Cronologia delle principali lotte in Campania per la difesa della salute e dell'ambiente e della repressione del regime neofascista

29 agosto 2004. Acerra.
Domenica di sangue nella città operaia.
Bassolino è governatore della Campania, in qualità di "commissario straordinario all'emergenza rifiuti" gli è succeduto dal mese di febbraio il prefetto Corrado Catenacci mentre il ministro dell'interno è Giuseppe Pisanu. Non appena giunge dinanzi al cantiere dell'inceneritore di Acerra, in località Pantano, le "forze dell'ordine" caricano selvaggiamente la testa del corteo, composto da decine di migliaia di manifestanti. Per quasi un'ora si susseguono cariche e lancio di lacrimogeni. Decine e decine i ferite tra cui bambini, anziani e donne incinta. Il PMLI, armato di bandiere e cartelli, partecipa in prima fila alla giornata di lotta, con una folta delegazione di militanti e simpatizzanti.
Come avvenuto nei giorni precedenti, nei mesi successivi il governo del neoduce Berlusconi militarizza letteralmente la città inviando centinaia di uomini per intimidire la popolazione e proteggere il cantiere della Fibe spa di proprietà dell'Impregilo, gruppo Fiat, che da quasi un decennio gestisce Cdr ed eco balle da bruciare. La multinazionale era già stata coinvolta nelle inchieste della tangentopoli e mafiopoli all'ombra del Vesuvio.

10 settembre 2004. Napoli. Le ragioni della lotta di Acerra, ignorate dai mass-media del regime neofascista, sbarcano nel capoluogo. 5mila manifestanti sfilano per ore in corteo, poi effettuano blocchi stradali in piazza Municipio e Via Marina. Presente attivamente il PMLI. Assenti il PRC, il PdCI e i Verdi ben saldamente cooptati nel sistema clientelare bassoliniano. In serata l'occupazione dei binari della stazione centrale manda in bestia i governanti in camicia nera, che nei mesi successivi provvederanno a far recapitare agli occupanti, tra cui tantissimi disoccupati e precari, una raffica di multe e denunce.

23 febbraio 2005. Campagna (provincia di Salerno). Nella gelida notte muore per assideramento e per i ritardi nei soccorsi il giovane Carmine Iuorio. Stava bloccando, insieme ad altre duecento persone, la Salerno-Reggio Calabria per impedire l'allestimento della discarica a Basso dell'Olmo ordinata dal Commissario Corrado Catenacci. Il sito chiuderà il 31 gennaio 2005, dopo aver accolto tonnellate di fos e sovvalli prodotti dal Cdr di Battipaglia, la popolazione continua ancora oggi a scendere in piazza per ricordare il martire anti-discarica e rivendicare la bonifica del territorio.

25 marzo 2005. Napoli (Stazione marittima). In occasione del dibattito pubblico per le elezioni regionali del 3-4 aprile dal titolo "Impugniamo l'arma dell'astensionismo per l'Italia unita, rossa e socialista", il Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi afferma: "Attualmente le masse della Campania sono all'avanguardia nelle lotte contro gli inceneritori, le discariche velenose, la privatizzazione dell'acqua, la disoccupazione, la camorra. Il PMLI appoggia in maniera militante tutti i movimenti e i comitati impegnati in queste giuste lotte, e inchina le sue bandiere in onore dell'operaio edile Carmine Iuorio che ha perso la vita, a causa del freddo, durante il blocco dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria contro la discarica di Basso dell'Olmo. Non dobbiamo mai dimenticare gli eroi del popolo come Carmine caduti in battaglia per la giustizia sociale e per le cause del popolo. A Napoli, ad Acerra, a Bassano dell'Olmo, a Santa Maria La Fossa, a Montesarchio, a Ischia, a Melito di Napoli e in altre città campane le masse stanno scrivendo delle importanti pagine di lotta che influenzano e rianimano la lotta di classe in Italia".

15 dicembre 2006.
Napoli. In occasione di un riuscito sciopero generale regionale oltre 100mila manifestanti sfilano a Napoli da Piazza Garibaldi a Piazza Dante contro la camorra e le mafie.
Lo spezzone del PMLI diretto dal compagno Franco Di Matteo, Responsabile del PMLI per la Campania, svolge il ruolo di rossa e determinata avanguardia del lunghissimo corteo con un grande striscione con su scritto "Uniamoci contro la camorra e le mafie, per il lavoro, lo sviluppo e l'industrializzazione del Mezzogiorno".

