Sono funzionali agli interessi degli speculatori finanziari
Controllate da fondi e banche Usa le grandi società di rating

Nella grande crisi internazionale che sta travolgendo le economie capitaliste, stanno giocando un ruolo fondamentale, se non addirittura decisivo, le cosiddette "agenzie di rating", ossia quegli organi che "valutano" (dall'inglese rating: valutazione) il rischio delle imprese in base agli obblighi economici che esse assumono e che vengono riversati nei "titoli obbligazionari". In linea di massima queste società dovrebbero conformarsi a stilemi di imparzialità e dirigersi solo verso un metodo valutativo di merito creditizio. In realtà la loro funzione è assolutamente funzionale al capitalismo finanziario USA, al punto che addirittura il vicepresidente della Commissione Ue, il finlandese Olli Rehn, ha dovuto esprimere parole di preoccupazione ferme e dure sul loro utilizzo: "le agenzie di rating non sono istituti di ricerca imparziali ma hanno i loro interessi molto in linea con il capitalismo finanziario americano". Il commento, espresso in una intervista alla Tv, ha riguardato lo strano ed incredibile abbassamento di valutazione sulla capacità di rientrare nel debito pubblico da parte dell'agenzia di rating Standard & Poor's (tra le nazioni implicate vi è anche l'Italia), controllata per lo più da privati espressione degli interessi speculativi targati USA. La sbandierata "indipendenza" e "autonomia" di queste agenzie è assolutamente falsa: l'americana Standard & Poor's è controllata dal colosso di servizi finanziari MacGraw-Hill e partecipato dal gestore di fondi Capital World Investors, dalle società di gestione e investimento State Street e BlackRock, dalla finanziaria Fidelity Investments e da Vanguard Group, società che gestisce circa 1.600 miliardi di dollari. L'agenzia Moody's, invece, ha il suo primo azionista nel finanziere americano Warren Buffet con il suo fondo Berkshire Hathaway. Compaiono poi Capital World Investors, ValueAct Capital, T. Rowe, Vanguard, State Street e BlackRock, tutte società di investimento e gestione del risparmio. Un'altra agenzia di rating, la Fitch, invece, è per metà europea e per metà americana: il 60% è controllato dalla società di servizi finanziari francese Fimalac, il 40% dal gruppo Usa Hearst.
Il ruolo delle agenzie di rating è assolutamente funzionale al capitalismo, soprattutto nell'ambito economico, finanziario e politico, gestito dai privati e assolutamente allergico a ogni tipo di regolamentazione. Secondo l'economista bocconiano Stefano Caselli colpisce che, con il contesto internazionale cambiato, vi è un particolare "tempismo con cui le agenzie stanno intervenendo". Quali sono i reali obiettivi delle agenzie di rating? Esse non sono affatto funzionali agli interessi delle nazioni e dei popoli, ma sono supine e ossequiose agli interessi degli speculatori finanziari USA e internazionali. In realtà queste agenzie andrebbero decisamente abolite o, quanto meno, regolamentate con un organo di vigilanza che effettivamente controlli la loro azione sul mercato, che possa disporre delle ispezioni e che siano sottoposte ad una regolamentazione certa.

1 febbraio 2012