La conferenza di Parigi dona altri sette miliardi di euro all'Anp
Hamas: "Abu Mazen ha riscosso il prezzo della svendita della causa palestinese"
Raid aerei sionisti uccidono 13 miliziani della Jihad palestinese
"L'Autorità palestinese è vittima di una grave crisi finanziaria e questa è letteralmente l'ultima speranza per evitare la bancarotta", ha spiegato il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice alle 68 delegazioni presenti a Parigi il 17 dicembre alla Conferenza dei paesi e ha annunciato aiuti Usa "senza precedenti" per 550 milioni di dollari all'Anp di Abu Mazen. Con un simile sponsor il presidente palestinese non aveva che da porgere il cappello e mettere in tasca i finanziamenti offerti dai paesi imperialisti per tenere in piedi il suo governo fantoccio e l'amministrazione dell'Anp in Cisgiordania un mese dopo la capitolazione degli accordi di Annapolis.
La conferenza dei donatori era presieduta dal presidente francese Nicolas Sarkozy, da rappresentanti dalla Commissione europea e della Norvegia, che dal '92 è alla testa del "comitato di collegamento ad hoc", e da Tony Blair, l'inviato speciale del quartetto per il Medioriente. Oltre alla cospicua cifra promessa dagli Usa Abu Mazen incasserà 300 milioni di dollari rispettivamente da Francia, Germania e Kuwait e 150 milioni dal Giappone. Per l'Italia, la viceministra degli Esteri Patrizia Sentinelli ha annunciato che verranno stanziati altri 80 milioni che andranno ad aggiungersi ai 108 già decisi in precedenza.
Il principale donatore resta comunque la Ue. La Commissione ha promesso 639,4 milioni di dollari; i 27 paesi della Ue nel 2007 hanno versato circa un miliardo di dollari tra aiuti individuali e contributi della Commissione che ha deciso di controllare meglio l'utilizzo dei soldi da parte dell'Anp. Dal prossimo mese di febbraio un nuovo programma denominato "Pegase", programma palestinese-europeo di gestione dell'aiuto socio-economico, dovrebbe sostituire il precedente chiamato "Mit", meccanismo internazionale temporaneo, in atto dalla metà del 2006 per sostenere l'Anp di Abu Mazen dopo la vittoria elettorale di Hamas. Il "Mit" ha convogliato i fondi verso Abu Mazen, fondi che sarebbero andati in gran parte per il pagamento degli stipendi dei 160mila funzionari; dal controllo di questi finanziamenti era stato tagliato fuori il legittimo governo di Hamas nel tentativo di isolarlo.
Ovviamente anche i nuovi finanziamenti decisi dai paesi imperialisti a Parigi passeranno sotto il controllo di Abu Mazen e non del legittimo governo palestinese. Il portavoce di Hamas a Gaza, Fawzi Barhum, ha dichiarato che "Abu Mazen ha riscosso a Parigi il prezzo della svendita della causa palestinese" e che "il popolo palestinese rifiuta di ricevere donazioni condizionate". La conferenza di Parigi, ha accusato, ha lo scopo di servire gli interessi di sicurezza di Israele, concedendo denaro ai palestinesi invece di garantirgli i loro legittimi diritti. L'incontro di Parigi secondo Barhoum è equivalente alla conferenza di Annapolis "che dà solo a Israele onori e appoggio mentre i palestinesi non ricevono nulla, se non l'espansione degli insediamenti e l'escalation nelle incursioni militari".
Lo confermavano a tambur battente gli attacchi sionisti nella notte del 17 e quelli del 18 dicembre a Gaza e in Cisgiordania: nel corso di almeno quattro incursioni aeree a Gaza e di un attacco dei reparti speciali restavano uccisi 13 palestinesi, in gran parte dirigenti e militanti della Jihad. Anche il presidente palestinese condannava i più pesanti raid aerei sionisti degli ultimi mesi contro Gaza ma la sua restava una pura testimonianza.
D'altra parte alla conferenza di Parigi Abu Abbas era intervenuto chiedendo l'immediata fine della colonizzazione del territorio palestinese da parte israeliana: "mi aspetto lo stop a tutte le attività di colonizzazione senza eccezioni, la demolizione delle 127 colonie illegali costruite dopo il 2001 e la riapertura delle istituzioni palestinesi chiuse a Gerusalemme". Aveva inoltre chiesto a Israele di togliere i posti di blocco, mettere fine alla costruzione dell'illegale muro in Cisgiordania e liberare tutti i detenuti palestinesi. Sperava di ottenere donazioni per 5 miliardi di dollari; ne ha presi 7, ha ringraziato e salutato.

3 gennaio 2008