15 marzo 2007. Serre (provincia di Salerno). Gli abitanti del piccolo comune, bagnato dal fiume Sele e circondato da un'oasi faunistica al confine del Parco nazionale del Cilento, con un tam-tam di e-mail e telefonate mobilitano la popolazione di tutto il circondario contro il piano del neocommissario, capo della Protezione civile, Guido Bertolaso che vuole farne la più grande discarica della Campania. L'anima della mobilitazione, che durerà per settimane, sono le donne e i giovanissimi. Le "forze dell'ordine" caricano vigliaccamente i manifestanti che sbarrano loro il passo sdraiati per terra. La memoria dei più anziani torna al 7 novembre 1979 quando il battaglione dei carabinieri "Lametia" cacciò con una carica preceduta da tre squilli di tromba i contadini di Serre che rivendicavano la messa a coltura dei terreni della base militare di Persano.
Nell'aprile 2007, dopo settimane di battaglia, anche legale, i manifestanti e la Procura di Salerno riescono ad ottenere la ritirata delle ruspe dell'esercito, ma la discarica, più piccola, verrà aperta a poca distanza dal sito, a Macchia Soprana ed è tuttora in funzione, stracolma.
Bertolaso si dimette in polemica con il ministro dell'ambiente, il "verde" Pecoraro Scanio.

19 maggio 2007. Napoli. Oltre quindicimila manifestanti provenienti da tutta Italia scendono in piazza per la difesa della salute e dell'ambiente. Da Serre ad Acerra a Terzigno sale un duro monito ai governanti: "rispettate la volontà popolare". Funziona il patto di mutuo soccorso con i comitati "No Dal Molin" e "No Tav". I manifestanti chiedono le dimissioni di Bertolaso, la fine del commissariamento, la raccolta differenziata porta a porta, il riutilizzo dei rifiuti, la cancellazione delle megadiscariche e dell'incenerimento. Lungo il percorso verso piazza Matteotti si susseguono le squallide manovre dei dirigenti trotzkisti del PRC per tenere bassi i toni della protesta ed arginare il PMLI che è invece in piena sintonia con il moto di indignazione del popolo contro gli inquinatori Prodi, Berlusconi, Bassolino, Iervolino, Di Palma e Bertolaso.

15 giugno 2007. Campania. È il giorno della mobilitazione regionale indetta dai "Comitati campani in difesa della salute e dell'ambiente". Da Acerra a Terzigno, da Giugliano a Salerno sotto assedio è il "piano rifiuti" imposto con le ordinanze neofasciste di Prodi-Bassolino-Bertolaso. La protesta si spinge sotto i palazzi del potere borghese, viene rivendicata la raccolta differenziata e ribadito il NO secco agli inceneritori. I neopodestà di Napoli e Salerno, Iervolino e De Luca, denigrano chi lotta. Il PMLI sostiene e partecipa in prima fila ai presidi di Napoli e Salerno.

1° dicembre 2007. Roma. La lotta contro inceneritori, rigassificatori e centrali a carbone si salda a quella contro la privatizzazione dei servizi idrici. Oltre 40mila manifestanti sfilano nella capitale per la ripubblicizzazione dei servizi e delle infrastrutture idriche.

27 dicembre 2007. Nuove proteste a Giugliano, dove un'ordinanza del commissario Pansa ha riattivato la cloaca traboccante di "Taverna del Re" chiusa il 20 dicembre. Immediata la reazione dei comitati di Giugliano: blocco ferroviario ad Aversa.

4-8 gennaio 2008. Pianura (Napoli). Divampa la rivolta in tutta la periferia Ovest di Napoli per scongiurare la riapertura di una megadiscarica in Contrada Pisani. Il commissario e prefetto Pansa, così come Bassolino e Prodi, sanno benissimo che il sito prescelto ha subito scempi ambientali spaventosi per quasi un cinquantennio, ma provano a forzare le resistenze della popolazione. Ad attenderli ci sono le barricate, i blocchi stradali e le grandi manifestazioni di piazza. Per 4 lunghi giorni, gli abitanti del martoriato quartiere di Napoli resistono all'inaccettabile diktat dei governanti mentre si susseguono le cariche delle "forze dell'ordine" agli ordini del craxiano Giuliano Amato. Il PMLI anche questa volta è al fianco delle masse popolari e appoggia la rivolta popolare al grido "via subito le 'forze dell'ordine' e l'esercito".
La popolazione è esasperata anche dalle montagne di immondizia che marcisce da mesi per le strade ed è costretta, per farsi sentire, a bloccare tutti i giorni le strade e a innalzare le barricate come a Pozzuoli, Quarto, Monteruscello, Giugliano.

