci piaccia o meno, qui non si tratta solo della riforma della pensione. Il problema alla radice è un governo di miliardari che pesa sulle spalle dei lavoratori scozzesi, che fa di tutto per salvare le banche ma non si cura dei lavoratori, degli studenti, e per questo dobbiamo lottare contro le sue misure di austerity. Loro dicono che le nostre richieste sono egoistiche e irrealistiche, noi siamo qui per dimostrare che i lavoratori non staranno in silenzio mentre i soliti percepiscono bonus e privilegi e siamo qui per dimostrare che irrealistiche sono le proposte e i tagli del governo che mettono in ginocchio la popolazione e richiedono sacrifici che non siamo più disposti a sostenere".
Nei giorni successivi, durante l'occupazione, hanno avuto luogo gruppi di studio e assemblee alle quali hanno preso parte vari professori e il segretario scozzese del sindacato UCU. La dirigenza universitaria, con alla testa il rettore Stephen Robertson, ha promesso di affrontare il tema inerente il licenziamento dei professori e dello staff universitario e di mettere un freno ai privilegi e al sistema dei bonus ai vertici dell'università, che solo lo scorso anno ammontavano a circa 200.000 sterline, mentre le tasse per gli studenti continuano a aumentare. Hanno ammesso infine che lo Stato deve rimanere il principale finanziatore dell'istruzione in Scozia e che i pesantissimi tagli al budget universitario sono ingiusti.
L'occupazione ha senza dubbio promosso e aperto importanti spazi per dibattiti e gruppi di studio inerenti questioni di primaria importanza circa l'attuale stato delle cose, le ingiuste riforme, i tagli e le misure antipopolari di austerità. Ad ogni modo, nonostante l'apparente "apertura" della dirigenza universitaria, sembra piuttosto improbabile che grossi cambiamenti avranno luogo nel prossimo futuro.

14 dicembre 2011