Contestati Napolitano, Monti e la Cancellieri
Polizia e carabinieri manganellano

Oramai dovunque vadano i governanti della macelleria sociale e dei manganellatori fascisti sono puntualmente contestati dai giovani. È già toccato nei giorni scorsi a Fornero, Passera, Profumo e Barca, sabato 17 novembre è stata la volta di Monti e della Cancellieri.
Anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è stato contestato nella "sua" Napoli lunedì 19 novembre, durante il vertice tra Italia, Germania e Polonia. Un fatto clamoroso, perché fin qui il nuovo Vittorio Emanuele III si riteneva intoccabile, il nume tutelare di tutti. Non è più così, i coraggiosi contestatori napoletani, tra cui il PMLI, gli hanno strappato la maschera. Anche se i media della destra e della "sinistra" borghese continuano a proteggerlo, oscurando a livello nazionale la contestazione.
A Milano un massiccio schieramento di polizia e carabinieri ha impedito a suon di manganellate ai militanti dei centri sociali e dei collettivi studenteschi di avvicinarsi all'Università Bocconi dove il capo del governo presentava un suo libro sull'Europa in occasione di "Bookcity".
Sullo striscione dei giovani che hanno fronteggiato a lungo, senza un minimo di paura, le "forze dell'ordine", c'era scritto una verità inconfutabile: "Un anno di Monti, austerity, precarietà, manganellate. Auguri".
Fischi alla ministra dell'Interno Anna Maria Cancellieri durante il suo intervento al Palazzetto dello Sport Flaminio di Rimini in occasione della premiazione del concorso studentesco "Legalità e solidarietà: nella scuola nasce e cresce la cittadinanza attiva". Fra i 1.500 studentesse e studenti presenti, molti hanno applaudito i giovani contestatori che esponevano lo striscione "Stop violenza polizia. Identificativi sulle divise".
Visti i consensi ottenuti, gli organizzatori dell'iniziativa istituzionale sono stati costretti a dare la parola a uno dei contestatori, Federica laureata con 110 e lode, precaria, la quale, tra l'altro ha detto: "È inaccettabile che il ministro dell'Interno, che ha comandato di caricare le manifestazioni (del 14 novembre) stia qui a parlare di legalità. Alle manifestazioni c'è stata una reazione spropositata fatta di manganellate e gas sparato ad altezza d'uomo. Atti di una violenza inaudita".
A quel punto Vasco Errani (PD), presidente della Regione Emilia-Romagna, da buon pompiere governativo è salito sul palco per gettare acqua nel fuoco. In maniera provocatoria la ministra ha chiesto ai contestatori il significato di "fascismo" e "squadrismo". Esattamente quello che lei e il suo governo praticano sempre di più.
I giovani, comunque, sanno ben tenere loro testa, sia politicamente, sapendo ben motivare le loro rivendicazioni e la loro denuncia, sia resistendo eroicamente e con estremo coraggio alle cariche selvagge delle "forze dell'ordine".
Alla lunga chi si romperà il capo sarà il governo dei manganellatori fascisti. Specie se la classe operaia e le masse lavoratrici daranno man forte politicamente e materialmente alle studentesse e agli studenti che non hanno paura di attaccare il governo della macelleria sociale e i simboli del capitalismo.

21 novembre 2012