In 15 anni crollato di 1/3 il potere d'acquisto delle pensioni

Il sistema capitalista - tra gli altri guasti prodotti finora - sta gettando nella miseria un'intera generazione di anziani: è quanto emerge drammaticamente da uno studio del Sindacato Pensionati Italiani della CGIL pubblicato lo scorso 18 febbraio che quantifica in 1/3 il crollo del potere d'acquisto delle pensioni negli ultimi 15 anni nei confronti dell'economia reale.
Lo stesso sindacato - rilevando che nello stesso periodo di tempo il valore di una pensione media è sceso del 5,1% - si mostra estremamente pessimista sull'andamento del potere d'acquisto pensionistico per i prossimi anni, temendo che sia addirittura destinato a peggiorare nell'immediato futuro a causa dello sciagurato blocco della rivalutazione annuale introdotto con la "riforma" voluta dal governo Monti ed attuata dal ministro Fornero, che ha tolto mediamente 1.135 euro in due anni a 6 milioni di pensionati.
Un pensionato con un assegno mensile di circa 1.200 euro netti ha perduto infatti - spiega il sindacato - 28 euro al mese nel 2012 e quest'anno è destinato a perderne 60 mentre chi percepisce una pensione di circa 1.400 euro netti ha perso 37 euro al mese nel 2012 e ne perderà 78 quest'anno, e ciò perché imposte e tariffe incideranno sui pensionati italiani per una spesa media totale di 2.064 euro a persona con un aumento del 20% rispetto allo scorso anno.
Per ciò che riguarda la pressione fiscale la Spi-CGIL calcola che tra addizionale regionale IRPEF, addizionale comunale, IMU e TARES spenderanno in media 640 euro con un aumento del 12% rispetto all'anno appena trascorso, mentre per quanto riguarda le bollette e le spese per le varie utenze la spesa media sarà di 1.424 euro tra telefono, acqua, luce, gas e riscaldamento, considerando anche l'aumento del canone Rai e l'aumento dell'Iva a partire dal prossimo luglio.
Condivisibile alla luce di questi dati drammatici è perciò l'analisi politica compiuta dal segretario generale del Sindacato Pensionati Italiani CGIL Carla Cantone la quale ha concluso amaramente che "in Italia la patrimoniale c'è ed è quella che grava sui pensionati, che più di tutti stanno pagando il conto della crisi. Sarebbe bene che il prossimo governo la facesse pagare ai ricchi, che invece poco o nulla stanno contribuendo alle sorti del Paese", cosa che davvero non stupisce chi ha, come i marxisti leninisti, immediatamente bollato il governo Monti come il governo della grande finanza capitalistica, della Ue e della macelleria sociale, come poi si è confermato ai danni dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani con un massacro sociale che non ha precedenti nella recente storia italiana.

13 marzo 2013