L'Onda contesta e mette alla berlina i Rettori asserviti ai "padroni-predoni" del mondo e al governo della distruzione e privatizzazione della scuola e dell'università
"Contro l'insostenibile G8 dell'università l'Onda non vi sostiene, vi travolge!"

"È inaccettabile come i Rettori pretendendo di rappresentare tutto il mondo dell'Università, vogliano interloquire con gli Stati membri del G8, legittimando così il sistema economico e politico che da questi viene avallato". E' quanto si può leggere nei documenti, volantini e video prodotti dall'onda studentesca per contestare il summit dell'università di Torino, promosso dalla Crui (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) in vista del G8 de L'Aquila e consultabili sul sito www.infoaut.org/articolo/contro-il-g8-delluniversita-di-torino-londa-non-vi-sostiene-vi-travolge). "I Rettori ed altre poche auto-elette figure del mondo accademico usurpano il diritto alla parola e alla partecipazione nei processi decisionali tutti quei soggetti corpo vivo dell'università, come diffusamente già accaduto in occasione della presentazione e contestazione dei diversi progetti di riforma dell'istruzione nel nostro paese". Si tratta di "un incontro", spiegano le studentesse e gli studenti che hanno promosso la tre giorni di protesta, "nel quale, nonostante la retorica tutta incentrata mediaticamente sul tema dello 'sviluppo sostenibile', velina di comodo per la presentabilità del G8 torinese, si andranno a ritessere le fila concernenti la trasformazione dall'alto che governi e rettori stanno implementando nelle università".
"Non basta una mano di verde per coprire la crisi", non basta una verniciata di "compassione misericordiosa" per i mali del mondo per coprire la vera natura e gli scopi di questo vertice che si è contraddistinto per "la subordinazione dei saperi al capitale", "la mercificazione applicata ad un bene comune come lo spazio dell'università", il conseguente "irreversibile impoverimento della formazione e della ricerca a discapito di chi vive l'università", riflesso dell'"espropriazione che l'attuale modello di sviluppo perpetua a suon di privatizzazioni contro coloro che producono realmente la ricchezza sociale".
"La totale mancanza di credibilità di questi soggetti di fronte a questioni come la devastazione ambientale e le diseguaglianze su scala mondiale  rafforza le ragioni della protesta" - incalza il movimento studentesco lanciando un messaggio anche al neoduce Berlusconi che ha deciso di riunire gli sciacalli nella città fantasma de L'Aquila - "Il G8 è uno dei principali responsabili di quello a cui si dichiara di voler porre rimedio e gli organi di direzione degli atenei (sia pure in modi diversi), hanno condiviso responsabilità su più livelli nei dispositivi della 'globalizzazione neoliberista'". In questo contesto, ribadiscono ancora una volta i manifestanti: "inaccettabile è il ruolo di cui Rettori e Presidenti delle università si arrogano che non può che essere letto come ulteriore sintomo del processi di concentrazione e verticalizzazione degli organi e degli strumenti decisionali delle università in atto, nel fedele rispecchio che ciò trova nei discorsi e nei documenti della Crui sulla governance".

Mobilitazione studentesca e repressione del regime neofascista
La protesta inizia a Palermo l'8 e il 9 maggio contro il "G8 University Students Summit" e si ricollega alla protesta contro il "G8 dell'ambiente" svoltosi a Siracusa. Sit-in, banchetti, mostre, proiezioni e materiali divulgativi di "controinformazione" quotidianamente attraversano l'atrio di Palazzo Nuovo. "'Noi la crisi non la paghiamo!' è stato ed è il biglietto di presentazione che l'Onda ha recapitato in faccia a tutti i produttori di crisi!" ricordano i combattivi collettivi studenteschi palermitani. Il movimento studentesco "nel suo autunno di mobilitazione e contestazione della riforma Gelmini, ha ben fatto presente la sua indisponibilità a pagare i costi di una crisi di un sistema che scarica sempre verso il basso le sue perdite e tensioni".
"Le assemblee, le occupazioni, i blocchi, i cortei - scrivono ancora nei tanti comunicati stampa ignorati dai mass-media del regime - sono il linguaggio delle mobilitazioni esplose in Italia, Spagna, Grecia e Francia dietro lo stesso filo comune, che si sono date nella convergenza di 2 livelli di crisi: l'università è in crisi, immersa dentro un processo di trasformazione accellerato da una sapiente politica delle risorse da parte dei governi, il mondo è attraversato dalla global crisis, nell'esplicitazione del fallimento del sistema capitalistico oggi costretto a confrontarsi con i risultati del dogma del pensiero neo-liberista." La risposta delle istituzioni in camicia nera, con la complicità attiva dei baroni asserviti al dogma della privatizzazione dell'istruzione, consiste nell'innalzamento di reti antisommossa tipo Genova 2001 per sbarrare l'accesso a piazza S. Domenico, sede del summit. Almeno 10 studenti vengono identificati dalle "forze dell'ordine".
Domenica 17 maggio la mobilitazione si sposta a Torino dove il movimento studentesco discute con i movimenti "No Tav, no Dal Molin e contro il Nucleare". Lunedì 18 è la volta del partecipato dibattito sulle lotte studentesche in Europa, con delegazioni provenienti dai movimenti di Francia, Grecia e Spagna, in vista dell'assemblea e della manifestazione nazionale di martedì "Contro l'insostenibile G8 dell'università ", ma anche "contro il rettore del Politecnico di Torino", Profumo, uno dei più attivi promotori dell'evento farsa denominato ipocritamente le "5E" (Energy, Economy, Ethics, Environment and Education). A sorpresa il suo collega barone, il Rettore Ezio Pelizzetti annuncia provocatoriamente la serrata di Palazzo Nuovo, sede della facoltà umanistica in modo da impedire ogni assemblea e dibattito al movimento.

20 maggio 2009