9 gennaio 2008. Napoli. Quasi ignorati dalla tv del regime neofascista oltre 20mila manifestanti sfilano da piazza del Gesù a Piazza del Plebiscito per appoggiare la popolazione di Pianura in rivolta contro la riapertura della discarica di Contrada Pisani. Solidarietà agli abitanti di Pianura viene espressa in piazza anche dagli altri comuni in lotta contro megadiscariche ed inceneritori. Viene bersagliato di slogan il Commissariato di governo e invocate le dimissioni di Bassolino. Il PMLI è l'unico partito presente.

26 gennaio 2008. Montesarchio (provincia di Benevento). La Valle Caudina viene occupata dalle "forze dell'ordine". Preceduta da una grande manifestazione organizzata a Benevento dal "Coordinamento Comitati Campani e Molisani" scoppia la rivolta contro la riapertura della discarica di "Tre Ponti". Quasi 10mila persone scendono in piazza contro il diktat del supercommissario Gianni De Gennaro, che non tiene conto del duplice avviso di garanzia per l'ex-commissario Corrado Catenacci per smaltimento illecito di rifiuti tossici nella discarica e la riapertura del Cdr di Tufino. In lotta anche i sindaci. Viene bloccata per ore la linea ferroviaria e la statale Appia, che collega Benevento con Caserta e Napoli.

30 gennaio 2008 - Marigliano-Villaricca (Napoli). Proteste a Marigliano (Napoli) contro la decisione del commissariato di Governo per l'emergenza rifiuti di aprire un sito di stoccaggio, al fianco del depuratore. I manifestanti bloccano l'Asse 7 bis Nola-Villa Literno. Cariche delle "forze dell'ordine". Come era già accaduto a Basso dell'Olmo, Terzigno, Villaliterno, Difesa Grande, Acerra e Gianturco, le promesse del Commissariato non ingannano le popolazioni che restano in allerta e presidiano giorno e notte i siti tutti illegali e inidonei a ospitare rifiuti, come avviene da oltre un mese ai cancelli della discarica di Taverna del Re e di Cava Riconta a Villaricca, praticamente ridotta a un'immensa e traboccante piscina di percolato tossico.

1° febbraio 2008. Napoli. Sale insieme all'immondizia per le strade la rabbia del popolo napoletano contro le istituzioni in camicia nera. Nel pomeriggio di venerdì 1° febbraio in oltre 5mila sfilano da Piazza del Gesù a Piazza del plebiscito per gridare all'unisono: "l'immondizia non va bruciata. Raccolta, raccolta differenziata". Massiccia è la presenza dei disoccupati, dei giovani dei centri sociali e degli aderenti al neonato comitato contro il sito di stoccaggio di Gianturco. Ripetute le provocazioni da parte delle "forze dell'ordine" in assetto antisommossa. Esemplare e simbolica è l'iniziativa dei manifestanti che fanno la raccolta differenziata dei rifiuti in piazza Plebiscito. Ancora una volta vergognosa è l'assenza di PRC, PdCI e Verdi. Il PMLI è invece bene accolto dai manifestanti, anche perché ha prontamente aderito e partecipato attivamente ai "comitati di quartiere".

