Approvato all'unanimità un "piano quinquennale per lo sviluppo e la sicurezza". Debito cancellato per 30 miliardi
La conferenza internazionale sull'Iraq unita per rafforzare il governo fantoccio Maliki e per combattere il terrorismo
Nessun riferimento al ritiro delle truppe occupanti
La conferenza internazionale sull'Iraq che si è svolta a Sharm el Sheikh, in Egitto, si è chiusa il 4 maggio con un comunicato che riporta l'impegno dei paesi confinanti con l'Iraq, di quelli del G8, dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu, della Lega araba e dell'Organizzazione per la Conferenza islamica "a combattere tutti gli atti di terrorismo in tutte le forme, a impedire il transito di terroristi e armi verso e dall'Iraq e a rafforzare la cooperazione tra Iraq e i Paesi vicini per controllare i confini".
Il documento di Sharm riporta l'impegno dei partecipanti a aiutare l'Iraq per accelerare la formazione delle sue forze armate e per "preparare il terreno alla fine del mandato delle forze multinazionali". Su questo punto i ministri degli Esteri di Siria e Iran avevano chiesto di inserire un calendario per il ritiro delle truppe americane, richiesta che è stata respinta dalla maggioranza dei partecipanti. Le truppe occupanti se ne andranno quando saranno pronti a sostituirli i reparti dell'esercito e della polizia irachena, secondo la decisione del governo Maliki, o meglio degli Usa.
I lavori della conferenza si erano aperti il 3 maggio, alla presenza di rappresentanti di 50 paesi e organizzazioni, con l'adozione all'unanimità dell'International Compact with Iraq (Ici), il piano quinquennale per lo sviluppo e la sicurezza concepito per rafforzare il governo fantoccio di Maliki.
Il piano era stato annunciato subito dopo l'insediamento a primo ministro di Nouri al Maliki, nel giugno 2006, e sostenuto dalle Nazioni Unite e dalla Banca Mondiale. Come se fosse riferito a un paese normale e non a uno sotto occupazione e con la resistenza che mette in estrema difficoltà il sempre più numeroso esercito imperialista occupante, il piano prevede una crescita economica che triplica e il reddito procapite raddoppiato entro cinque anni. E per sostenere questa crescita i paesi partecipanti al vertice si sono impegnati a cancellare 30 miliardi di dollari del debito iracheno.
Il primo ministro Maliki in apertura dei lavori aveva chiesto la cancellazione del debito con Arabia Saudita, Kuwait, Russia e Cina, pari a circa 50 miliardi di dollari, un debito contratto da Baghdad in particolare durante la guerra di aggressione all'Iran negli anni Ottanta. È stato in parte accontentato: Cina, Arabia Saudita, Giappone, Corea del Sud, Bulgaria, Romania, e Cipro ridurranno il loro debito dell'80% mentre altri paesi, tra cui Gran Bretagna, Australia, Spagna e Danimarca hanno promesso ulteriori contributi, secondo quanto riportato dal segretario generale delle Nazioni Unite, il coreano Ban Ki-Moon. Già nel novembre del 2004 i 19 maggiori paesi avevano deciso di cancellare progressivamente il debito iracheno dell'80%. Grazie ai nuovi impegni di Sharm il debito entro il 2008 scenderà a soli 8 miliardi di dollari.
"La risoluzione per sostenere l'Iraq e uscire dalla crisi è stata adottata per acclamazione da tutti i partecipanti", ha dichiarato il rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite in Iraq, Ashraf Qazi. Il documento finale non è stato votato, lo sarà in una conferenza successiva, e quindi non è ancora divenuto operativo; esprime l'impegno dei partecipanti a sostenere il governo fantoccio di Maliki, a aiutare "lo sviluppo e la sicurezza" dell'Irak occupato.
La conferenza di Sharm è stata definita dal ministro degli Esteri Massimo D'Alema, presente in Egitto in rappresentanza dell'Italia, "un modello per quella sull'Afghanistan", per il paese dove il governo Prodi vuol continuare a partecipare all'occupazione militare guidata dall'imperialismo americano.

9 maggio 2007