Con 22 mesi di ritardo governo e sindacati firmano un'intesa inaccettabile
Contratto truffa per la scuola
Misero aumento salariale. Irrisori arretrati per il 2006 e 2007. Il contratto diventa triennale. Nella Finanziaria manca la copertura economica
Forti critiche dai sindacati non confederali
Dopo 3 giorni di trattative ininterrotte, comprese le notti, domenica 7 ottobre l'Aran (agenzia governativa per la contrattazione nel pubblico impiego) da un lato, e i rappresentanti di Cgil-Flc, Cisl-Scuola, Uil-Scuola, Snals e Gilda dall'altro, hanno firmato il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del personale della scuola (850 mila docenti e 250 mila assistenti tecnici ausiliari).
Un contratto che arriva con 22 mesi di ritardo, quello precedente era scaduto il 31 dicembre 2005, che riguarda il biennio economico 2006-2007 e il quadriennio normativo 2006-2009. Al di là della sceneggiata, vera o finta che sia, circa la trattativa no-stop, la scelta del momento per la firma di questo contratto non pare casuale ma ricercato di entrambe le parti e dettato da precise contingenze: la discussione in parlamento della legge finanziaria, la consultazione e il referendum tra lavoratori e pensionati sul protocollo Prodi del 23 luglio su welfare e "mercato del lavoro", lo sciopero degli statali annunciato dai sindacati confederali per la fine di ottobre e lo sciopero generale promosso dai sindacati non confederali per il 9 novembre prossimo.
Ma che contratto è questo? Risponde alle attese dei lavoratori interessati? Offre soluzioni soddisfacenti ai problemi economici e normativi della categoria? Il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni (Margherita) esalta l'intesa contrattuale raggiunta come "una svolta" finalizzata a valorizzare la professionalità e l'autonomia delle scuole. Lo stesso fanno i segretari sindacali scuola Enrico Panini per la Cgil, Francesco Scrima per la la Cisl, Massimo di Menna per la Uil che lo definiscono "un buon contratto" a sostegno della "qualità della scuola statale" e del "lavoro dei docenti e del personale ATA".
No, noi non siamo d'accordo! Si tratta di un contratto pessimo e truffaldino, specie per la parte economica, mentre nella parte normativa assai voluminosa nei 150 articoli che compongono il documento sottoscritto, ci sono punti condivisibili e non e punti di scarso significato. Per non dire che la valenza contrattuale è stata allungata di soppiatto a tre anni, esattamente come cercava di ottenere da tempo il governo per tutte le categorie.

