Sicilia
Il governo Crocetta in crisi per spartirsi poltrone e un bottino milionario
Il PD, gabbato, ritira l'appoggio al governatore
Crocetta, hai tradito e svenduto la Sicilia: vattene!

Dal nostro corrispondente della Sicilia
Chi di clientela campa di clientelismo muore o almeno si azzoppa. È successo al rinnegato Crocetta. I colonnelli del PD siciliano non sentono concretamente ricambiato l'appoggio fornito alla giunta e il 23 settembre, durante la direzione regionale, hanno formalizzato l'uscita del partito dal governo, chiesto la dimissione di tutti gli assessori loro iscritti o esponenti, confermato che, come aveva già stabilito a luglio la commissione nazionale di garanzia, non si può contemporaneamente essere iscritti al PD e a "Il Megafono". Tutti gli iscritti al partito personale del governatore, se lo scontro salirà di tono, potrebbero essere espulsi dal partito di Epifani, sorte che toccherebbe allo stesso doppiogiochista governatore, dirigente del PD oltre che leader de "Il Megafono".
Per la verità, mentre scriviamo, degli assessori PD si è dichiarato "disponibile" alle dimissioni solo l'assessore al Bilancio, Luca Bianchi. Intanto sta ancora lì. Non riescono ad alzare il sedere dalla poltrona neanche Antonio Bartolotta, Infrastrutture, Mariella Lo Bello, Ambiente, e Nelli Scilabra, Formazione.

La spartizione milionaria dietro la crisi di governo
È da qualche settimana che i dirigenti del PD siciliano chiedono inascoltati il rimpastino di governo. Non bastano 4 poltrone al PD? Evidentemente no. Per comprendere il problema due sono gli elementi da tenere in considerazione. Gli attuali assessori, a parte Bianchi fedelissimo di Epifani, sono pupi di Crocetta e Confindustria. A loro obbediscono. In secondo luogo il governo Crocetta con la sua politica autoritaria, predatoria, commissariale, arrampicatrice, ha di fatto esautorato le competenze del parlamento siciliano, lasciando ai gruppi parlamentari, compreso il PD, le briciole. Il PD ha 4 assessori di cui non dispone. Lo scontro si fa duro ora perché in questo momento ci sono in gioco miliardi di euro per le partecipate regionali e Crocetta decide senza consultare il suo partito ufficiale.
C'è la questione dell'Irsap (Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive), che gestisce tutte le aree industriali dell'isola e i terreni pronti a ospitare il mega affare privato degli impianti di energie rinnovabili. Crocetta ha nominato commissario l'esponente di Confindustria Alfonso Cicero, che il parlamento ha costretto con un disegno di legge a dimettersi entro 180 giorni. Intanto Cicero è riuscito, a unico profitto dei suoi amici, a sopprimere gli ex-consorzi industriali. Il callo pestato al parlamento è grosso: 800 posti e posticini clientelari sottratti ai clientes dei partiti e scomparsi nel nulla. Chi siederà al vertice dell'Irsap e gestirà nei prossimi mesi i 200 milioni e i relativi appalti appena sbloccati dall'assessora alle attività produttive, Linda Vanchieri, anch'essa esponente di Confindustria?
Vi è poi l'Ast, Azienda siciliana trasporti, della quale è socia anche la Spa del presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante. In ballo prossimamente potrebbero esserci 50 milioni per appalti. Anche qui nessuna contrattazione con il parlamento e tanto meno con il PD. Tra gli altri affari, la gestione degli aeroporti siciliani, avviati alla privatizzazione forzata per un affare da un miliardo di euro, sottratto alle clientele parlamentari dall'intervento di Crocetta che ha messo ai vertici degli scali nomi graditi Ivan Lo Bello, numero due nazionale degli sciacalli di Confindustria.

Crocetta traditore vattene!
Nessuno dei partiti borghesi ha messo il dito nella piaga putrescente di questa crisi di governo. Neanche il M5S, che si dice scontento del governo Crocetta, minaccia una mozione di sfiducia e chiede un'accelerazione su "riforme sostanziali", lasciando però aperta la porta al dialogo e dichiarando, come ha già fatto il PD, che si riserverà di valutare come votare su ogni provvedimento. Ma ci chiediamo non sono abbastanza sostanziali per il M5S le privatizzazioni che stanno radendo al suolo la Sicilia?
Comunque vada, l'elemento politico più importante che questa crisi ha fatto emergere è lo scontro aperto tra i diversi gruppi della borghesia siciliana sulla spartizione privatistica della Sicilia. Ma ci preme sottolineare che l'aggressività antipopolare e antisiciliana del governo Crocetta è sempre stata evidente dalla compagine governativa, che ha tirato dentro partiti compromessi col sistema mafioso, dal suo programma privatizzatore coincidente con quello di Confindustria, il suo disprezzo presidenzialista e fascista per le regole che governano formalmente la vita politica delle massime istituzioni borghesi siciliane. Inoltre va ricordato il suo tradimento del movimento NO-MUOS. Il PD tuttavia è tra i principali responsabili dell'atteggiamento di Crocetta, in quanto ha contribuito attivamente ad appoggiare i suoi provvedimenti, anche se adesso punta i piedi ma solo perché vuole partecipare alla spartizione.
Questa è la nuda verità. Ci smentisca il PD presentando una mozione di sfiducia in parlamento per fare cadere Crocetta. Noi auspichiamo che cresca una dura opposizione di classe e di massa nelle fabbriche, in tutti i luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle università, nelle piazze, nelle organizzazioni di massa, specie sindacali, sulla parola d'ordine: Crocetta hai tradito e svenduto la Sicilia: vattene!

2 ottobre 2013