19 febbraio 2008. Savignano Irpino (provincia di Avellino). I manifestanti, che già avevano accolto rumorosamente Bertolaso, cercano di fermare le trivelle dirette verso la discarica da 750mila tonnellate individuata dal neocommissario De Gennaro, già massacratore di Genova e Napoli 2001, in località Pustarza, al limite tra Savignano e Monteleone, in provincia di Foggia, distante un solo chilometro da Difesa Grande, la cui riapertura è stata vietata da una sentenza della magistratura. Polizia e carabinieri caricano selvaggiamente i manifestanti inermi, anche donne, anziani e giornalisti. Decine i feriti. Dodici persone, tra cui molti anziani, vengono ricoverate in ospedale con la testa spaccata dai manganelli. Un operatore di Canale58 denuncia: "non hanno nemmeno intimato alla gente di liberare la strada. Hanno fatto carne da macello. Anche noi giornalisti siamo stati caricati, il collega è sotto osservazione in ospedale. È svenuto, caduto in terra, e loro gli sono passati sopra. Sono dovuto intervenire per rianimarlo perché non riprendeva conoscenza".
A seguito delle ripetute cariche dei carabinieri in serata viene occupata la linea ferroviaria Roma-Foggia. Gli abitanti di Savignano Irpino hanno le idee chiarissime sulle responsabilità dell'ecatombe ambientale campana. Alle elezioni del 12-13 aprile si recano alle urne in 40 su 1200 aventi diritto.

1° Maggio 2008. S. Arcangelo Trimonte (provincia di Benevento). Il 2 aprile il comitato di Sant'Arcangelo Trimonte (Codisam) e l'associazione "Sonicart" danno vita ad una intera giornata di mobilitazione per impedire la riapertura della mega-discarica in Contrada Nocecchie. In serata un concerto di gruppi musicali provenienti da tutto il Sannio spiega l'organizzazione di quello che sarà il poderoso corteo del 1° Maggio, aperto da oltre 100 auto e 20 trattori.

12 maggio 2008. Napoli. Alcune migliaia tra studenti, centri sociali e aderenti ai comitati di lotta si riuniscono in sit-in sotto il maschio Angioino, i disoccupati organizzati del progetto Isola chiedono di essere impiegati nella raccolta differenziata porta a porta, attivamente sabotata dal losco assessore al ramo Gennaro Mola.

21 maggio-1° giugno 2008. Chiaiano-Marano (Napoli). Ai primi di maggio le montagne di immondizia raggiungono per la prima volta in maniera massiccia il centro di Napoli e i quartieri della borghesia, sono migliaia a settimana i roghi di rifiuti, bande di incappucciati agiscono anche in pieno giorno, brucia tutta la provincia di Napoli. Il 21 maggio è il giorno dell'esordio operativo mussoliniano del IV governo del neoduce Berlusconi che sceglie di riunirsi nel capoluogo campano. Diversi cortei convergono fin dal primo mattino in Piazza Municipio.
Tra le discariche "siti di interesse strategico militare" previste dal decreto legge n. 90 del 23 maggio 2008, firmato subito da Napolitano e sostenuto da Veltroni, ci sono le cave di tufo della selva di Chiaiano, ultimo polmone della città di Napoli a due passi dalla zona ospedaliera, che poggiano sulle falde acquifere che servono circa 1 milione di abitanti, potranno esservi scaricati anche rifiuti tossici. Con grande tempismo nello stesso giorno, alle ore 19, Berlusconi, Maroni, Bertolaso ordinano criminali cariche della polizia contro i manifestanti che a Chiaiano e Marano bloccano l'accesso nella zona. Vengono brutalmente pestati anziani, donne e bambini. Cinque fermati e decine di feriti. Romolo Sticchi, inviato del Tg3, presente sul luogo ha denunciato: "Un agente mi ha prima bastonato e poi ha prelevato la mia telecamera". Bassolino e Napolitano approvano. Il giorno dopo oltre diecimila persone, in prima fila le donne e i bambini, sfilano in corteo al grido di: "Assassini! Assassini!", "Resistenza! Resistenza!".
Segue un'intensa settimana di mobilitazione con assemblee, manifestazioni, mostre e sit-in dove campeggia lo striscione "i veri criminali siete voi!" indirizzato a chi sostiene che "Chiaiano è idonea".
Il PMLI è attivamente al fianco delle masse in rivolta anche domenica 1° giugno quando nel quartiere dell'area Nord si svolge una grande manifestazione popolare a carattere nazionale con l'appoggio di delegazioni dei comitati No Tav, No dal Molin, No Ponte e altri. Una fulminante risposta alla politica mussoliniana e alle tracotanti e provocatorie dichiarazioni del neoduce e dei suoi lacché contro i manifestanti e la magistratura partenopea, che nel frattempo ha recapitato una raffica di provvedimenti cautelari e avvisi di garanzia, tra cui spiccano quelli al prefetto Pansa e alla vice di Bertolaso, Marta Di Gennaro.

4 giugno 2008