Lo denuncia il coordinatore nazionale de "La Cgil che vogliamo", Gianni Rinaldini
"La consultazione sull'accordo del 28 giugno è stata una farsa della democrazia"
Gli iscritti FIOM lo hanno bocciato con il 77,3% di No

La segreteria nazionale della CGIL ha reso noto il 25 ottobre, con uno striminzito comunicato, i risultati delle consultazione degli iscritti della CGIL sull'accordo interconfederale del 28 giugno, sottoscritto in modo definitivo il 21 settembre 2011. Eccoli: aventi diritto il voto, 1.070.557. Votanti, 659.031. Favorevoli, 526.447; contrari, 123.613; astenuti, 8.982. "L'accordo è stato pertanto approvato - si legge - dal 79,88% dei votanti".
Duro e di aperta contestazione il commento di Gianni Rinaldini, coordinatore nazionale de "La CGIL che vogliamo": "È andata in scena la farsa della democrazia" ha affermato. Tanti i motivi. Non è stata la consultazione vincolante prevista dalla Statuto. "Il Direttivo con un voto a maggioranza ha cancellato il diritto ad esprimersi prima che l'Organizzazione firmi l'accordo".
Inoltre, "le assemblee non sono state programmate secondo criteri unificanti e certificabili di trasparenza totale". Sono state organizzate con "totale discrezione dei gruppi dirigenti chi, dove, come e quando consultare". In queste condizioni "non è possibile nessuna verifica - ha aggiunto Rinaldini - dei votanti e dei voti espressi".
Ma poi, per cosa avrebbero votato i lavoratori iscritti? "La CGIL, ha sostenuto che con la doppia sottoscrizione, dell'accordo e dell'intesa, risulta annullato l'articolo 8 della manovra di bilancio" Il fatto è che tutti gli altri firmatari, Confindustria in testa, sostengono l'esatto contrario, cioè che l'accordo del 28 giugno e l'art. 8 sono perfettamente integrabili e le imprese hanno a disposizione l'uno e l'altro. "Non ci risulta - ha concluso - che la CGIL abbia chiesto un opportuno e doveroso chiarimento agli altri firmatari. Insomma, una consultazione fantasma nel metodo e nel merito finalizzata esclusivamente a fini politici per la conferma della sottoscrizione dell'Accordo".
Al di là delle considerazioni di Rinaldini che ci appaiono sostanzialmente condivisibili, al vertice della CGIL bisognerebbe domandare: come mai è stato reso pubblico solo il dato totale, senza i necessari dettagli che lo hanno determinato? Come mai in tutti i siti della CGIL (tranne che in quello della FIOM) mancano i risultati delle categorie? Perché non si sa nulla sui voti espressi territorio per territorio? Dall'unica tabella dettagliata, città per città, che è stata pubblicata nel sito della FIOM si apprende che, tra 174.755 metalmeccanici iscritti alla CGIL hanno votato in 137.641. Contrari, 104.852 (77,37%), favorevoli 30.667 (22,63%), bianche e nulle 2.112. Come a dire che la categoria più importante dell'industria ha bocciato a stragrande maggioranza l'accordo sottoposto a consultazione. Un dato politicamente importante che non può essere ignorato da nessuno.

2 novembre 2011