Cifre fasulle
Governo e sindacati nell'annunciare l'accordo hanno diffuso notizie parziali e truffaldine, riprese e rilanciate dai maggiori quotidiani. Hanno detto che: gli incrementi economici medi mensili per i docenti saranno di 140 euro lordi e di 100 euro lordi per il personale ATA; questi aumenti scatteranno nel gennaio 2008; ad essi vanno aggiunti gli arretrati per il 2006 e 2007 per un totale di 1.800 euro a favore degli insegnanti e 1.400 euro per gli altri lavoratori della scuola; il costo del contratto è ipotizzato in 2 miliardi e mezzo di euro. Ebbene, le cose stanno in modo assai diverso. Quelle cifre al netto si riducono sensibilmente, 70 per i docenti, 50 per gli ATA. Gli aumenti stabiliti sono divisi in aumenti della paga base e in aumenti della retribuzione professionale. Gli stessi sono dati in modo differenziato per posizione professionale tra collaboratori scolastici, assistenti amministrativi, direttori dei servizi e amministrativi, docenti dei vari gradi e per anzianità di servizio da 0 a 2 anni fino a 35 anni. Le cifre propagandate saranno percepite da pochissimi con 35 anni di servizio, gli altri prenderanno progressivamente meno in relazione ai due criteri evidenziati.
Che dire poi degli arretrati? Una beffa, un furto, una ingiustizia atroce. Per il 2006 è infatti prevista una mancia mensile che va dai 5,22 euro lordi per un collaboratore scolastico con 2 anni di servizio a un massimo di 11,56 euro lordi mensili per un docente delle superiori con 35 anni di anzianità. Per il 2007 le cifre crescono ma di poco: 26,79 euro mensili lordi, per lo stesso collaboratore e 59,28 euro mensili lordi. Cifre oltretutto comprensive degli incrementi previsti per il 2006. Cosicché, prendendo per base l'aumento economico mensile stabilito nell'accordo contrattuale, ad ogni docente sono stati sottratti in media 1.850 euro. Ma su questo si fa silenzio.
Insomma, l'aumento di stipendio concordato è misero, ed è distribuito in modo molto differenziato, il 2006 viene liquidato con un'elemosina insignificante e il 2007 licenziato con cifre ridicole. Di fatto è stato allungato il bienno economico 2006-2007 in triennio 2006-2008. Gli insegnati italiani erano e rimangono in Europa quelli pagati peggio. E non è tutto! Nella legge finanziaria 2008 approvata recentemente dal consiglio dei ministri non sono previsti stanziamenti per coprire il costo del contratto appena firmato; nell'art.15 della stessa si parla infatti di un massimo di 1 miliardo e mezzo di euro. E non c'è nemmeno un euro per il prossimo contratto di lavoro 2008-2009 se sarà biennale o, più probabilmente, 2008-2010 se sarà triennale.
Nell'intesa, sempre in tema di salario, è privilegiata l'attività didattica straordinaria per corsi di recupero e compensi per prestazioni di orari aggiuntivi oltre il calendario delle lezioni. In questo ambito è previsto per i docenti di aumentare da 28 a 35 euro lordi l'ora il lavoro straordinario e a 50 euro lordi l'ora il compenso per corsi di recupero. Ciò in base alle disponibilità economiche delle singole scuole. Il tutto finalizzato a fronteggiare le massicce riduzioni di personale già programmate e gestire i nuovi "esami di riparazione" per gli studenti con debiti formativi, voluti dal ministro Fioroni.

I presupposti dell'esito negativo
Un'intesa contrattuale così deludente, così insoddisfacente era prevedibile? Lo era visto i presupposti e gli atti che l'hanno preceduta. Quali? il Memorandum sul pubblico impiego governo-sindacati del gennaio 2007 che introduceva tra l'altro la mobilità e gli esodi incentivati. L'accordo quadro per i contratti del pubblico impiego del 6 aprile dove erano già fissate le linee guida (stanziamenti insufficienti, aumenti salariali irrisori, per il 2006 solo l'indennità di "vacanza contrattuale") sulla base delle quali è stato poi siglato quello odierno per la scuola. Un nuovo accordo per i contratti del pubblico impiego del 29 maggio che peggiorava quello precedente e in più introduceva la triennalità per i contratti futuri. Più in generale le pesanti misure varate per la scuola nella Finanziaria 2007: un taglio di 4,5 miliardi di euro per il triennio 2007-2009, la riduzione di 50 mila posti di lavoro, conseguenti al taglio di ore di scuola, all'aumento degli alunni per classe, alla riduzione drastica dei corsi, alla mancata copertura del turn-over; inoltre provvedimenti assolutamente inadeguati ad avviare il problema della marea di precari nella scuola, e dei soldi destinati alle private. Un orientamento, questo, non certo favorevole alla scuola pubblica e nemmeno ai docenti e al personale ATA, riconfermato in toto nella Finanziaria 2008 attualmente in discussione parlamentare. Da citare infine le "nuove modalità di reclutamento degli insegnanti" ideate da ministro Fioroni, un vero e proprio calvario consistente, dopo la laurea e gli esami di ammissione, in "corsi di specializzazione universitari, con forte componente di tirocinio, concorsi periodici e verifica delle capacità didattiche degli insegnanti prima della loro immissione in un ruolo a tempo indeterminato". Il tutto sotto il controllo discrezionale dei presidi, sempre più manager della scuola-azienda.
Ora la parola deve passare ai lavoratori interessati. Ai vertici sindacali di categoria va chiesto una corretta e completa informazione sull'ipotesi di accordo, l'organizzazione di una capillare consultazione nei luoghi di lavoro e lo svolgimento del voto referendario per accettare o respingere quanto sottoscritto. La nostra indicazione è per il No. I sindacati non confederali dal canto loro hanno espresso un giudizio fortemente critico e di rifiuto dell'intesa contrattuale e confermato lo sciopero generale del 9 novembre prossimo.

17 ottobre 2007